Fragile? Scartato dal Milan, ha brillato nella Grande Inter
Lug 9, 2024




L’ala destra Jair da Costa ha iniziato a giocare per il Portuguesa, ma ha raggiunto il successo in Italia, dove ha militato nell’Inter e nella Roma. Veloce, abile dribblatore e molto tecnico, il brasiliano è stato una delle armi principali della Grande Inter degli anni ’60, del presidente Angelo Moratti e dell’allenatore Helenio Herrera. In nerazzurro, il numero sette ha collezionato quasi duecento  presenze, segnato 53 gol e vinto otto titoli. Nel Brasile Jair ha avuto poco spazio, visto che ha dovuto competere con giocatori del calibro di Garrincha e Jairzinho.

Jair nel Portuguesa

Nato a Osasco, nello stato di San Paolo, da una famiglia povera, Jair ha iniziato presto a giocare a calcio e, a vent’anni era già professionista al Portuguesa. Il tecnico della Seleção Aymoré Moreira si segnò il suo nome sul suo taccuino in vista del Mondiale del 1962 in Cile. Nell’ultima amichevole prima della rassegna iridata, contro il Galles, l’esterno destro giocò la sua unica partita con la maglia verdeoro. In Cile, Jair non ha lasciò mai la panchina.

L’unica presenza di Jair nel Brasile, contro il Galles

Durante i Mondiali, Aymoré Moreira organizzava l’allenamento per le riserve il mercoledì. Tra gli spettatori c’era Helenio Herrera, allenatore della nazionale spagnola e dell’Inter.

Al suo ritorno a Milano, l’istrionico tecnico argentino chiese espressamente al presidente Angelo Moratti di ingaggiare il brasiliano. Anche il Milan aveva buttato l’occhio sul giocatore, ma poi era titubante per via del suo fisico, considerato fragile. Così i nerazzurri presero  Jair, che non conosceva l’Inter e tanto meno sapeva una sola parola di italiano.

Jair in nazionale ai Mondiali in Cile, con Pelé

La scommessa fu vinta. Ci sono voluti due mesi per adattarsi al freddo milanese e quando finalmente debuttò, dimostrò di essere come a casa sua, in Brasile. Contro il Genoa, a Jair bastarono due minuti per segnare il suo primo gol in nerazzurro. Con l’arrivo del brasiliano, diventato titolare, l’Inter, che aveva iniziato malissimo in Serie A, scavalcò Milan e Juventus per arrivare al primo scudetto dell’era di Angelo Moratti, nel 1963.

Ma la Grande Inter guidata da Herrera, e da Giacinto Facchetti, Armando Picchi, Mario Corso, Luis Suárez, Sandro Mazzola e Jair da Costa aveva molto altro da mostrare. Nella stagione successiva l’Europa si tinse di nerazzurro. Nell’annata vincente, Jair ebbe un ruolo di primo piano, segnò quattro gol e accompagnò Mazzola ad essere il grande protagonista della conquista della Coppa dei Campioni contro il Real Madrid di Puskás e Di Stéfano. A fine anno la squadra vinse addirittura la Coppa Intercontinentale contro l’Independiente.

Insieme a Sandrino Mazzola

La stagione 1964-‘65 fu una delle migliori per il brasiliano. Nella conquista della scudetto Jair ebbe una grande partecipazione, segnando sette gol (come il numero della sua maglia nerazzurra) in tutta la stagione. In Europa i nerazzurri bissarono il titolo.

Fino alla finale di San Siro il brasiliano aveva segnato due gol e, nell’ultimo atto giocato contro il Benfica di Eusébio, fu lui il protagonista. Sotto una pioggia torrenziale, Jair realizzò l’unico gol della partita. Con l’aiuto delle cattive condizioni del prato, il suo tiro sorprese  Alberto da Costa Pereira, il portiere rosso, che si lasciò passare la palla tra le gambe. A fine anno, ancora titolo intercontinentale, ancora contro l’Independiente. Mancava solo la Coppa Italia, persa nella finale contro la Juventus.

Jair in azione nell’Inter

Prima di lasciare l’Inter, Jair vinse un altro scudetto, nel 1965-‘66, e ne sfiorò un altro l’anno successivo. La stagione 1966-‘67 segnò la fine della Grande Inter: la squadra perse la finale di Coppa dei Campioni contro il Celtic e, tre giorni dopo, fu sconfitta in campionato dal Mantova e vide la Juventus superarla nell’ultimo turno, conquistando il titolo. La squadra rimediò ancora una sconfitta contro il Padova, compagine di Serie B, nella semifinale di Coppa Italia. Fuori dalla formazione titolare, scalzato da Angelo Domenghini, Jair finì per essere ceduto alla Roma nel 1967.

Il celebre gol nella finalissima di Coppa dei Campioni contro il Benfica

La Roma di Jair finì solo al decimo posto e il brasiliano, appena un anno dopo, tornò tra le braccia dei tifosi nerazzurri, presieduti già dal maggio 1968 da Ivanoe Fraizzoli, nuovo proprietario del club. Ancora molto amato all’Inter, giocò altri quattro anni a Milano seguendo l’ascesa di idoli come Gabriele Oriali e Roberto Boninsegna.

Con la Coppa dei Campioni vinta nel 1965

Inoltre, l’esterno vinse un altro scudetto, nella stagione 1970-‘71, e ottenne un secondo posto in Coppa dei Campioni la stagione successiva. Jair segnò gol importanti e aiutò l’Inter a raggiungere la finale continentale, persa contro l’Ajax di Johan Cruijff. Dopo dieci anni in Italia, Jair tornò in Brasile per giocare nel Santos di Pelé, con il quale vinse un Campeonato Paulista. Prima di ritirarsi definitivamente, l’idolo interista giocò per due anni in Canada, difendendo i colori dei Windsor Star.

Nella Roma

Anche a fine carriera, Jair da Costa è restato legato all’Inter. Oggi lo storico numero 7 nerazzurro vive ad Osasco. Nella sua città natale ha un campo da calcetto dipinto di nerazzurro, con le pareti piene di immagini del suo tempo trascorso a Milano.

Jair da Costa nel Santos di Pelé

Nel 2008 era al Giuseppe Meazza per i festeggiamenti del centenario della squadra interista e ricevette una standing ovation quando il narratore Roberto Scarpini annunciò il suo nome.

Due anni dopo, Massimo Moratti offrì a Jair i biglietti per seguire la finale di Champions League a Madrid contro il Bayern, ma il brasiliano preferì guardare la partita a casa sua e solo dopo andò in Italia per partecipare alla festa del trionfo. Accarezzando di nuovo la coppa dalle grandi orecchie.

Mario Bocchio

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