C’erano davvero stati dubbi? Qualcuno aveva davvero creduto che la Spagna avrebbe dato forfeit come quattro anni prima? In casa, con la nazionale a un passo dal suo primo grande trofeo e con la possibilità di sfruttare propagandisticamente il successo da parte di Franco? Certo che no, tanto che il dittatore per primo assiste alla finale di persona. Francisco Franco vede i suoi uomini partire bene, venire raggiunti quasi subito e poi rintanarsi in difesa. Tutti e quattro i gol spagnoli nel torneo erano arrivati da cross dalla destra ed è sugli sviluppi di un traversone di Luis Suárez che Jesús Pereda, complice un liscio di Edouard Mudrik, incorna con forza il pallone da distanza ravvicinata e non lascia scampo a Lev Yashin.
Poco dopo però Fernando Olivella atterra Galimzian Khusainov in area di rigore e lo stesso giocatore firma il pareggio dal dischetto. Il prosieguo della sfida vede le due squadre annullarsi a vicenda: Feliciano Rivilla, rapido e scaltro, dà vita a un esaltante duello col volitivo Khusainov, mentre Albert Schesternev annulla Marcelino, anche se è fortunato a non vedersi fischiare contro un calcio di rigore dopo aver atterrato Pereda.
I difensori sovietici sembrano potere avere la meglio sugli attaccanti spagnoli, ma l’innesto di un ulteriore centrocampista di copertura, Alexei Korneev, si rivelerà fatale, privando Valeri Voronin di un adeguato supporto in fase di costruzione. Il gol-partita per la Spagna arriva quando Suárez lancia l’azione sulla destra e Pereda crossa per Marcelino, il cui colpo di testa si insacca sul primo palo. Quattro giorni più tardi Marcelino avrebbe segnato il gol-partita per il Real Saragozza nella finale di Coppa delle Fiere, conclusasi 2-1 come la sfida di Madrid.
La seconda edizione del torneo segna dunque un passo avanti rispetto alla prima, quando la Spagna non era scesa in campo contro l’Unione Sovietica nei quarti di finale per motivi politici. La Spagna sale per la prima volta sul tetto d’Europa e il gol-partita di Marcelino, splendido per esecuzione, non lascia scampo nemmeno a Yashin, ancora grandissimo a dispetto dei 34 anni, costretto a fare da spettatore nell’occasione.
Che cosa accadde dopo? In qualità di campione d’Europa in carica, la Spagna accede di diritto alla Coppa del Mondo 1966, ma la squadra, quasi identica a quella di due anni prima, non va oltre il primo turno. Le Furie Rosse non avrebbero più vinto un altro grande torneo fino a Euro 2008. L’Unione Sovietica si conferma invece protagonista, raggiungendo le semifinali nel 1966 e nei Campionati Europei 1968, prima di venire sconfitta in finale dalla Germania Ovest nell’edizione del torneo di quattro anni più tardi.