«Tanks, Germany», grazie, Germania. Sembrano volessero dire così, gli inglesi, al termine della partita. L’Inghilterra è campione del mondo ma con tanto prestigio in più per quanto la squadra tedesca si è dimostrata forte e valorosa. Wembley, il tempio del calcio inglese, ha subito qualche scossone, ma non è crollato, anzi, ha resistito ed ha finito per irrobustire la sua vecchia intelaiatura. Lo hanno puntellato l’entusiasmo della squadra inglese, la tetragona volontà di vittoria, lo slancio continuo degli uomini di Remsey, il loro non rassegnarsi mai, anche quando le circostanze sono state avverse, l’indomito prodigarsi dei fratelli Charlton, di Moore, di Hurst, di Cohen, di Peter, di tutti insomma. Non v’è nessuno che possa mettere in dubbio l’affermazione della squadra di Ramsey. E ciò è sommamente importante se si pensa che la Germania Ovest ha dimostrato di essere squadra grande, dalle immense risorse, degnissima di essere la rivale numero uno della neo campione del mondo. La Germania è uscita a testa alta, applaudita, accomunata, quasi, nel trionfo.
Di questa partita si parlerà ancora a lungo. Si discuterà sulla terza rete inglese, quella di Hurst al 10′ del primo tempo supplementare, quella che ha messo in ginocchio l’ormai esausta squadra tedesca, si discuterà sul quarto gol, ancora di Hurst allo scadere del secondo tempo supplementare, mentre il campo era stato invaso dal pubblico che anzitempo voleva festeggiare i vincitori, dimenticando che già sul finire dei primi novanta minuti la Germania aveva fatto svanire sull’1-2 il vantaggio dei britannici.
Era effettivamente gol, il terzo degli inglesi? Pochi possono rispondere con sicurezza ad una domanda del genere, non certo gli spettatori ed i giornalisti troppo distanti dalla linea della porta per esprimere un giudizio apprezzabile, non l’arbitro che al momento del tiro era a circa venti metri dal fondo-campo non i giocatori perché troppo interessati a dare due versioni diverse. L’unico che in tanta incertezza sembra aver avuto le idee chiare è stato il guardalinee sovietico Ttofikc Bakhramov al quale il direttore di gara, che in coscienza non si sentiva di prendere una decisione da solo, si era rivolto. Dalla brevità del colloquio dei due si può arguire che il segnalinee non ha avuto alcuna incertezza per lui era gol e gol ha decretato lo svizzero Dienst. È il regolamento.
Il guardalinee ha avuto ragione: la BBC ha poi proiettato il film dell’azione dal quale è risultato chiaramente che il pallone, dopo aver colpito l’interno del montante, è ricaduto entro la linea della porta.