Accadde nel tardo pomeriggio del 5 luglio 1982 allo stadio Sarrià di Barcellona. L’Italia di Enzo Bearzot si trovò di fronte il Brasile nella partita decisiva per il passaggio alle semifinali del mondiale di calcio. Nel girone a tre, che comprendeva anche l’Argentina, l’Italia aveva battuto gli argentini con il punteggio di 2 reti a 1. I brasiliani avevano fatto meglio, infliggendo a Maradona & Co. una sconfitta per 3 reti a 1. La gara tra Italia e Brasile fu dunque decisiva. Da una parte Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni e Graziani. Dall’altra Valdir Peres, Leandro, Junior, Cerezo, Oscar, Luizinho, Socrates, Falcao, Serginho, Zico ed Eder. Formazioni stellari.
Secondo alcuni commentatori sportivi la nazionale brasiliana più spettacolare di ogni epoca fu proprio quella del 1982, allenata da Telê Santana. Ma la discussione, in questo caso, potrebbe essere infinita. Quel tardo pomeriggio del 1982 si fermò l’Italia intera. Tutti si era incollati davanti alla tv oppure alla radio.
E ne abbiamo un ricordo preciso. In quella partita, dove si fronteggiavano campioni leggendari che sono nei libri di storia del calcio, la differenza la fecero i due portieri: l’Italia vinse per 3 reti a 2 e si guadagnò così l’accesso alla semifinale contro la Polonia. Il nostro Dino Zoff fu insuperabile tanto che, l’indomani mattina, la Gazzetta dello Sport ne celebrò le straordinarie parate decisive almeno quanto le reti del bomber Paolo Rossi. Il portiere brasiliano Valdir Peres, invece, venne messo alla gogna dalla stampa brasiliana che lo considerò (a Barbosa nel 1950 toccò uguale sorte) principale responsabile di quella che venne definita la “disfatta del Sarrià”.
Titolare di una carriera più che dignitosa tra i pali del San Paolo, in quell’edizione 1982 del mondiale di calcio, il portiere brasiliano apparve come l’anello debole della selezione brasiliana. Solo un anno prima, nel corso di una gara amichevole contro la Germania Ovest, Valdir Peres fu grande protagonista allorché parò un rigore al tedesco Breitner e, quando l’arbitro fece ribattere il tiro, ancora il grande centrocampista tedesco si vide respingere il tiro (scagliato sul lato opposto a quello della prima conclusione) dal portiere brasiliano.
Per ricorrere ad una metafora letteraria, richiamando il personaggio di Don Abbondio così come descritto da Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi” possiamo affermare che, quella sera di inizio luglio 1982 sul prato del Sarrià il portiere brasiliano Valdir Peres “(…) era come un vaso di terracotta costretto a viaggiare con molti vasi di ferro”. Quella contro l’Italia fu la sua ultima partita con la maglia della nazionale brasiliana.