Era considerato uno dei migliori portieri del mondo, insieme ai suoi contemporanei Gordon Banks e Lev Yashin. Ladislao Mazurkiewicz Iglesias è scomparso il 2 gennaio 2013. Il portiere uruguaiano era in coma da alcuni giorni dopo essere stato ricoverato in un ospedale di Montevideo per problemi respiratori e renali. La sua scomparsa all’età di 67 anni ha gettato nella tristezza i tifosi della “Celeste”, di cui indossò i colori 36 volte tra il 1965 e il 1974. E immagini che si scontrano, tra cui il più famoso tour dei colori e della visione del mondo che risale alla semifinale dei Mondiali in Messico (1970) e al suo duello con Pelé. Una finta di corpo da parte del re in piena regola, per quello che resta uno dei gesti più belli della storia del calcio, che pone suo malgrado Mazukiewicz in prima linea sulla scena internazionale.
Mazurkiewicz è considerato uno dei migliori portieri di tutti i tempi
Il brasiliano si diverte anche molto a mettere in risalto i portieri avversari durante questo torneo, mancando di poco un tentativo di pallonetto da centrocampo sul ceco Ivo Viktor e quando avrebbe potuto segnare un gol “che Gordon Banks ha fermato sulla sua linea” contro l’Inghilterra.
La genialità di Pelé non ha impedito al portiere uruguaiano di origini polacche di essere eletto miglior estremo difensore del torneo, forse il più grande riconoscimento della sua carriera segnata da tre partecipazioni ai Mondiali (1966, ‘70 e ‘74). “Chiquito” detiene anche il record di partite giocate in un Mondiale da un giocatore uruguaiano (13 in totale), insieme a Luis Suárez.
Un riconoscimento importante per l’uomo che ha trascorso gran parte della sua carriera nel Peñarol, con il quale ha vinto la Copa Libertadores e la Coppa Intercontinentale nel 1966. Gli unici titoli importanti nella carriera del “Chiquito”, che successivamente tentò la fortuna in Brasile (Atlético Mineiro) e infine in Europa.
Mazurkiewicz si trasferì in Spagna al Granada dove rimase due stagioni (1974-‘76) senza giocare. Una parentesi nel suo viaggio prima del ritorno a Peñarol. È il ritorno della leggenda nel Paese, dove tutto ebbe inizio con il Racing Club de Montevideo, la sua società di formazione dal 1961 al 1964, e finì nel 1981, quando si avvicinava ai quarant’anni.
Yashin – che gli offrì i suoi guanti durante la partita d’addio allo stadio Louzhniki nel maggio 1971 – lo considerava un autentico “ragno nero” e aveva fatto di “Chiquito” il suo successore. Per ricordare al grande pubblico che Mazurkiewicz non è stato solo l’uomo del 17 giugno 1970 contro il Brasile.
“Chiquito” era semplicemente il degno erede del titolo di miglior portiere del mondo all’epoca. Come ai Mondiali del ’66, quando nella partita d’esordio resistette all’attacco inglese e conservò il pareggio (0-0), diventando così il primo giocatore non britannico a non subire gol in una partita ufficiale. Wembley. Quel giorno non è stata solo fortuna.
Mario Bocchio