“Dio perdona, Riga-nò”
Mag 25, 2024

“Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera”

(Collodi)

Ha segnato in tutte le categorie del calcio, tranne che nell’infima Terza. A 25 anni faceva il muratore e giocava nei dilettanti. Ma il pallone, in cui aveva riposto tanta speranza, riuscì a sdebitarsi con lui. Christian Riganò è stato il bomber della rinascita della Fiorentina.

Riganò nel Taranto

I viola – come sottolinea Giovanni Vasso – lo chiamano quando c’è da ripartire dalle ceneri del fallimento, dalla C2. Lui, che è esploso a Taranto dove ha trascinato gli jonici fino alle porte della B, accetta. Sarà subito amore. Firenze è piazza esigente. Ha conosciuto il talento, ha visto il pallone.

La Fiesole ha sognato con Roberto Baggio, Gabriel Omar Batistuta, Rui Costa. Riganò non è certo un calciatore che fa dell’eleganza la sua cifra anche se certi colpi di classe, all’ex muratore di Lipari, non gli mancano.

In Spagna nel Levante

Ma lui è soprattutto grinta, forza e un notevolissimo senso del gol. Anzi, lui è una macchina da gol. Segna in ogni modo, spesso e volentieri di testa, sfruttando i suoi 191 centimetri. Ha un fiuto eccezionale. Con la maglia viola, Riganò fa una straordinaria cavalcata dalla C2 fino alla serie A.

L’abbraccio della “Curva Fiesole”
“Riga” e “Bati”

Gli ultrà lo amano: Dio perdona, Riga-nò. Glielo cantano, glielo scrivono sugli striscioni. Ma tutte le cose belle nel calcio, prima o poi, debbono finire. Riganò continuerà a segnare come un matto, tra serie A e serie B. Empoli, Messina e Siena. Anche in Spagna, dove indossa la maglia rossoblù del Levante. Poi ritorna lì dove era partito, nelle serie minori. A segnare ancora, nonostante gli anni e l’evidente sovrappeso. Perché segnare, per quelli come lui, è un istinto che non si può perdere né ignorare.

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