La Folgore di Castelvetrano prende il nome dalla gloriosa Brigata Folgore, che durante l’ epoca bellica aveva stazionato con una delle sue divisione della città ed era guidata da un generale castelvetranese: nasce nell’anno 1945 per volontà di un manipolo di giovani che, per affrancarsi dai postumi della guerra appena finita, intendevano iniziare una attività sportiva in un paese povero e privo di attrattive per la gioventù del luogo.
La prima palla di gioco che i ragazzi della Folgore conobbero, non si stupiscano i giovani d’oggi, era di caucciù recuperata nella lontana Torino dal presidente Franco Lombardo. I colori furono il rosso ed il nero come la speranza di un tempo migliore e la metabolizzazione del lutto che aveva colpito tante famiglie del loro amato paese. Il gruppo sportivo Folgore nasce così, tra gli odori di fieno spinto dall’entusiasmo dei tre soci fondatori, Franco Lombardo, Dino Clemente e Pippo Vignola ai quali ben presto si aggregarono giovani di belle speranze che compariranno poi nella prima foto ufficiale quella con le canottiere bianche, a dispetto del freddo, con banda trasversale cucita dalle mamme. Come gruppo sportivo, la Folgore venne integrata nei ranghi federali nel 1950 per iniziativa dell’allora Commissario regionale della Lega Giovanile della FIGC, Spadaro, quando l’eco di questa attività giunse a Palermo.
Da allora è stato un susseguirsi di partecipazioni ai diversi campionati sempre con prestigio e dignità, come quello di Promozione, serie D poi e successivamente Interregionale rispettivamente con le presidenze di Peppino Taormina, Rocco Riggio, Ciccio Genna, Enzo Bonanno, Enzo Mangiaracina e Giuseppe D’Arienzo. I primi veri successi la Folgore li ottenne ai tempi del “mitico” presidente Taormina quando negli anni 61′-62′ la Folgore vinse il campionato di Promozione dopo aver superato nel doppio spareggio contro la Massiminiana, per poi ripetersi nell’ anno1982-1983 con allenatore Mimmo Rizzo.
Riepilogare tutti questi anni di storia della Folgore sarebbe molto difficile, poichè non basterebbero tutte le pagine disponibili, per raccontare di Don Peppino Taormina, Visentini, Paolo Marino (castelvetranese a cui è intitolato lo stadio), Vadalà, Caramanno, Berlig, Reina; e anche di giocatori come Tranchina, Paolo e Benito Marino, Francesco Morana. Poi raccontare di Mimmo Rizzo, di Aldo Tilotta, Sergio Bertoglio, Peppe Lipido, Salvatore Bua, Giuseppe D’ Arienzo, Renato Oroni, Giovanni Grande, Nicola Dolce, Vito Signorello e tanti altri che hanno scritto pagine indimenticabili. Basterebbe ricordare la storica promozione del 1963 in Quarta Serie 8l’ex C2), che portò alla disputa di ben 11 campionati nel prestigioso campionato nazionale.
Gli innumerevoli campionati in D, i tanti giovani sfornati dal settore giovanile che fecero la fortuna dei grandi club di tutta Italia , gli storici derby e le tante battaglie. Poi come non si può ricordare il Campionato del 1982-‘83 anch’ esso con una vittoria che sancì la vittoria del campionato e il ritorno nell’ Interregionale. Vogliamo poi ricordare le stagioni a partire dal 1995-‘96 quando la Folgore giocò l’ultima stagione in D.
Quella era una delle formazioni più forti della storia con giocatori come: Polessi, Di Ruocco, Capizzi, Signorello, Riganò Dolce, Ricordi e Chico; in panchina si alternarono Carducci, Borsellino e Domingo. La squadra visse un campionato tormentato e all’ ultima giornata retrocesse in Eccellenza. Una squadra completamente rinnovata la stagione successiva, sfiorò il titolo classificandosi alle spalle del Mazara che conquistò la promozione. Nei playoff affrontò il Siracusa che batté con un doppio 1-0: Tilotta a Siracusa e Cirrone a Castelvetrano, ed in finale il Rieti. All’ andata finì 2-1 per i laziali, ma il gol siglato da Tilotta nel finale fece presagire il riscatto nel ritorno: Di Ruocco in apertura mise a segno il gol qualificazione e la partita sembrava essere finita.
Un incredibile carosello di goal mancati fu il preludio alla doccia fredda della rete di Gregori, a tempo scaduto, che condannò la Folgore. Nella stagione successiva, con Cerro prima e Messana poi in panchina, arrivò un buon quarto posto con la ciliegina della semifinale di Coppa Italia dilettanti, persa con il Siracusa che vinse il torneo.
Ma l’ annus horribilis fu quello successivo con una stagione ricca di amarezze con un via vai di tecnici con Messana che iniziò e concluse la stagione, inframmezzato dalla guida tecnica di De Maria e con una serie di partite da dimenticare che tennero in ansia fino alla fine la tifoseria, e con una salvezza conquistata all’ ultima giornata.
Ma se arrivò quella sul campo, la Lega sicula non fu altrettanto clemente con i bilanci in rosso di una società che l’ improvvida gestione di qualcuno portò al baratro. E così il 18 agosto 1999 venne scritta la pagina più triste della gloriosa storia folgorina con la radiazione dai quadri. La città si sentì defraudata e non tollerò quell’ anno senza calcio. Un gruppo decise di acquistare il titolo dalla Mazarese, ripartendo dalla Promozione. La prima stagione fu di assestamento, con Luigi Aiello in panchina, poi nella seconda stagione invece fu ripescata in Eccellenza grazie al cammino condotto sino ai playoff. E qui la storia si mischia alla cronaca, con una squadra che, da neo promossa, conquista un onorevole settimo posto, a due sole lunghezze dai playoff.
Una squadra che, affidata ancora una volta alle sapienti mani di Gigi Aiello, passa poi a Gigi Lamia ed infine a Saverio Siino che la rende protagonista di un esaltante girone di ritorno che la conduce dalle retrovie ai piani alti della classifica. Una stagione con tante perle, non ultima la vittoria sulla Fincantieri che vinse poi il campionato. Il resto lo abbiamo ancora negli occhi, con l’ arrivo di Chico, e la vittoria del campionato 2003-‘04. Come detto, uno dei punti più alti i tifosi lo vivono nel 1983. Dopo 8 stagioni di purgatorio in promozione la Folgore ritorna inInterregionale. In un pomeriggio di maggio del 1983, la Folgore ha battuto l’Empedoclina con il risultato di 3-0 grazie ad una doppietta di Aldo Tilotta, capocannoniere del torneo ed un gal di Lello Patti.
Quella domenica di primavera del 1983 era destinata ad entrare nella storia della società calcistica castelvetranese. L’apoteosi in casa contro l’Empedoclina. Artefici della vittoria del campionato di Promozione la società, che dopo la sconfitta pesantissima nell’anno precedente, riuscì a centrare l’obiettivo.
Fonte e fotografie: “Castelvetrano News”