Le cicatrici della storia avrebbero potuto, almeno in parte, essere sanate dalla rinascita di una squadra di calcio? Mah! Era questo il progetto di chi puntava alla resurrezione della Fiumana, cancellata dalle vicende del dopoguerra. L’esodo degli italiani che dovettero lasciare Fiume, l’Istria e la Dalmazia ebbe, tra i molti effetti, anche quello di veder svanire la propria squadra. Quelle regioni, infatti, divennero parte di un altro Paese, la Jugoslavia (oggi Croazia, dopo il collasso della Federazione).
La Fiumana a Pola nel 1940.
Fondata nel 1926 dalla fusione delle preesistenti Fiume, Gloria e Olympia, poi approdata al campionato di Divisione nazionale, la Fiumana fu l’orgoglio di una città e la fucina di molti campioni.
Nel 1945 l’Unione Sportiva Fiumana si sciolse e l’anno seguente venne fondata l’odierna squadra cittadina, il Rijeka, che ha finito per diventare il terzo club croato più titolato, potendo vantare in bacheca un campionato croato di massima divisione (vinto nel 2017), 2 Coppe di Jugoslavia, 4 Coppe di Croazia, una Supercoppa di Croazia e una Coppa dei Balcani (1978).
La Fiumana nella stagione 1928-’29.
Sergio Vatta, nato a Zara nel 1937, è considerato uno dei maghi del calcio italiano, per aver saputo scoprire e lanciare numerosi talenti.
1928, la Lazio Lazio affronta l’ Unione Sportiva Fiumana al campo della Rondinella.
“L’allenatore dei sogni”, realizzato dal regista genovese Christian Nicoletta, è dedicato proprio alla storia calcistica di Vatta tecnico del settore giovanile del Torino, poi passato alla guida delle Under azzurre. Il film su questo esule era stato addirittura proiettato in anteprima nella Grande Mela nell’ambito del festival internazionale “Kicking and Screening Film Festival”, prestigiosa rassegna che ospita opere cinematografiche internazionali sul calcio.
Sergio Vatta.
Si tratta di una lunga storia con il leitmotiv di quelli che per lungo tempo sono stati i terreni spelacchiati sommersi da arbusti e piante incolte del “Fila” di Torino. I mitici campi dove iniziarono a giocare Dino Baggio, Benito Carbone, Cois, Cravero, Fuser, Lentini, Mandorlini, Sclosa, Venturin e Vieri. Sono i nomi più celebri della nidiata di oltre sessanta giocatori lanciati in Serie A quando Vatta era alla guida dell’allora florido vivaio granata.
Una rara cartolina della Fiumana disegnata da Magià.
Vatta è rimasto molto legato alla sua terra al punto da inseguire con forza quasi una decina di anni fa il sogno di ricreare a Torino la Fiumana iscrivendola in Lega Pro, equivalente dell’ultima categoria disputata dalla squadra dove giocarono Volk, Loik e Varglien quando Fiume era ancora in Italia. Una richiesta affascinante, che però ha avuto scarso ascolto in Federazione.
Ezio Loik è stato un po’ il “torello” del Grande Torino distrutto a Superga, che aveva delle coppie capaci di unire la grinta di uno alla classe dell’altro. Ecco quindi lo stesso Loik e Mazzola, Grezar e Castigliano, Ballarin e Maroso. Loik è passato alla storia anche per aver segnato all’ultimo minuto contro l’Ungheria. Era un’amichevole a Torino, nel maggio del ’47. L’Italia vinse 3-2 contro lo squadrone di Puskas. Quel Toro metteva in Nazionale quasi tutti i suoi uomini.
Valentino Mazzola, Loik e Ballarin in maglia azzurra.
Ma della lontana Fiumana ricordiamo pure con affetto, anche se lo abbiamo conosciuto solo attraverso le cronache e i racconti dei vecchi giornalisti napoletani, Marcello Mihalich. Giocò nel Napoli, fece una trentina di gol ed era uno dei tre attaccanti della squadra guidata da Garbutt negli anni Trenta, con Sallustro e Vojak. Aggiungiamo anche i Varglien, juventini, e Volk, capocannoniere della Roma di Testaccio. Sono giocatori che hanno fatto la storia del calcio in Italia.
Se l’iniziativa della Fiumana italiana (e torinese) fosse partita, non si sarebbe solo riportata sui campi di calcio una squadra, ma si sarebbe reso un servizio alla memoria degli italiani. Peccato. Così non è stato.