Lo chiamavano l’”allenator cortese”. Oggi ha 88 anni e vive a Ragusa. Quando portò il Mazara dalla promozione alla serie D nel campionato 1975-‘76 di anni ne aveva 39. Carlo Cesarato, un veneto di Mestre, sbarcato a Ragusa dove giocò per sette anni, vincendo un paio di campionati, era un allenatore particolare.
Ha rifatto il volto del Mazara dandogli uno stile di comportamento e convogliando sui canarini la simpatia di molti pubblici, prima ostili. Ha fatto raddoppiare gli incassi, ha mostrato ai dirigenti come si organizza una società modello. Un vero soldato di ventura, serio, onesto, capace, fedele. Nella sua memoria, così come in quella dei tifosi, c’è sempre quel Mazara che vinse il campionato nella finale con il Canicattì giocata alla Favorita di Palermo davanti a 12 mila spettatori, ottomila mazaresi, quattromila del Canicattì del presidente Vincenzo Ragona.
“Mazara è una città fantastica con un mare meraviglioso – disse una decina di anni fa – con un pubblico fantastico da serie superiore”. “L’allenator cortese” amava passeggiare, fuori dagli allenamenti sul lungomare, forse gli ricordava la sua Mestre, quasi sempre solitario, pensieroso, poi entrava in un bar per il solito caffè e per fumare l’ennesima sigaretta della giornata.
Per lo spareggio mandò in campo: Macellari, Fintana, Gentile, Maggio, Giacalone M. , Ruggiano, Di Stefano, Giacalone S. , (dal 67’ Gargano), Azzaro, Murador, Messina.
Tutti giocatori che lui aveva voluto e sui quali contava molto. In Veneto, nella prima gioventù, era stato un calciatore di centrocampo di buona qualità. Un anno in C con il Mestre, sei anni in B con il Venezia, poi la grande carta della A con il Vicenza, sino a quando il “diavolo”, cioè il menisco, non gli bruciò i sogni di gloria inducendolo a tentare l’avventura siciliana.
Così Cesarato approda a Ragusa dove gioca per sette anni e poi lo allena vincendo anche il suo primo campionato (promozione del 1963-‘64). Poi un valzer in grossi centri: Caltanissetta, Enna, Modica dove vince il campionato stagione 1972-‘73, poi arriva a Mazara dover consolida il suo gran lavoro di tecnico e di scelta di giocatori, tra cui molti mazaresi come Matteo Giacalone, Santino Giacalone, Baldassare Gargano, Guido Salvo, Luciano Quinci.
È stata quella una delle più belle stagioni del Mazara. Si è ripetuta nella stagione 1984-‘85 che vide la squadra allenata da Ignazio Arcoleo vincere l’allora campionato di Interregionale, per poi ritrovarsi punito con cinque punti di penalizzazione in seguito a un’accusa di illecito sportivo. Ma questa è un’altra storia.
Fonte: “Giornale di Sicilia” – Salvatore Giacalone. Per le foto si è attinto dall’archivio di Pino Catalano