“Un grande, grande giocatore”, ha detto Jan Mulder il giocatore scrittore olandese, del suo coetaneo Wilfried Van Moer, l’ex calciatore belga morto il 24 agosto 2021 all’età di 76 anni. Quasi tutti i soprannomi acquisiti dal fuoriclasse belga durante la sua vita erano legati alla sua piccola statura: da Piccolo Generale, a Boskabouter.
Il calciatore Van Moer aveva un’altezza di 1,68 metri. La sua corporatura era minuta, i capelli erano radi, e quei pochi arruffati camminava spesso con i calzettoni da calcio cadenti (proprio come Dick Advocaat, il Piccolo Generale olandese) che all’improvviso si trasformavano in calzini, facendo sembrare che fosse ancora più piccolo.
Ma era molto grande, assicura Jan Mulder, che ha sempre affrontato Van Moer come avversario quando ha militato nel campionato belga nell’Anderlecht alla fine degli anni Sessanta. Lo Standard Liegi è stato il club nel quale Van Moer ha vissuto gli anni migliori di sempre. Tre volte di fila campione del Belgio, due volte di fila Van Moer è stato votato miglior giocatore del campionato.
Il mondo del calcio belga è sempre a corto di parole per onorare il grande Wilfried Van Moer. Lo stesso grande centrocampista-stratega non è mai stato molto generoso con le parole. Anche per questa sua caratteristica, era stato esonerato dalla carica di allenatore della nazionale belga nel gennaio 1997, appena un mese dopo la gara di qualificazione ai Mondiali persa a Bruxelles contro l’Olanda (0-3).
Van Moer “non era in grado di comunicare”, è sempre stato detto. Soprattutto non con la stampa. Quella volta il quotidiano de Volkskrant affilò i coltelli e fece a pezzi il Piccolo Generale. Senza dire molto (Mulder: “Uomo molto corretto”), Van Moer è semplicemente tornato a lavorare dietro il bancone del suo caffè ad Hasselt.
Ma torniamo al calciatore Van Moer, che ha esordito nel Beveren all’età di 16 anni e ha giocato un Mondiale a 37 anni. Nel frattempo ha messo insieme titoli e riconoscimenti personali.
Ad un certo punto, relegato nel Beringen, il folletto di Beveren sembrava avviato sul viale del tramonto, ma non fu così. Divenne addirittura il punto cardine della nazionale belga che ha giocato la finale degli Europei.
Nel 1980, infatti, il Belgio ha perso la l’ultimo atto del Campionato europeo contro la Germania Ovest. alla fine Van Moer si classificò quarto nella classifica per assegnare Pallone d’Oro.
Wilfried Van Moer è stato spesso definito come un classico operaio di centrocampo, il portatore di palla, il trottatore proprio come l’olandese Dick Advocaat, anche lui soprannominato il Piccolo Generale.
Jan Mulder non sa come faceva Van Moer, ma lo ha sempre ammesso: “Era sempre nel posto giusto”.
Inoltre, secondo Mulder, Van Moer era molto abile con “la palla morbida” che faceva atterrare proprio davanti ai piedi. In Belgio il paragone ora lo fanno con Kevin De Bruyne, ma non bisogna confrontare il calcio di allora con quello di oggi.
Se Van Moer deve essere paragonato a qualcuno, allora a Mulder viene subito in mente il nome di Willem van Hanegem. Anche lui un genio a centrocampo, che davvero non doveva correre così tanto per esprimere un grande valore. Ecco perché Van Moer è tornato nella nazionale belga anche a un’età rispettabile (37 anni) come centrocampista.
Su de Volkskrant (14 dicembre 1996) Van Moer ha spiegato – dopo l’ennesima bibita Campari – che anche l’invecchiamento ha dei vantaggi. “Vedi il gioco ancora più velocemente perché devi camuffare la tua mancanza di velocità di passo”. Da ragazzo si esercitava a calciare il pallone contro il muro e poi, dopo il calcio, distoglieva lo sguardo dalla palla e dal muro per vedere se qualcuno era libero.
Wilfried Van Moer ha giocato 57 partite in nazionale. Non è molto per un giocatore così grande, ma è dovuto agli infortuni. All’Europeo del 1972 l’italiano Bertini gli diede un calcio che gli procurò una seria frattura, è tornato a un livello inferiore per bruciare di nuovo le tappe come al solito una volta ripresosi. Per Mulder, che in Belgio vinse quattro campionati con l’Anderlecht ed anche una classifica marcatori, fu una fortuna che Van Moer non abbia partecipato al doppio, decisivo turno di qualificazione del 1973 con il Belgio contro l’Olanda per i Mondiali tedeschi. Gli olandesi si qualificarono solo per la differenza reti.
Van Moer ha avuto l’onore nel 1982 che Raymond van het Groenewoud gli abbia dedicato un’ode sulla melodia del suo successo Je Veux De l’Amour. Anche l’allenatore della nazionale Guy Thys ne è rimasto incantato e ha selezionato il 37enne per la Coppa del Mondo in Spagna. Da quell’ode: “… sostenitori con la bocca troppo grande, ma chi resta normale e in salute? È Van Moer… è Van Moer!”.
Ancora Jan Mulder: “Un tecnico raffinato, un pensatore, piacevolmente introverso”. Mulder può vedere quanto meravigliosamente, dolcemente, potrebbe adattarsi Van Moer.
Mario Bocchio