Addirittura un film. Il film Braća Musemić, ispirato alle vite delle leggende del calcio Vahidin e Husref Musemić. La storia si concentra sui loro successi, sia nei club che nella squadra nazionale, con un’enfasi particolare sulla carriera di Vahidin nella nazionale della Jugoslavia dell’epoca.
Le generazioni di campioni della squadra di Koševo, nella quale i fratelli erano una presenza indispensabile, hanno lasciato un segno indelebile nel calcio jugoslavo. Oltre alle storie sportive, il film mette in risalto il forte legame tra i fratelli Musemić e il sostegno delle loro famiglie nel cammino verso il successo sportivo.
Vahidin nel Sarajevo (a sinistra) e nella Jugoslavia
Un sogno diventato realtà. Edin Isanović, l’autore del film, sottolinea di essere sempre stato attratto dall’altro lato del calcio, la dimensione umana. Il film è la realizzazione del sogno d’infanzia di Isanović, perché suo padre gli raccontava spesso della maestria di Vahidin e Husref e, come lui stesso dice, di voli celesti e di sacrifici fanatici.
“Anche se non ho avuto l’opportunità di osservare i fratelli Musemić in campo, durante tutta la mia educazione sono rimasto affascinato dalla storia del loro legame. Sono un tifoso dell’FK Sarajevo, sono cresciuto con il colore bordeaux e sono contento che un progetto come questo sia riuscito, per mostrare che tipo di vita e percorso sportivo hanno avuto i fratelli Musemić”, dice Isanović.
Mancanza di archivio. Sottolinea che non è stato affatto facile girare un film documentario come questo, perché buona parte del materiale d’archivio della televisione di Stato è stato bruciato durante la guerra, quindi è molto difficile reperire filmati.
“Ciò che mi ha aiutato di più è stata una vecchia cassetta VHS degli anni ’70 che conteneva registrazioni di Vahidin, e su di esse appare anche Husref”, dice l’autore.
Con questo lavoro ha voluto cambiare gli stereotipi dei film sportivi ed esplorare l’aspetto intimo della vita privata dei fratelli Musemić. Il film mostra il sostegno e l’aiuto del fratello maggiore Vahidin al fratello minore Husref.
“Film come questo sono importanti non solo per i risultati sportivi, ma anche per la rappresentazione dei forti legami all’interno di una famiglia. Il film serve anche a ricordare che la vita è fugace e che è importante costruire relazioni mentre la si vive”, dice Isanović.
Dimensioni umane e sportive. “Questi due sono gli unici fratelli ad aver giocato nello stesso ruolo e la loro eredità sportiva non sarà dimenticata. C’erano altri fratelli che giocavano in momenti diversi o addirittura insieme, ma in ruoli diversi nella squadra. Solo Vahidin e Husref hanno giocato nello stesso ruolo di punta centrale”, fa notare Isanović.
Il destino ha voluto che Vahidin non aspettasse di vedere il film di cui è il protagonista principale. Morì sette giorni dopo aver girato l’ultima scena.
Già all’età di 15 anni divenne membro dei pionieri dell’FC Sarajevo. Con questa maglia ha giocato 182 partite ufficiali e segnato 84 gol, diventando così il quinto miglior marcatore della storia del club. Era un membro della generazione di campioni che vinse il campionato della Jugoslavia nella stagione 1966-‘67, anche il primo campionato nella storia del club. In quella stagione fu il capocannoniere della squadra con 16 gol. Segnava facilmente reti in tutti i modi possibili ed era considerato uno dei migliori marcatori del suo tempo, non solo in Jugoslavia ma anche in tutta Europa.
Ha giocato 17 partite con la nazionale jugoslava e ha messo a segno 9 gol. All’Europeo del 1968 guidò l’attacco della nazionale che divenne vicecampione d’Europa. Ha trascorso gli ultimi due anni della sua carriera da giocatore in Francia, nella squadra del Nizza, prima di terminare prima del previsto a causa di infortuni.
Insieme alla sua Sarajevo, anche lui c’ era nei giorni della guerra. Durante quel periodo ricoprì la carica di direttore tecnico del club e, anche dopo il periodo bellico, fece parte degli organi direttivi dell’FC Sarajevo.
Nella stagione 1982-’83, sempre a Sarajevo, sotto la guida dell’allenatore Markušević, Husref conobbe la massima fioritura e si affermò definitivamente nel ruolo di primo centravanti. Fu particolarmente impressionante nelle partite di Coppa UEFA giocò una delle migliori partite della sua carriera quando lo Slavia di Sofia ha fatto visita a Koševo. Il Sarajevo vinse 4-2, Musemić segnò tre volte nella porta della squadra bulgara, e ha anche realizzato gol nei duelli con Corvinul e Anderlecht. In quella stagione, la squadra di Koševo giocò gli ottavi di finale della Coppa UEFA, e raggiunse la finale della Coppa Maresciallo Tito, dove fu sconfitta dalla Dinamo con il punteggio di 3-2, e Musemić fu il marcatore del uno dei due gol.
Le belle partite non passarono inosservate, così nel marzo 1983 fece la sua prima, e in seguito sarebbe stata l’unica, apparizione con la maglia della nazionale jugoslava. Era in una partita amichevole tra Romania e Jugoslavia. La stagione 1984-85 ha portato lui, come la maggior parte dei suoi compagni di squadra della sua generazione, all’apice della sua carriera. Quell’anno il Sarajevo vinse il campionato e il primo marcatore della squadra fu Musemić con 19 gol.
Dopo aver vinto il titolo, si è trasferito alla Crvena Zvezda, la Stella Rossa di Belgrado, dove ha trascorso le quattro stagioni successive, e dopo aver ottenuto le condizioni per andare all’estero, è diventato giocatore Heart of Midlothian. Rimase in Scozia solo sei mesi e nel gennaio 1990 arrivò di nuovo a Koševo. Alla fine dell’annata collezionò 14 presenze e, con 6 gol, ha giocato un ruolo importante nella lotta per la salvezza. Rimase Sarajevo per sei mesi, ma senza molto successo, poiché timbrò il cartellino solo tre volte in 12 partite, comprese quelle di Coppa, e nella finestra di mercato invernale andò di nuovo all’estero, questa volta al Twente in Olanda.
Da giocatore, contando entrambi i periodi in cui ha vestito la maglia bordeaux, ha giocato un totale di 157 volte, realizzando 65 gol. Dopo aver lasciato Koševo, ha indossato la maglia del Twente per due stagioni, poi ha trascorso altri due anni nel campionato inferiore tedesco col Pffulendorf. Con la sua partecipazione all’amichevole tra Albania e Bosnia ed Erzegovina a Tirana nel 1995, Musemić è entrato nella storia della nazionale della Bosnia ed Erzegovina e allo stesso tempo, insieme a Baždarević e Omerović, è l’unico giocatore a ad aver indossato le maglia maglie di due nazionali, Jugoslavia e Bosnia ed Erzegovina.
Mario Bocchio