Massimo Cacciatori cresce nell’Ascoli (dove è nato nel 1951), una breve parentesi nell’Inter, poi nel 1972 viene acquistato dalla Sampdoria, squadra con la quale esordisce in Serie A . Qui gioca ben sei campionati, e si consacra come un portiere di sicuro affidamento.
Viene, poi, acquistato nel 1978 Lazio. Nel primo anno con la maglia biancoceleste, all’Olimpico il 9 maggio 1979, gli fu respinto il rigore decisivo dal portiere avversario Lorenzo Frison, estremo difensore del Palermo, nella gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia, conclusasi 5-4 per i rosanero dopo i tempi supplementari (terminati sullo 0-0, come i novanta della partita d’andata): Cacciatori fu spinto a tirare quel rigore in quanto invocato dalla Curva Nord, dopo aver parato all’ex laziale Vito Chimenti il quinto calcio di rigore. Tre giorni prima, in campionato, Cacciatori aveva respinto un altro rigore, calciato dall’attaccante del Perugia Gianfranco Casarsa, specialista che tirava da fermo.
Proprio nella Lazio compie prestazioni di grande livello.
Da ricordare la partita a Torino contro la Juventus che permise ai biancocelesti di concludere sullo 0-0 e al tecnico juventino Giovanni Trapattoni di definire “prodigiosi” gli interventi di Cacciatori.
Poi il fattaccio. In una domenica piovosa, il 23 marzo 1980, al termine di Pescara-Lazio (2-0), in un maxi-blitz della Guardia di Finanza, Massimo Cacciatori viene arrestato, prelevato da un cellulare direttamente allo stadio, assieme ai compagni di squadra Bruno Giordano, Lionello Manfredonia e Giuseppe Wilson, per quello che fu definito il cosiddetto scandalo del “calcioscommesse”, che coinvolse anche il presidente del Milan, Felice Colombo, ed i calciatori rossoneri Enrico Albertosi e Giorgio Morini, oltre ad alcuni di Perugia, Palermo e Genoa. Coinvolti in questo giro di risultati addomesticati anche Franco Cordova, Oscar Damiani, Paolo Rossi e Giuseppe Savoldi. L’accusa per tutti è di truffa ai danni degli scommettitori del Totocalcio. Lazio e Milan vengono retrocesse in Serie B, Cacciatori viene in un primo momento radiato, poi la pena è ridotta a cinque anni di squalifica, ma ritornò a giocare dopo la vittoria della Nazionale italiana ai Mondiali spagnoli.
Sulle figurine “Panini”
Così, con la Lazio ancora in Serie B, durante la stagione vittoriosa del 1982-‘83, Cacciatori è reintegrato nella rosa a 32 anni, e per volontà del nuovo presidente Giorgio Chinaglia, è di nuovo titolare all’avvio della stagione in serie A del 1983-‘84.
Cacciatori nella Lazio
Quindi la parabola discendente anche a causa di un infortunio.
Il portiere marchigiano termina la sua carriera agonistica al Gubbio, dove milita per quattro stagioni alla fine degli anni Ottanta, divenendo anche capitano della compagine umbra e contribuendo, nell’annata 1986-‘87, alla vittoria del campionato Interregionale e, dopo il vittorioso spareggio-promozione con il Poggibonsi, al ritorno dei rossoblù nel calcio professionistico, in Serie C2.