Il prepartita del 12 dicembre 1987 fu piuttosto movimentato per i giocatori della Torres, squadra di calcio sassarese che allora militava in C1.
Zola nel Chelsea.
Quel giorno dirigenti, personale, calciatori e l’allenatore Bebo Leonardi si trovarono di fronte i carabinieri di Sassari: cercavano in archivio documenti su preciso ordine del presidente del Tribunale di Nuoro. Il motivo? Allora nella rosa rossoblù c’era un ventunenne di cui un’altra squadra rivendicava il cartellino: veniva da Oliena, aveva giocato per qualche anno nella squadra del paese, la Corrasi, e appena maggiorenne era stato chiamato tra le fila della Nuorese.
Zola nella Nuorese.
Nel 1986 il giovane era stato ingaggiato dalla Torres per volere di Vanni Sanna, dirigente sportivo ed ex allenatore, ma il passaggio non era stato definito con chiarezza: il dirigente della Nuorese Antonio Garau sosteneva che il cartellino fosse ancora di loro proprietà e si rivolse alla Procura.
Ritorno a Nuoro di Zola in occasione dell’amichevole tra Rappresentativa Sardegna e Rappresentativa Corsica.
Da qui l’arrivo dei carabinieri negli uffici di via Giorgio Asproni, a Sassari. Nel frattempo, in attesa che il giudice chiarisse la sua posizione, il tribunale ordinò che il calciatore restasse in panchina nella partita della domenica successiva contro il Cosenza. Il fatto poi si risolse senza problemi con il passaggio definitivo alla Torres.
Il giovane si chiamava Gianfranco Zola, allora il Corriere della Sera riservò all’episodio una breve tra le notizie sportive ma nel giro di due anni l’attaccante di Oliena avrebbe conquistato le prime pagine di tutti i quotidiani sportivi. “MaraZola” lo definì il Corriere nel 4 dicembre 1989 quando fece il suo esordio con il Napoli al posto di un Maradona infortunato e segnò il suo primo gol in serie A.
Da lì una strada di successi: campione in campo e allenatore in Italia e in Europa, eletto dai tifosi del Chelsea come il più grande giocatore della storia del club, insignito della medaglia al merito della Repubblica italiana e Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, ha giocato 826 partite e segnato 247 reti. Il ventunenne allora conteso non avrebbe mai immaginato che da lì a poco sarebbe entrato nella leggenda del calcio mondiale.
Francesca Mulas