Il calcio a Como nacque nel 1907 con la fondazione del Como Foot-Ball Club, ma la società non ottenne risultati particolari. Nel 1927 avvenne la fusione con un’altra realtà calcistica cittadina, l’Esperia, e per l’occasione la squadra cambiò denominazione in Associazione Calcio Comense. La prima esperienza dei lombardi in Serie B arrivò nel 1931, ma seguirono anni di crisi sportiva e di retrocessioni nelle serie inferiori. Nel 1936-‘37 venne deciso di denominare nuovamente la società come Calcio Como e di adottare l’azzurro come colore sociale. In quegli anni i lombardi si confermarono una presenza fissa in Serie C, venendo poi ammessi in Serie B dopo la Seconda Guerra Mondiale. Fu questo il periodo migliore per i Lariani che nel 1949 colsero anche la loro prima storica promozione in Serie A. Il Como rimase nella massima serie per quattro stagioni e al primo campionato riuscì persino ad arrivare al sesto posto, il miglior piazzamento mai raggiunto dalla società. A seguito del ritorno in Serie B nel 1953 i Lariani rimasero nella serie cadetta per un decennio, per poi retrocedere nel 1963-‘64 in Serie C e riconquistare la serie cadetta nel 1967 dopo varie stagioni di purgatorio.
Dopo la retrocessione in Serie C1 nel 1978, il Como riuscì a centrare ben due promozioni consecutive e a tornare in Serie A dove riuscì persino a rimanere per due stagioni consecutive. Gli anni Ottanta furono anni contraddistinti da retrocessioni e promozioni in Serie A, infatti nel 1984 il Como tornò nuovamente nella massima serie, rimanendovi per ben cinque stagioni nelle quali raggiunse anche le semifinali di Coppa Italia. Seguirono altre due retrocessioni consecutive che portarono i Lariani in Serie C1 nel 1990. Per tutti gli anni Novanta i comaschi rimasero in Serie C1 con la sola eccezione di una stagione sfortunata in Serie B nel 1994-‘95. Nel 1997 se non altro i lombardi riuscirono a vincere la Coppa Italia di Serie C battendo in finale la Nocerina. Grazie alla presidenza di Enrico Preziosi il Como riconquistò finalmente la Serie B nel 2001, e la Serie A nella stagione successiva. In Serie A i lombardi incapparono in una stagione disastrosa e retrocessero subito nella serie cadetta con Preziosi che decise di cedere il club e una nuova retrocessione in Serie C1, cui ne seguì un’altra in Serie C2 la stagione successiva.
Questa crisi sportiva culminò nel fallimento del club avvenuto nel 2004 e con l’iscrizione della neonata Calcio Como in Serie D. Riconquistata almeno la Lega Pro Seconda Divisione, il Como ha operato un rilancio societario che ha portato i lacustri a centrare la promozione in Lega Pro Prima Divisione. Infine nel 2014-‘15 il Como riuscì a centrare i playoff e a tornare in Serie B dopo oltre dieci anni di assenza forzata. Ma al termine della stagione 2015-‘16, il Como retrocede nuovamente in Lega Pro (viene anche dichiarato il fallimento). La squadra è stata quindi rifondata con l’attuale denominazione, ripartendo dalla Serie D. Poi ritorna in B. Oggi si riappropria della Serie A con Robert Budi e Michael Hartono. I proprietari indonesiani, economicamente nati nel ramo del tabacco, sono stati inseriti da Forbes sopra la posizione numero 20 nella lista dei 100 uomini più ricchi al mondo. Ma non si può non partire dall’uomo che ha acceso i riflettori sulla realtà lariana: Cesc Fabregas, uno che ha vinto tutto con il Barcellona e la Nazionale spagnola, che ha accettato di abbracciare il progetto non solo andando a chiudere la carriera in Lombardia nel 2022, ma poi partendo dalla Primavera per arrivare a guidare la squadra dalla panchina al posto di Moreno Longo.
Il Como è ritornato dunque in A e in A vuole rimanerci con un progetto giudicato a ragione molto intrigante: ha come riferimento Disney, parchi a tema, film, studios, media e merchandising. Tutto connesso in un’unica fase. La stessa cosa che dobbiamo fare qua. Questo Como era partito con 850mila euro, oggi la proprietà di arrivare a un valore da un miliardo tra sport, media, strutture, merchandising e turismo. Ha investito nel fashion, le valigie col marchio Como le vendono da Harrods. I fatti hanno seguito le parole. E per quanto riguarda lo stadio? Il Sinigaglia ha subito un ampliamento di un migliaio di posti, ma ancora non basta per la Serie A: A breve la proprietà approverà il progetto da presentare al Comune. Non sarà uno stadio per il Como, aperto due o tre giorni al mese, ma per la città, con aree commerciali e sanitarie. L’Atalanta ha fatto i lavori a blocchi senza risentirne. La volontà è quella di giocare la A a Como. La realtà immaginata dal Como va ben oltre il fantastico risultato della promozione.