Anche se oggi l’Avellino milita in Serie C c’è da ricordare che anche i Lupi irpini rientrano tra le cosiddette nobili decadute che vantano un passato in Serie A , infatti con il terzo posto conquistato in Serie B nella Stagione 1977-‘78 l’Avellino ottenne la promozione nella massima categoria. Dal 1978-‘79 fino alla stagione 1987-‘88 l’Avellino ha disputato dieci campionati di fila nella Serie A con uno storico ottavo posto al termine della stagione 1981-’82. Purtroppo al termine dell’annata 1987-‘88 l’Avellino si classifico al quindicesimo posto che significò retrocessione in B.
Furono anni belli quelli per l’Avellino che vedevano sfidare al Partenio i club blasonati come Juventus, Milan e Inter. Tra le figure importanti di quella squadra vi era sicuramente il difensore Salvatore Di Somma, ma anche i tecnici Rino Marchesi e Luís Vinício.
Ma nella mente dei tifosi irpini rimangono impresse le prestazioni di due stranieri che indossarono la maglia dell’Avellino in quei dieci anni consecutivi di Serie A.
Stiamo parlando di Juary e Dirceu. Nel giugno del 1980 si decide di riaprire il calciomercato degli stranieri ed anche l’Avellino non si lascia sfuggire l’occasione Acquistando Jorge Dos Santos Filho in arte Juary che fu il primo straniero dell’Avellino in Serie A.
L’Avellino del presidente Antonio Sibilia, in occasione della riapertura delle frontiere, su segnalazione del nuovo allenatore degli irpini, Luís Vinício, acquistò Juary. Vinta un’iniziale diffidenza dovuta al suo fisico minuto, divenne il beniamino della tifoseria e convinse appieno, mostrando di essere un attaccante dalle caratteristiche ideali per una squadra, come quella campana, in lotta per la salvezza.
Riscosse subito simpatie non solo per il suo carattere aperto e solare, ma soprattutto per la caratteristica “danza della bandierina”, il suo modo folkloristico di esultare dopo aver segnato un gol, facendo tre giri intorno alla bandierina del calcio d’angolo, gesto che lo portò all’attenzione generale.
Al suo esordio con l’Avellino, in una partita di Coppa Italia al Partenio vinta per 4-1 contro il Catania, fissò il punteggio segnando quello che lui ricorda come il gol più bello in carriera, tale rete passò inoltre agli annali del calcio italiano per essere stata la prima realizzata da uno straniero dopo la cosiddetta riapertura delle frontiere.
Nel settembre del 1986 approda ad Avellino anche Dirceu, sempre su indicazione del Mister Vinício brasiliano come lui, Dirceu giocava in Italia dal 1982, era alla sua quinta stagione consecutiva nel nostro campionato. Il calciatore brasiliano in cinque stagioni aveva cambiato cinque squadre, un piccolo record per l’epoca.
Prima di approdare in Irpinia aveva giocato a Verona, Napoli, Ascoli e Como. Il fuoriclasse verdeoro con la propria nazionale aveva partecipato a ben tre Mondiali ed era famoso in tutto il mondo per la sua abilità sui calci piazzati. Ancora oggi è un piacere rivedere le immagini delle sue bordate con quelle traiettorie velenose che facevano impazzire i portieri avversari.
Approda ad Avellino non più giovanissimo avendo 34 anni, ma il Mister gli ritaglia il suo spazio affidandogli le chiavi del gioco dell’Avellino con la maglia numero 10 sulle spalle. Dirceu con gli irpini disputò la sua migliore stagione in Serie A, realizzando sei gol e risultando determinante per lo splendido campionato dell’Avellino.
Aveva un mancino magico, col quale riusciva a far fare al pallone quel che voleva, e doti balistiche altrettanto incredibili. La sua specialità erano i tiri ad effetto e i calci di punizione dalla lunga distanza, con i quali riusciva spesso a ingannare anche i portieri più forti.
Fonte: TuttoAvellino