Il Pescara e Leo Junior. Arrivò in riva all’Adriatico nel 1987, colse una storica salvezza in serie A raggiunta con ben 4 giornate d’anticipo, non riuscendo purtroppo a ripetere l’impresa l’anno successivo. Era il Pescara del grande Galeone e tra i vari Camplone, Bergodi, Pagano, Slišković e Gasperini c’era anche Leo Junior. Il brasiliano, mai dimenticato dai tifosi biancazzurri, nel primo anno collezionò 28 presente, mandando per ben 3 volte la palla in fondo alla rete.
Ma come fece il Pescara ad ingaggiare Leovegildo Lins da Gama Júnior, questo il nome completo dell’ex Flamengo e Torino? Lui stesso lo ha raccontato nell’intervista concessa a Giovanni Tontodonati nel 2017:
“Tutto merito del dirigente Vincenzo Marinelli che parlò con Luciano Nizzola, ex ad del Torino, chiedendo la mia disponibilità. Avevo qualche problema con Gigi Radice e nell’estate dell’87 arrivò la proposta del Pescara. Mi informai e tutti parlarono bene della città e dell’ambiente. Così, dopo tre anni a Torino, decisi di spostarmi. Ebbi il desiderio di rimettermi in discussione con una nuova sfida, mi sono mosso sempre così nella vita. E, dopo il clima freddo di Torino, mi spostai in un posto splendido con temperature più miti”.
Si narra che Gianpiero Gasperini, attuale tecnico dell’Atalanta, durante il ritiro estivo gli avesse consegnato la fascia da capitano avendo riconosciuto in lui carisma e doti da leader. Anche il suo allenatore Giovanni Galeone, altra leggenda da queste parti, si rivolse a lui con dolci parole: “Mi portò a cena e mi disse – ha raccontato il brasiliano in un’altra intervista a Il Messaggero – Leo, io non sono ancora molto esperto di serie A, ho bisogno di una tua mano per guidare questo gruppo di ragazzi. Parole che mi caricarono di energia positiva e responsabilità”.
Junior fu colpito dalla passione con cui i tifosi seguivano il Pescara: “C’è un entusiasmo diverso da tutte le altre città. La gente vive il calcio nella maniera più giusta. Ho girato il mondo e posso dire che qui c’è un’aria particolare per un calciatore. Sono innamorato degli abruzzesi, della loro generosità e del loro affetto”.
I tifosi biancazzurri ricorderanno per sempre il Pescara di Galeone.
“Sì, Galeone è stato un grandissimo tecnico. Ci siamo divertiti, abbiamo regalato gioie agli sportivi pescaresi e ottenuto risultati importanti. Non dimenticherò mai le vittorie a Milano con l’Inter e all’Adriatico con la Juve. Abbiamo sempre giocato per vincere. A San Siro col Milan perdemmo, ma Berlusconi a fine partita venne negli spogliatoi per farci i complimenti. Addirittura mi regalò un orologio. Il Napoli di Maradona ci fece otto gol, ma nel primo tempo gli applausi del San Paolo furono tutti per noi”.