Esordire in A sarebbe stato strameritato
Giu 11, 2024

Tiziano Ascagni, di Voghera, classe 1954, è stato un attaccante, a nostro parere fortissimo, degli anni Settanta e Ottanta.

Nella Ternana 1978-’79 sulle figurine “Panini”

Estroso, difficile da marcare, era capace sia di segnare parecchi gol che di favorire le realizzazioni del proprio compagno di attacco. Dopo gli inizi nella Vogherese passò alla Juventus nel 1972-‘73, venendo impiegato soprattutto a livello giovanile ma esordendo comunque in prima squadra in Coppa Italia contro la Reggiana.

Giocò poi con Latina, Legnano, Udinese, Carpi e Juniorcasale fino al 1978, con molti gol soprattutto nelle ultime due squadre, prima in D e poi in C.

Da sinistra: nei giovani della Juve, con la maglia della Cremonese e a Brescia

Passò allora alla Ternana dove disputò il campionato di B e quindi si trasferì al Varese. Da quel momento divenne così determinante che in pratica dove andava lui era quasi certa la promozione in B, in particolare dal Girone A della C1. Successe 5 volte in 6 anni con Varese, Cremonese, Triestina (con cui giocò pure in B ), Parma e Brescia e con quest’ultima squadra ottenne poi anche il salto in A.

Parma serie C1 1983-’84, promosso in B

La coppia a Trieste con De Falco in particolare fu un vero spettacolo con gol a raffica e grandi prestazioni da parte di entrambi. Chiuse poi con Spezia e Fiorenzuola, senza avere l’opportunità di esordire in A come avrebbe strameritato.

La sua è stata in ogni caso una carriera accompagnata da oltre 100 gol, tante belle giocate, vittorie e spettacolo che lo hanno portato nel cuore dei suoi tifosi e che hanno lasciato ancora oggi un bellissimo ricordo.

A Trieste in coppia con De Falco

“Era un giocatore completo: estro, piedi buoni, tiro potente, visione di gioco, potente e altruista. Carattere allegro, lo ricordo con piacere, con me a Varese ha vinto un campionato. Come mai non abbia giocato stabilmente in serie A per me rimane un mistero” ebbe modo di dire Eugenio Fascetti.

Ascagni in azione nella Triestina nella stagione 1981-’82

“In quei tempi, e parlo degli anni ’60, per noi bambini spesso esisteva solo il divertimento di un pallone. Si giocava dovunque fosse possibile farlo: per strada, negli oratori o nei campetti di periferia. Ovunque ci fosse uno spazio per tirare calci ad un pallone iniziava la sfida, magari in 6 o in 10. Tutto il rione a giocare con quel pallone, spesso fino a sera inoltrata, e così facendo il talento cresceva. Tanto è vero questo discorso che nel mio gruppo di amici facemmo un provino con la Vogherese in dieci, ed in dieci fummo tesserati! Tifavo e tifo per il Torino, ma questa è una lunga storia…” racconta Ascagni.

Che aggiunge: “Qualche volta ci scappava anche qualche scappellotto da parte di mia madre quando tornavo a casa con qualche indumento sporco, le scarpe imbrattate o con qualche livido in più. Solo con il passaggio alla Vogherese le trasferte cominciarono ad essere realizzate con il pullman, mentre per le partite casalinghe rigorosamente a piedi o in bici. Questo periodo è pieno di aneddoti da poterci scrivere un libro. Gran bei tempi”.

Fonti: “Quando i calciatori avevano facce da calciatori” e “Ternana News”

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