I nostalgici del bel gioco e della Seleção hanno il blu nell’anima, come il colore della maglia di Félix Miéli Venerando, meglio conosciuto con il nome Félix durante i Mondiali in Messico nel 1970. Il portiere brasiliano è morto venerdì 24 agosto del 2012 all’ospedale Victoria di San Paolo, dove era ricoverato da una settimana a causa di un enfisema polmonare. A 74 anni, il nazionale brasiliano non ha resistito ai suoi problemi respiratori e ai diversi arresti cardiaci. Tutto il Paese era in lutto. La CBF, riferendosi alla “morte di un idolo”, dichiarò immediatamente un minuto di silenzio prima dell’inizio delle partite del campionato brasiliano, per onorare la memoria del suo eroe nato il 24 dicembre 1937 come un dono caduto dal cielo.
Una carriera iniziata all’età di 15 anni. Félix è entrato nell’EC Juventude nel 1953, che ha lasciato poi per passare al Portuguesa. Il suo debutto ufficiale con il club paulista avvenne un anno dopo, sostituendo con breve preavviso il portiere titolare Cabeção durante un torneo internazionale.
Nel ruolo di sostituto, Félix parte a farsi le ossa nel Nacional di San sotto forma di prestito. Che dura tre anni. Su espressa richiesta di coach Nena, il giovane portiere ritorna al Portuguesa al termine del suo apprendistato per diventare il numero 1 del suo ruolo. Dal 1960 al ‘63, Félix fu indiscutibile prima di condividere il ruolo con Orlando, un giovane dissoluto di São Cristóvão. I due vivono insieme in armonia e si godono qualche momento di felicità. Nel 1964, durante un’amichevole negli Stati Uniti contro una selezione del Massachusetts, Félix entrò in gioco sul fronte offensivo e segnò l’ultimo gol per la sua squadra. Vittoria per 12-1.
Félix in allenamento (a sinistra) e in azione
Un dettaglio della sua carriera che assume una dimensione internazionale dopo la tournée americana, e una nuova svolta quando arriva al Fluminense nel 1968. Félix verga le prime righe del suo palmarès, vincendo cinque titoli dello Stato di Rio con il “Tricolore”, l’ultimo poco prima di concludere la carriera nel 1976, per via di un brutto infortunio alla spalla mentre si avviava verso i quarant’anni.
Soprannominato “Papel” per via della sua magrezza e dei suoi spettacolari voli in campo, il portiere carioca ha lasciato un caro ricordo agli appassionati di calcio all’annuncio della sua morte, e resterà per l’eternità un grande artefice della vittoria del Brasile in Messico nel 1970. Il terzo titolo mondiale per la migliore squadra di tutti i tempi, in questo ingrato ruolo di portiere all’interno di una formazione offensiva di livello planetario. Félix ha fatto il suo lavoro all’ombra delle star. È lui che ora è sotto la luce del cielo. Volando via come un pezzo di carta nell’aria. Come prima.
Mario Bocchio