Nato a Crevalcore il 22 gennaio 1939, Luigi Simoni, noto semplicemente come Gigi, è stato un calciatore e allenatore italiano, oltre che apprezzato dirigente sportivo. Il suo nome è legato in particolar modo a due squadre: il Genoa e l’Inter. In silenzio, se n’è andato il 22 maggio del 2020
Gigi Simoni calciatore. La carriera Simoni muove i primi passi nel Mantova, con cui riesce a conquistare una storica promozione nella massima serie. Dopo un’esperienza in B con la maglia del Napoli, con il quale centrerà la promozione e alzerà al cielo la Coppa Italia, tornerà al Mantova per poi trasferirsi al Torino. Qui nel 1964 conquisterà definitivamente le luci della ribalta insieme con il suo partner d’attacco, l’eclettico e talentuoso Luigi Meroni.
Luigi Simoni dalla Juventus al ritiro. Con la maglia del Torino avrebbe trascorso tre stagioni prima di passare all’altra sponda della città, ossia alla Juventus. Senza riuscire a trovare un ruolo di spicco all’interno della squadra, Simoni decise di tornare a giocare nella serie cadetta (al Brescia) prima di passare al Genoa, ultima squadra della sia carriera da calciatore.
Gigi Simoni allenatore. Appesi gli scarpini al chiodo Simoni iniziò la sua avventura da allenatore come secondo di Vincenzi proprio sulla panchina del Genoa. Sempre seguendo le sue orme da calciatore, Gigi passò al Brescia e poi nuovamente al Genoa. Seguono anni particolarmente movimentati per il tecnico che in pochi anni gira tra il Pisa, la Lazio, l’Empoli, il Cosenza e ancora il Genoa. Grazie alla sua esperienza e ai risultati ottenuti, nel ’96 viene chiamato dal Napoli, esperienza breve ma intensa caratterizzata prima dal sogno Scudetto e poi dalle dieci partite senza vittorie che gli valsero l’esonero.
Nel 1986-’87 allena il Pisa portandolo in Serie A.
Rimane per quattro anni alla guida della Cremonese, con la quale ottiene una promozione, due salvezze e una retrocessione. Con il club grigiorosso nel 1993 vince il Torneo Anglo-Italiano battendo a Wembley in finale il Derby County con il risultato di 3-1
Gigi Simoni all’Inter e l’esperienza in Bulgaria. La grande occasione per l’allenatore è rappresentata dalla chiamata dell’Inter, dove trova un altro nuovo arrivato, Ronaldo il Fenomeno. È il momento più alto della carriera di Simoni, che porta a casa una Coppa Uefa nella sua stagione d’esordio. Dal popolo nerazzurro (e non solo) verrà sempre ricordato come l’allenatore che si fece espellere furibondo con l’arbitro Ceccarini per il mancato rigore di Iuliano su Ronaldo. Moratti scommise su di lui ma lo trattò male e lo licenziò all’improvviso l’anno successivo (poi pentendosene) dopo una vittoria col Real Madrid in Coppa.
Altra esperienza rilevante nella sua carriera è quella che lo porta nel 2001 in Bulgaria, dove guida il Cska Sofia per alcuni mesi prima di tornare in Italia.
Gigi Simoni, la moglie e la vita privata. In occasione del suo ottantesimo compleanno, Simoni ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ripercorrendo la sua carriera senza escludere aneddoti sulla sua vita privata e soprattutto senza nascondere il ruolo primario di sua moglie Monica, una presenza fissa nei momenti migliori e in quelli più difficili.
La morte del figlio di Gigi Simoni. Nel 1999 Simoni ha dovuto affrontare la tragica morte del figlio, scomparso a soli 33 anni in seguito ad alcune complicazioni legate a un grave incidente stradale. Dopo dieci giorni di ricovero, il giovane si è spento. Adriano Simoni era alla guida di una moto quando si è scontrato con una macchina cadendo dal mezzo e sbattendo violentemente a terra dopo un volo di diversi metri. Sinoni è stato un bravissimo uomo di calcio come ne conosciamo tanti, un esponente di quella scuola italiana e artigiana del football, ma non era un tipo mediatico, e se ne è andato convinto di aver vissuto una vita in credito col calcio e che gli fosse stato fatto un grande sgarbo, quello di avergli sottratto forzosamente lo scudetto quel pomeriggio contro la Juventus.