È stato il primo allenatore italiano – e lo rivendica con orgoglio – a vincere sul campo del Real Madrid. Per la prima volta nella sua storia il Real Saragozza vinse al “Bernabeu” contro Stielike, Valdano e Butragueno.
Torniamo indietro nel tempo. Nella stagione 1980-’81, Enzo Ferrari allenava la Primavera dell’Udinese. All’ultima di andata la prima squadra perse a San Siro con l’Inter (2-0) e la dirigenza lo promosse in serie A. La svolta per l’Udinese fu l’arrivo del presidente Lamberto Mazza e quindi della Zanussi. Il primo grosso acquisto fu Causio, che Ferrari conoscevo dai tempi di Palermo. A Udine Franco riconquistò la Nazionale. Nell’83 arrivò il Galinho.
Zico e Franco Causio
Zico era un giocatore eccezionale. Faceva tutto in tre secondi con grande naturalezza. Voleva conoscere tutto, sapere ogni cosa. All’inizio i compagni quando lo vedevano marcato non gli davano la palla, invece Ferrari alla fine li convinse a passargliela perché da Zico c’era da aspettarsi di tutto: aveva lo sguardo a 360 gradi. Gli aveva rassicurato che in Brasile il novanta per cento delle squadre marcava ad uomo e quindi non aveva problemi col calcio italiano.
E poi ai Mondiali dell’82 aveva “assaggiato” la cura Gentile. A Udine trovò l’ambiente ideale, si sentiva a casa, la gente non lo assillava, nonostante il grande entusiasmo e gli oltre 26 mila abbonati. Ferrari stava per fare il grande salto, ma la dirigenza non volle confermarlo e scelse Vinicio. Era il 1984-‘85, la stagione dello scudetto del Verona, avrebbe potuto vincerlo l’Udinese.
Dopo l’esperienza a Udine, Ferrari accettò l’offerta spagnola del Real Saragozza:programmi a lunga scadenza, possibilità di far bene.
Venne penalizzato da un lunghissimo sciopero dei mezzi di informazione quell’anno in Spagna. E così del suo Saragozza – capace di andare a vincere in casa del Real Madrid – si seppe poco, anche se i giornalisti spagnoli gli diedero merito: “Sopportando ejemplarmente las duras critica, el italiano conseguiria demostrar que la razon estaba de su parte”.
Poi il ritorno in Italia e un’altra occasione in Spagna.
Era il 1988-’89, Ferrari venne esonerato dall’Avellino in B mentre era quarto in classifica, e lo chiamò il Siviglia. Per un’assurda regola cambiata l’anno dopo anche per la sua battaglia, non potè allenare all’estero perché aveva niziato la stagione in Italia. Al club andaluso arrivò Carlos Bilardo e aprì un ciclo.