Vicente Feola è passato alla storia come il primo allenatore campione del mondo con la nazionale brasiliana, ma non solo per questo. Un uomoobeso, di 150 chili, che si è appisolato durante alcune partite, è stato uno dei grandi tecnici della storia del calcio, con un passato notevole anche al São Paulo.
Di origini italiane, cilentane precisamente: della Campania erano i genitori, un artigiano e una contadina di Castellabate che, come tantissimi altri conterranei, all’inizio del Novecento emigrarono in Brasile in cerca di fortuna. A San Paolo, nel 1909 nacque Vicente Italo che, seppur di nazionalità brasiliana, portò sempre con sé l’eredità di un cognome indissolubilmente legato all’Italia.
Nonostante la sua figura caricaturale con il suo sovrappeso (tra l’altro sorrideva quasi sempre) e le tante storie di quando si appisolava durante le partite (per via delle tante medicine che prendeva per problemi renali), Feola è stato un allenatore più che rispettabile nel calcio brasiliano per i suoi successi.
Feola aveva metodi troppo avanzati per l’epoca. Ha cambiato il posizionamento di Zagallo in nazionale e ha insistito fermamente affinché João Havelange gli permettesse di convocare il giovane Pelé per la Coppa del 1958. Pelé si era infortunato, ma è stato ugualmente chiamato da Feola ed è diventato il grande nome in quella Coppa.
L’allenatore aveva un ottimo fiuto per i giocatori. Oltre ad essere stato importante per il successo di Pelé nella Coppa del Mondo del 1958, dando al 17enne un posto nella formazione titolare, è stato colui che ha voluto portare Leônidas da Silva dal Flamengo al São Paulo negli anni ’40.
Al club Tricolor, Feola era una specie di tuttofare: fu assunto come impiegato amministrativo, ma ricoprì più volte il comando tecnico della squadra. Ci sono stati otto momenti alla guida del São Paulo come allenatore. Secondo i conti del club, sono state 532 le partite di Feola sulla panchina dal 1937 al 1965.
Nelle soste senza guidare il São Paulo, Feola è passato per la nazionale brasiliana. Prima di diventare capo allenatore, ha anche lavorato come assistente di Flávio Costa ai Mondiali del 1950. Ha visto il Maracanazo da vicino, ha pianto, ma ha finito per sorridere anni dopo con la gloria del titolo in Svezia.
Vicente Feola è stato il comandante della squadra brasiliana per la Coppa del Mondo del 1958 in Svezia. Ha insistito, come detto, con il presidente federale João Havelange per convocare Pelé, che si era infortunato nell’ultima amichevole prima di partire, e ha finito per presentare al mondo il più grande giocatore di tutti i tempi.
Durante i Mondiali, Feola ha apportato importanti cambiamenti alla nazionale. Ha usato Zagallo sulla fascia sinistra come punto di equilibrio, grazie alla capacità del giocatore del Flamengo di ricomporsi in marcatura per dare libertà a Mané Garrincha dall’altra parte. E ha lasciato che Pelé brillasse accanto a Mané.
Feola avrebbe allenato la nazionale brasiliana ai Mondiali del 1962, ma una malattia gli impedì di guidare la squadra quell’anno. Tra una parentesi al São Paulo e un’esperienza al Boca Juniors, in Argentina, torna alla guida del Brasile nel 1966, in Inghilterra, ma la squadra finisce per deludere in una comp<etizione al di sotto delle aspettative.
Prima della Coppa in Terra da Rainha, Feola aveva convocato un gruppo con più di quaranta nomi per l’allenamento. La squadra prescelta aveva il telaio base del 1958, con sette giocatori della finale contro la Svezia in lista. La rassegna iridata si concluse con una sconfitta per 3-1 contro il Portogallo, ad opera di Eusébio, al Goodison Park, con doppietta proprio della Pantera Nera.
Vicente Feola non sarebbe tornato a comandare la nazionale brasiliana, ma è rimasto una figura importante nel mondo della Seleção. Il tecnico Zagallo gli chiese molti consigli durante il Mondiale del 1970 in Messico, che portò al terzo titolo mondiale del Brasile. Dopo aver lasciato un’eredità importante per il calcio del Paese, Feola morì il 6 novembre 1975.
Mario Bocchio