Quando arrivò in Germania per la sua prima FIFA World Cup, nel giugno del 1974, Wladyslaw Zmuda non era solamente sconosciuto al mondo del calcio internazionale, ma in un certo senso sconosciuto anche all’interno della sua nazione. Sette partite e diverse settimane più tardi l’irriducibile difensore fu acclamato come la rivelazione dei mondiali e come una delle colonne portanti della nazionale polacca; aveva solamente 20 anni. Il giocatore non si era ancora reso conto di essersi appena imbarcato in una relazione amorosa con l’evento sportivo più prestigioso al mondo, una relazione che durerà ben 16 anni.
In effetti, la carriera di Zmuda era iniziata solamente l’anno precedente, ma la sua scalata all’eccellenza fu spettacolare. Zmuda passò sei lunghi anni imparando pazientemente il gioco nella sua prima squadra, il Motor Lublino; nel 1973 finalmente spiccò il volo arrivando nella Gwardia Varsavia, la seconda squadra della capitale polacca. Il 19enne fu di valido aiuto in coppa UEFA 1973-’74, nella quale il Gwardia fu eliminato di misura dai vincitori del Feyenoord.
Non volendo farsi sfuggire un tale talento emergente, l’allenatore della nazionale polacca Kazimierz Gorski si assunse il rischio di convocare Zmuda per la FIFA World Cup 1974. Il giovane arrivò in Germania con quella che a grandi linee era la squadra vincitrice dell’oro alle Olimpiadi di Monaco 1972. La spina dorsale di una difesa di ferro.
Tale era la fiducia di Gorski nel giovane talento che non esitò un solo attimo a inserire il giocatore al centro della difesa accanto a Antoni Szymanowski, Jerzy Gorgon e Adam Musial. Nel duro girone che comprendeva Argentina, Italia e Haiti, la difesa polacca impressionò per la sua solidità e consistenza che annullava i ripetuti attacchi degli avversari. Anche se i tifosi si ricorderanno i grandi attacchi che produssero 12 gol in tre partite, gli spettatori furono davvero impressionati da una difesa di ferro che, in tutto il torneo, concesse solamente 5 gol agli avversari. Alto 1,87m, Zmuda diresse la difesa durante sette partite senza alcuna preoccupazione, marcando campioni del calibro di Gerd Muller, Gigi Riva e Mario Kempes.
Anche l’irresistibile Brasile, con Dirceu, Rivelino e Jairzinho, non riuscì a superare l’arcigna retroguardia polacca perdendo contro gli europei per 1 a 0 la finale per il terzo posto. Nel 2002, per una simile prestazione, Zmuda sarebbe stato ricercato dalle migliori squadre europee. Nel 1974 tuttavia, il blocco dei trasferimenti dei giocatori dell’Est europeo non permetteva tali spostamenti.
Imperterrito, Zmuda continuò la propria carriera in Polonia con il Slask Wroclaw e in seguito con il Widzew Lodz; quindi nel 1982 la squadra italiana Hellas Verona riuscì ad ottenerne il trasferimento. All’apice della sua carriera, Zmuda arrivò alla fase finale di Spagna ’82 dove avrebbe giocato un altro magico torneo. La Polonia terminò al terzo posto sconfiggendo la Francia nella “finalina”.
Dopo due stagioni al Verona, purtroppo segnate da vari infortuni, Zmuda passò un breve periodo con i New York Cosmos prima di tornare in Italia, giocando in Serie B due delle sue tre stagioni con la Cremonese. Zmuda si ritirò nel 1987.
In una lunga e vittoriosa carriera internazionale, con 91 convocazioni e due gol, senza dubbio rimarranno nella memoria collettiva i suoi eroismi in FIFA World Cup. Zmuda detiene il record polacco di apparizioni (21) nella fase finale di FIFA World Cup. I quattro tornei che ha disputato, nel 1974, 1978, 1982 e 1986, lo classificano al terzo posto di tutti i tempi alle spalle del messicano Antonio Carbajal e del tedesco Lothar Matthaus e a pari merito con leggende del calcio come Pelé, Diego Maradona e Gianni Rivera.
Zmuda è rimasto attivamente nel mondo del calcio e attualmente è allenatore della nazionale polacca under 21.