Primo giocatore di colore a conoscere gli onori della selezione francese, Raoul Diagne aveva fatto notizia in Francia negli anni ’30. Nato il 10 novembre 1910 a Saint-Laurent-du-Maroni in Guyana da papà senegalese e madre bianca della Guyana, suo padre, Blaise Diagne, era Sottosegretario di Stato alle Colonie. Proveniente da una famiglia benestante, Raoul andò in Francia all’età di diciotto mesi quando la famiglia si trasferì in Francia così che il padre divenne il primo deputato africano della storia a sedere nell’Assemblea nazionale nel 1914. Scoprì le gioie del calcio all’età di 13, al liceo Janson-de-Sailly. Nonostante le pressioni del padre, la passione di questo brillante studente sarà più forte di quella degli studi. Dopo la prima volta allo Stade Français, firmò all’età di 16 anni per il Racing Club de Paris e non perse tempo per ottenere un posto in prima squadra.
Con la maglia bianconera vinse tre Coppe di Francia – nel 1936, 1939 e 1940 – e lo scudetto nel 1936. Vicino alla star Joséphine Baker, che lo chiamava affettuosamente “il mio fratellino”, fu una figura chiave della “black Paris” dell’epoca, al fianco del pugile Panama Al Brown. Fumatore, festaiolo, Raoul era un frequentatore abituale delle serate parigine. “Gli piaceva fare festa a Montmartre. Era un ragazzo molto affascinante e felice”, attesta il suo compagno di squadra nella selezione Alfred Aston, a proposito delle gite notturne di Diagne nei cabaret della capitale. La leggenda narra addirittura che Diagne fosse stato visto camminare per le strade con al guinzaglio un ghepardo! “Era stato offerto a mio padre durante un viaggio in Senegal. Si chiamava Rosso e non era male, ma ho dovuto separarmi da lui quando ha iniziato a crescere”, raccontò un giorno l’interessato. In campo questo giocatore spettacolare ed elegante era famoso per la sua stazza imponente ma anche per la sua distensione e versatilità nel gioco. Chi si definisce “il difensore, non un difensore” può giocare ovunque in campo, portiere compreso. La sua area preferita resta la corsia di destra, raramente come esterno ma soprattutto come attaccante, posizione che occupa principalmente nella Francia.
Durante una partita di campionato del 1931, quando il portiere del Racing, André Tassin, si infortunò e dovette lasciare il campo, Raoul prese il suo posto in porta e si dimostrò un ottimo portiere. Garantì l’interim di Tassin come portiere durante i quattro mesi di assenza titolare. Raoul ereditò il titolo di miglior portiere di Parigi durante questo periodo e fu persino selezionato in questo ruolo per una partita internazionale a Budapest. Durante la stagione della doppietta Coppa-Campionato, nel 1936, giocò anche metà stagione come ultimo baluardo per sopperire ai capricci di Rudi Hiden, l’austriaco che si rifiutò di tornare in squadra senza un aumento dello stipendio. Raoul rimase al RCP per otto anni prima di lasciare la capitale per Tolosa durante la Seconda guerra mondiale. Fu durante i tempi difficili che stava attraversando la Francia, che Raoul Diagne tornò ai Blues.
Era diventato il primo giocatore di colore, in Francia e in Europa, ad essere selezionato in una nazionale. Fu il 14 febbraio 1931 durante un’amichevole contro la Cecoslovacchia, a Colombes. E gli spettatori apprezzarono la prestazione del difensore. Assente dai Mondiali italiani del 1934, “Il Ragno Nero” fu presente nel 1938 per disputare i Mondiali dove la selezione francese fallì in casa nei quarti di finale contro gli italiani, sconfitta 3-1. Vestì la maglia del gallo per un totale di diciotto volte dal 1931 al 1940.
La sua carriera da giocatore professionista – fu uno dei primi ad adottare questo status in Francia nel 1932 – terminò sei anni dopo ad Annecy, conseguì i diplomi di allenatore e si trasferì in AOF (Africa occidentale francese), Belgio, Algeria e Normandia, prima di assumere la guida della nazionale del Senegal, suo paese di origine, nei primi anni 1960. Firmò la prima vittoria senegalese contro la Francia, anche se si tratta di una selezione di dilettanti, trent’anni prima che El Hadj Diouf e i suoi compagni di squadra lo facessero di nuovo ai Mondiali del 2002. Era il 1963 durante i Giochi dell’Amicizia con il punteggio di 2 gol a 0. A metà degli anni ’70, tornò a Parigi dove chiamato dall’Istituto Nazionale dello Sport, per la preparazione olimpica.
Il 12 novembre 2002 a Créteil, nella regione di Parigi, il “nonno” del calcio senegalese se ne andò per sempre, aveva 92 anni. Per la storia è indiscutibilmente l’uomo che ha aperto la strada agli sportivi di colore nel calcio francese. Scrisse una pagina importante nella grande storia del calcio e non solo. Partecipò, suo malgrado, al cambiamento della società.
Mario Bocchio