È conosciuto come l’identikit della squadra di calcio del Partizani nei suoi tempi più gloriosi. È stato senza dubbio il maestro del gol, il miglior calciatore albanese del secolo scorso e di tutta la storia, il fenomeno dei Balcani, il re del dribbling, dello sprint e della capacità di segnare. Questo era Panajot Pano, una delle leggende del calcio albanese.
La figura di Panajot Pano e il suo nome restano sempre indimenticabili nella mente e nel cuore, soprattutto, come detto, dei tifosi del Partizani, la squadra con la quale vinse tutto segnando un dominio assoluto di quel periodo nel calcio albanese. Era nato il 7 marzo 1939 a Durazzo, nel quartiere di Kodra dove c’era l’ex “Vila e Zogut”, da genitori provenienti da Delvina. La famiglia Pano si stabilì per un po’ a Durazzo, per poi trasferirsi presto a Tirana. Il destino la portò a prendere una casa proprio nella zona sportiva della città. Qui Panajot ricevette lezioni dal professore di educazione fisica e buon intenditore di calcio, Myftar Marku, che si dice sia stato la figura principale nella sua formazione calcistica.
Panajot era un talento. Uno dei giocatori più forti e uno dei più grandi difensori della storia del calcio albanese, Skënder Halili, nel 1955 notò il giovane Pano e lo segnalò alle giovanili del Tirana, che allora si chiamava Spartak Tirana.
Ha iniziato la sua carriera sportiva all’età di 12 anni nelle giovanili del Tirana come portiere. “Tutti volevano giocare in attacco, io volevo solo giocare a calcio, ero bravo anche in porta”, commentò lo stesso Pano a fine carriera, a proposito di quel periodo della sua adolescenza. Fu a Tirana che incontrò l’uomo che alla fine avrebbe cambiato la sua carriera, l’allenatore della prima squadra Xhavit Demneri.
Demneri, quella mattina del 1956, durante la pausa dell’amichevole con il Partizani, quando il Tirana perdeva 0-4, disse a Pano: “Tu, ragazzo, vai all’attacco”. Questo è il punto di partenza della leggenda del calcio del miglior giocatore albanese di tutti i tempi. Da allora Pano, non solo parte sempre da attaccante, ma è anche nettamente più forte dei suoi coetanei.
Nel 1957 il Tirana prese parte al campionato nazionale giovanile e vinse il torneo. Pano era il leader della squadra e poi divenne il capocannoniere del campionato. Un anno dopo esordì in una partita ufficiale con la prima squadra, in Coppa della Repubblica contro il Besa Kavajë. Il Tirana ha perso 2-1 e Pano ha segnato l’unico gol per la sua squadra. Tuttavia, questo lo ha riportato in squadra. La sua partita più bella con la maglia biancoblù è quella persa 2-4 contro il Partizani campione in carica. È stato lui il giocatore che ha segnato i due gol, ovviamente un evento straordinario per un giocatore che ha solo 19 anni. A fine anno si concluse la sua avventura al Tirana, al tempo denominato 17 Nëntori , 17 novembre, data della liberazione della capitale albanese dai nazisti nel 1944.
Successivamente Pano va militare, ma nonostante ciò non abbandona il suo sogno e la sua passione di giocare a calcio. Viene reclutato dalla squadra del Partizani. Nella sua prima stagione con il club dell’Esercito, segna 12 gol e diventa capocannoniere del torneo. Da quell’annata in poi avrà una carriera costellata di successi e gol fenomenali. Coppe d’Albania, campionati, titoli di capocannoniere passano uno dopo l’altro nelle mani del Partizani e di Panajot Pano. Le sue partite fanno impazzire l’Albania e tante squadre d’Europa.
Nel dicembre 1961 la Dinamo di Tirana partecipò al torneo della Coppa dei Balcani insieme a Levski Sofia, Dinamo Bucarest e Fenerbahçe Istanbul. Prima dell’inizio della competizione, l’opinione sportiva albanese viene informata che Panajot Pano e il centrocampista Miço Ndini del Partizani giocheranno con la Dinamo in questo torneo, così come T. Baçi, A. Mema e F. Frashëri, B. Ishka del 17 Nëntori. Naturalmente la sorpresa è Pano, campione con il Partizani qualche mese prims, proprio dopo le indimenticabili sfide contro la Dinamo.
Myslim Bey, allora presidente del Fenerbahçe, rimase personalmente stupito da Pano e al termine della partita svoltasi a Istanbul, disse: “Pelé ed Eusebio sono i giocatori più forti del mondo, ma Pano è il giocatore più forte che abbia mai giocato in questo campo”. I giornalisti dell’epoca scrissero tutto di lui e utilizzarono diversi paragoni. “Veloce come il vento”, “forza inarrestabile”, “piccolo fucile albanese” erano alcune delle definizioni utilizzate per parlare di Pano. Ma tutto questo sembrava non descrivere appieno la classe del giocatore albanese. Panajot Pano non può essere descritto con una sola frase. Era qualcosa di indescrivibile, il tipo di giocatore che nasce in una nazione una volta ogni duecento anni. In campo è stato talento e arte, dimostrando di essere il più forte di partita in partita e dando quel tocco estetico che impressionava chiunque con i suoi movimenti.
Panajot Pano ha giocato 210 partite con la maglia del Partizani in 18 anni di carriera, segnando 136 gol, mentre ha fatto parte anche della Nazionale albanese, con la quale ha dispoutato 24 partite, segnando 4 gol. Con il Partizani ha vinto 4 titoli di campionato nazionale e 5 Coppe d’Albania. Tra il 1957 e il 1960 con il Tirana ha giocato 28 partite e segnato 8 gol. In 238 partite disputate in 18 anni, ha messo a segno 144 gol con una media annua di otto, ovvero 0,6 gol a partita.
La grande storia sportiva di Pano è legata alla maglia del Partizani, con la quale ha giocato fino alla fine. Ma, nel corso della sua carriera, ci sono anche due momenti speciali in cui ha vestito le maglie di altri due club, eterni rivali del Partizani: la Dinamo e il 17 Nëntori. Con la prima in Coppa Balcani, mentre con la seconda in Coppa dei Campioni. Allora era così, decideva tutto il regime comunista di Enver Hoxha.
Pano si è distinto come attaccante dallo sprint potente, rifinitore dotato di rara abilità fisica. Nel 2003 è stato scelto come miglior giocatore di tutti i tempi dalla Federcalcio albanese. Ricevette anche l’ordine “Onore della Nazione” , divenendo il primo sportivo moderno a conseguire questa alta onorificenza. Morì il 19 gennaio 2010 a Jacksonville, in Florida, per un attacco di cuore all’età di 71 anni.
Mario Bocchio