Quello che hanno vissuto Unione Sovietica e Spagna nei primi Europei degli anni ’60 ha dell’incredibile. Nel 1960 nacque il primo torneo continentale ma non furono molte le squadre a parteciparvi. La formula, che sarebbe rimasta invariata per cinque edizioni, prevedeva lunghissime qualificazioni che sarebbero state un pre-Europeo e in sede unica si sarebbero giocati solo semifinali e finale. Urss e Spagna si incontrarono ai quarti di finale ma qualcosa andò storto. Francisco Franco intervenne in prima persona vietando ai suoi calciatori di andare a giocare nella nazione comunista per eccellenza e soprattutto vietò l’ingresso in territorio iberico ai sovietici.
L’Uefa non aveva altra scelta se non dare il 3-0 in entrambe le sfide all’Urss e proiettarla verso la Francia, dove avrebbe conquistato il suo primo e unico trofeo della storia. Quattro anni dopo ricominciarono le sfide di qualificazioni e per ironia della sorte Spagna e Unione Sovietica si qualificarono al torneo vero e proprio delle ultime quattro, ma ora bisognava stabilire una sede. L’Uefa scelse proprio la Spagna che a quel punto Franco fu costretto a ospitare “L’Armata Rossa“. In semifinale le “Furie Rosse” fecero molta fatica a sbarazzarsi dell’Ungheria e dovettero arrivare fino ai tempi supplementari, mentre in una Barcellona vestita di rosso l’Unione Sovietica strapazzava per 3-0 la Danimarca.
La Catalogna, da sempre anti franchista e con una grande frangia anti spagnola, si schierò apertamente con i sovietici in quanto rappresentanti del comunismo. Tantissimi furono i pullman che partirono proprio da Barcellona per andare a Madrid, assistere alla finale e dare il proprio sostegno alla squadra ospite. I giocatori dell’Urss furono non poco sorpresi, ma quando entrarono al Bernabéu si sentirono meno soli.
Nei primi minuti avvenne subito un botta e risposta con Jesús María Pereda, proprio un giocatore del Barça, che portò avanti i suoi, ma dopo soli due minuti l’attaccante dello Spartak Galmzijan Kushianov trovò il pareggio. Quando ormai i supplementari sembravano cosa certa ecco che Marcelino raccolse in tuffo di testa un cross dalla destra freddando Yashin e la Spagna fu campione d’Europa.