Quando si pensa al calcio italiano degli anni ’50 è impossibile non tornare con la mente alla grande Juventus del Trio Magico, autentica dominatrice di quel periodo. Pedine fondamentali di quella squadra erano il gallese John Charles, detto il Gigante buono per via della sua stazza, e Omar Sivori, vincitore del Pallone d’Oro nel 1961, con indosso la casacca bianconera. Ma a rubare l’occhio e a catturare l’attenzione di tutti c’era anche lui: Giampiero Boniperti, storica leggenda della Vecchia Signora.
In bianconero da giocatore vince 5 campionati, 2 Coppe Italia e si laurea anche capocannoniere nel 1951. Appende gli scarpini al chiodo nel 1961 e i suoi successi sul campo gli valgono anche l’inserimento nella Fifa 100, la lista dei migliori 125 giocatori del XX secolo.
In seguito alla carriera da calciatore intraprende quella da dirigente, sempre tra le file dei bianconeri. Anche in questa veste i successi non mancano, tanto che nel 2012 entra a far parte della Hall of Fame del Calcio Italiano tra i dirigenti. Tuttavia c’è un momento che racchiude al meglio la personalità di Boniperti e cosa abbia significato per la Juventus e tutto il calcio italiano, al di là di tutti i suoi successi. Per capirlo bisogna tornare al 21 ottobre 1953 e, nello specifico, alla partita amichevole disputata nella splendida cornice dello stadio Wembley di Londra fra la nazionale inglese e una seleziona del resto del mondo in occasione dei 90 anni della Football Association. Boniperti è l’unico calciatore italiano chiamato a far parte di quella rappresentativa e per dimostrare di valere quella chiamata realizza lui due dei quattro gol del Resto del Mondo che valgono il pareggio per 4-4.
Come detto fu la serata di Giampiero Boniperti, unico italiano convocato, che marcò due reti nel primo tempo; un primo tempo che vide The Rest chiudere in vantaggio per 3-2. La partita finì poi 4-4 perché l’arbitro gallese s’inventò un rigore. Boniperti e Beara, il portiere subentrato all’austriaco Zemen, si scagliarono contro l’arbitro. Ma rigore fu, e 4-4 finì. Boniperti e gli altri si arrabbiarono ancora quando venne loro consegnato un orologio che sul quadrante riportava England-The Rest. Così, semplicemente il Resto, una cosa che faceva molto Impero.
Il Tabellino
Inghilterra: Merrick, Ramsey, Eckersley, W Wright (capt.), Ufton, Dickinson, S Matthews, Mortensen, Lofthouse, Quixall, Mullen
Resto del Mondo: Zemen, Navarro, Hanappi, Cajkowski, Posipal, Ocwirk (capt.), Boniperti, Kubala, Nordahl, Vukas, Zebec, BearaMarcatori: Mullen 2, Mortensen, Ramsey per l’England. Boniperti 2, Kubala 2 per the rest
Già, perchè nel Resto del Mondo giocava anche il geniale zingaro giramondo Laslo Kubala, che Di Stefano riteneva superiore anche a O’Rey Pelè.