L’atto di nascita del calcio spagnolo fu firmato ufficialmente il 13 maggio 1902, quando il Bizcaya de Bilbao e il Club di Barcellona giocarono il primo turno della Coppa dell’Incoronazione di Alfonso XIII. Organizzato dalla squadra di calcio di Madrid. Il torneo finì per essere riconosciuto come il primo campionato nazionale del nuovo “sport”. Pertanto, quando il giorno successivo, sull’erba dell’Ippodromo di Madrid, il già citato Madrid Foot-ball Club e il Barcelona Foot-ball Club si affrontarono in una delle semifinali, l’1-3 per i secondi classificati che pose fine alla partita, fu il primo scontro ufficiale tra i due club che avrebbero dominato il calcio spagnolo. A quel tempo, però, la loro preponderanza non era totale. La squadra madrilena fu fondata nel 1902 e quella catalana nel 1899, dovettero affrontare la forte concorrenza dell’Athletic Bilbao, fondato a sua volta nel 1898, e dal quale non riuscirono a separarsi fino alla metà del XX secolo con l’intensificarsi del professionismo. Ma il potenziale di crescita di entrambi i club, sommato a circostanze politico-sociali simili a quelle che sono ancora attuali un secolo dopo, ha portato i Blancos e i catalani a creare, mantenere e intensificare una rivalità in cui, in principio, erano i catalani in preponderante vantaggio: dal 1902 al 1916 giocarono sette partite, tutte amichevoli, e il Barcellona ne vinse cinque, arrendendosi solo a due pareggi.
Ci volle il 1916, anno della battaglia di Verdun, perché il Madrid C.F. (non ancora Real) e l’F.C. Barcellona si affrontassero nuovamente in una partita ufficiale. Era una semifinale di Copa del Rey. Una competizione non ancora molto sviluppata essendo arrivata dai campionati regionali; delle cinque squadre qualificate alla fase finale, due hanno rifiutato di disputarla. Così Real Madrid e Barcellona si affrontarono in un doppio match – senza differenza reti – per determinare chi avrebbe giocato contro l’Athletic, già qualificato, nella finale. Il 26 marzo 1916, il Barcellona batte il Real Madrid 2-1 al Velodromo di Barcellona , con gol di Martínez e Paulino Alcántara il Barcellona e di René Petit per la gioia dei tifosi della capitale. Nella gara di ritorno, il 2 aprile 1916 al campo O’Donnell (non ancora uno stadio), i bianchi ottennero finalmente la loro prima vittoria ufficiale contro il Barcellona: 4-1, con tre gol di Santiago Bernabéu (uno su rigore) e un altro di Juan Petit. Poiché non contava la differenza reti ma il numero di vittorie, si dovette andare allo spareggio. E lì iniziò il primo conflitto tra i due club o, meglio, il conflitto che, collegando alcuni eventi con altri, continua ancora oggi.
“Berraondo era stato un giocatore del Real Madrid. Ha dato quattro rigori e annullato un gol. Bru ha giocato con il Barça e ha arbitrato la finale”
Berraondo, ex giocatore del Real Madrid e arbitro del clásico Il suddetto spareggio si è giocato nuovamente a Madrid, all’O’Donnell, il 13 aprile. José Ángel Berraondo avrebbe fatto da arbitro. Dal 1904 al 1909 aveva giocato con il Real Madrid e le quattro stagioni successive con la Real Sociedad, per poi ritirarsi. Il Barcellona ha cambiato il proprio portierer: Lluis Bru ha sostituito Aramburo. Si ricorda un distico di Lluis. “Lo stesso San Pietro / può essere trattato come te / come portiere / dal catalano Luis Bru”.
Berraondo aveva giocato, e perso, una finale di Coppa contro il Barcellona nel 1913: dopo che il Barcellona segnò l’ 1-0 con Belaúnde diede un rigore al Real. Santiago Bernabéu lo calcia e fallisce. Sul punteggio di 2-2, al Barcellona venne annullato un gol di Alcántara. Nella ripresa, altro rigore a favore del Real Madrid, che Bru para a Sotero Aranguren. La partita finisce 4-4. Si va ai supplementari. Bernabéu segna, ma poi c’è il ritorno culé con Alcántara e Martínez. All’ultimo minuto, altro rigore in favore del Real Madrid: questa volta Bernabéu ne approfitta e il 6-6 finale costringe a un nuovo spareggio. La Vanguardia riferisce che, a Barcellona, decine di persone si sono radunate attorno alle centrali telefoniche per conoscere l’andamento delle partite.
