Nato il 13 marzo 1955, è stato un giocatore importante per la Roma. In tutti gli anni ’80 si è distinto come un calciatore veloce e abile che si posizionava con successo a ridosso della fascia destra. La sua grande prestazione è stata nel Mondiale in Spagna, giocato nel 1982, dove è stato scelto come membro della squadra ideale.
Proprio nel Mondiale del 1982 l’Italia è stata la grande vincitrice, con un calcio criticato ma efficace che ha permesso agli Azzurri di battere la Germania Ovest in finale grazie a gente come Paolo Rossi, Gaetano Scirea, Marco Tardelli, Dino Zoff, tra gli altri.
Ma c’è un italiano in quella Nazionale che si è distinta in quel Mundial, che ha giocato quasi tutta la sua carriera nella Roma: stiamo parlando di Bruno Conti. Quest’ ala destra (che ha giocato anche a centrocampo), è nato a Nettuno in provincia di Roma. Prima del calcio, praticava il baseball, questo perché Nettuno è considerata la “città del baseball” grazie alla sua tradizione in questo sport e che si spiega con lo stretto legame con gli Stati Uniti durante la fine della Seconda guerra mondiale. Ma lasciò questo sport per dedicarsi alla pratica del calcio. I suoi primi allenamenti furono a Nettuno, per poi emigrare in un paese vicino: Anzio, dove entrò a far della squadra locale tra il 1972 e il 1973.
Dalla costa tirrenica, Bruno Conti passa alla Roma proprio nel 1973, concludendo il suo percorso nelle giovanili un anno dopo. Esordisce nella Lupa nella stagione 1974-’75, esattamente il 16 febbraio 1975 contro il Bologna in una partita vinta 2-1 in casa.
Questa fu una delle tre partite giocate in quel campionato italiano, poi per mancanza di altre occasioni di scendere in campo, Conti si accasa al Genoa con cui ha gioca dal 1975 al 1976 per una stagione, 42 partite, segnando tre gol e venendo promosso in Serie A.
Rientra dal prestito alla Roma, disputando due campionati con la squadra della capitale tra il 1976 e il 1978 grazie all’esplicita richiesta di Nils Liedholm, allenatore dei giallorossi che chiede il ritorno del giocatore. Nel periodo ‘77-‘78, però, Conti ritorna ai margini, poiché il nuovo allenatore, Gustavo Giagnoni, si fida molto meno di lui. Se nel torneo 1976-‘77 è stato presente in 29 partite, nel campionato successivo le apparizioni sono solo 17. Così Gustavo Giagnoni lo rispedisce in prestito al Genoa, tornando a giocare in Serie B dal 1978 al 1979.
Ritorna alla Roma e inizia la sua consacrazione nella squadra della Capitale, dove si afermerà come un importante protagonista dell’intero calcio italiano, dimostrando tutte le sue capacità: fu riconosciuto come un infallibile puntatore, ma poteva agire anche da più indietro come centrocampista sulla fascia destra. Essendo mancino, gli piaceva fare diagonali verso l’interno, grazie alla sua velocità e capacità di dribblare, essendo comune vederlo usare il dribbling e le finte di ogni tipo, per affrontare gli avversari e sfruttare il suo gioco per consentire a un compagno di squadra di calciare in porta. Non era uno da sprecare un’occasione, faceva sempre la scelta giusta.
Nel suo nuovo periodo nella squadra romanista, Nils Liedholm era tornato ad essere l’allenatore, così Conti, già maturo, ha ricevuto tutta la fiducia dello svedese, che gli ha permesso di rimanere nella formazione titolare, e in Serie A, per tutto il ’79-’80: 29 partite più altre 9 in Coppa Italia, che fu il suo primo trofeo in carriera, vinto a 25 anni.
La Roma sconfisse in finale il Torino ai calci di rigore, dopo un pareggio a reti inviolate. Il secondo penalty lo mise a segno proprio Conti.
Le sue grandi prestazioni con la Roma fanno sì che Enzo Bearzot, Ct della Nazionale italiana, lo metta sotto osservazione, ed è così che Conti esordisce l’11 ottobre 1980 quando l’Italia affronta il Lussemburgo in trasferta. Conti giocò tutta la partita e da quel momento divenne un tassello fondamentale. Proprio dal Lussemburgo incominciò ad essere plasmato il suo grande e storico momento: i Mondiali del 1982 disputati in Spagna.
Conti giocò tutte le partite di quel Mundial: nella fase a gironi ha affrontato Polonia (0-0), Perù (1-1), dove ha segnato il gol, e Camerun (1-1). Nella seconda fase a gironi gli Azzurri si scontrano con i due colossi sudamericani: Argentina e Brasile, i primi erano campioni in carica e i secondi erano i candidati a vincere il torneo, ma gli uomini di Bearzot hanno lasciato la brutta immagine della prima fase e hanno vinto 2 – 1 contro l’ albiceleste di Maradona e 3-2 contro i verdeoro di Zico.
In semifinale Conti e compagni si lasciano la Polonia alle spalle per 2-0 e in finale giocano contro la Germania Ovest, allora campionessa d’Europa. Travolgono i panzer tedeschi e li battono 3-1. Il giocatore della Roma è stato uno dei migliori del torneo, per questo viene scelto come componente dell’ ideal team della competizione, uno dei suoi più importanti riconoscimenti individuali.
L’uomo nato a Nettuno ha continuato ad essere legato alla Roma fino al giorno del ritiro, e proprio come nella Nazionale italiana, ha vissuto tre anni incredibili – Scudetto e finale di Coppa dei Campioni – ma a differenza di Madrid il sogno della finalissima è stato stroncato. Siamo nel 1984, dopo partite sempre molto combattute, i giallorossi raggiungono la finale del più importante torneo continentale che si gioca proprio nel loro stadio, l’Olimpico di Roma. A separarli dalla coppa dalle grandi orecchie c’è solo più il Liverpool. Alla fine anche dei supplementari il punteggio è inchiodato sull’1-1. Tutto si dovrà risolvere ai rigori, ma alla fine sono gli inglesi a prendersi la vittoria, dopo che Bruno Conti e lo stesso Francesco Graziani sbagliano due tiri contro l’unico fallito dall’inglese Steve Nicol.
Ma prima di quel doloroso momento è necessario mettere in luce i successi, in particolare il campionato italiano nel 1983, traguardo importante per una squadra che non era abituata a vincere in Serie A, schiacciata da mostri come Milan, Inter e soprattutto Juventus. Fu proprio in quegli anni che la squadra capitolina del presidente Dino Viola visse un’accesa rivalità con i bianconeri piemontesi dell’Avvocato Gianni Agnelli.
In tutta la sua carriera alla Roma, Bruno Conti ha vinto in totale un Campionato italiano (1983), cinque Coppe Italia (1980, 1981, 1984, 1986 e 1991), oltre al Mondiale 1982.
Bruno Conti è stato un giocatore importante della Roma e un simbolo, insieme a Pablito Rossi, di quell’indimenticabile Mundial che ogni volta che lo ricordiamo ci fa ritornare giovani e felici.
Mario Bocchio