Paco Bru, al Barça all’ultimo minuto
Uno dei due rigori parati da Bru è stato, tra l’altro, di testa. E lo fermò Luis Bru e non Paco, che alcune fonti collocano come portiere di quella partita. Chi era Paco Bru? Insomma, un uomo dalla lunghissima carriera, degna di un film, ricordato soprattutto per essere stato il primo allenatore della Nazionale spagnola. All’epoca era un giocatore da poco in pensione e si trovava a Madrid come inviato speciale di El Mundo Deportivo. Ma ha giocato con il Barcellona nel 6-6: una parte della squadra culé era arrivata in ritardo per un problema ferroviario e mancavano giocatori: Paco era socio del club – perché aveva giocato con loro qualche tempo prima -: gli venne chiesto di fare il please play. A quel tempo per giocare in un club bastava esserne tesserato. Lo ha fatto e, attenzione, con una maglia diversa dalle altre visto che non ne aveva una: le maglie ufficiali del club scarseggiavano. Lo furono per molto tempo. Il nuovo spareggio (cose del genere non erano rare all’epoca. La finale della Coppa del 1928 si risolse in tre partite) sarebbe stato di nuovo a O’Donnell, il 15 aprile 1916. E sempre con Berraondo come arbitro, nonostante il Barcellona avesse espresso riserve, ricordando i tre rigori e il gol annullato (anche se almeno l’ultimo rigore, di Massana, non era stato contestato). Si scopre che il Real Madrid avrebbe fatto a meno di Belaúnde, autore di due gol nella partita precedente. Il suo sostituto sarebbe stato Zabalo. Il Real sostiene che appartiene alla seconda squadra, ma il fatto è che, senza contestare la veridicità di quanto affermato dai Blancos, aveva giocato tutta la stagione per la Real Unión de Irún. Il Barcellona protestò ma gli organi di governo autorizzarono il cambiamento. Zabalo avrebbe giocato come interno destro al fianco del Santiago Bernabéu.
…e il Barcellona si è ritirato contro il Real Madrid
I catalani si portano in vantaggio per 0-2, con due gol di Martínez. Zabalo e Bernabéu pareggiano nonostante in occasione del primo gol i giocatori del Barcellona e anche il giudice di porta – che allora esisteva accanto alla porta e che ha avuto una fugace resurrezione qualche anno fa – avessero dichiarato fuorigioco. Nel secondo tempo non ci sono stati gol, ma all’ultimo minuto Berraondo ha fischiato ancora un rigore contro il Barcellona. Bru, essendo all’altezza della sua fama, si salvò di nuovo. Nuovo prolungamento del match. Sotero segna due volte. L’ultima nei dodici minuti rimasti. I giocatori del Barcellona protestano: gli attaccanti del Real hanno trattenuto Bru. Ma Berraondo fa orecchie da mercante e convalida il gol. Così Santiago Massana, capitano, prende una decisione: al suo segnale i giocatori del Barcellona lasciano il campo anche se i dirigenti presenti hanno cercato di sedare la ribellione e, successivamente, hanno disapprovato la decisione. Grazie a questo la società non venne sanzionata. Le cronache dell’epoca raccontano che il finale della partita fu strano: il pubblico accompagnò silenziosamente la partenza di entrambe le squadre ma protestò fortemente per la prestazione di Berraondo. I giocatori del Barcellona sono tornati a Barcellona quella stessa notte al Rápido, accolti come se avessero vinto.
La finale si giocò a Barcellona, il 7 maggio 1916. Real Madrid e Athletic Bilbao la giocarono sul campo di Calle Industria, che apparteneva all’F.C. Barcellona. I baschi non concedono alcuna opzione ai madrileni e Zabalo non gioca: vincono 4-0 con un gol di Txomin Acedo (un suo discendente, José María Aznar, sarà presidente del governo spagnolo) e una tripletta di Félix Zubizarreta. L’atmosfera era calda contro il Real Madrid C.F. e sugli spalti qualche striscione chiese addirittura la testa di Berraondo. A fine partita la squadra madrilena venne presa a sassate da pochi senza cuore. I portavoce del Real Madrid hanno accusato i tifosi del Barcellona, ma la dirigenza locale ha ribattuto di no, che erano stati semplici cittadini che volevano mettere in cattiva luce l’immagine del club del Barça. Curiosamente, l’arbitro di quella partita era Paco Bru, che aveva giocato in semifinale con il Barcellona. Berraondo non si riprese mai del tutto dopo questi incidenti. Col tempo, diventerà allenatore e dirigente del Real Madrid, mantenendo un rapporto teso con i nazionalismi periferici, soprattutto quando nel 1922 stava per realizzare il suo sogno di diventare arbitro internazionale. Essendo già in campo per arbitrare la Spagna contro il Portogallo, gli fu ordinato di togliersi la maglia affinché Pagaza potesse giocare e soddisfare – come è stato detto – la quota di giocatori baschi e catalani Per quanto riguarda la semifinale non terminata, si noti l’ultima riga della cronaca di Rubryk sul quotidiano ABC di Madrid che sottolineò “la bella prestazione dell’arbitro Berraondo, sulla quale nessuno non può non dare un giudizio equo”.
Mario Bocchio