Un sogno, la storia di una piccola nazionale che si qualifica per la prima volta per un Campionato del Mondo dove stupisce tutti: Questa è anche la storia di un calciatore che, proprio a partire da quella impresa, riesce a fare fortuna nel vecchio continente, in Jugoslavia, Austria e Spagna, prima di approdare in una squadra italiana imbottita di calciatori giovani e inesperti, il Foggia di Zeman 1992-‘93. Ripercorriamo il cammino della Costa Rica, autentica rivelazione di Italia ’90, e del suo calciatore più rappresentativo: Hernan Medford.
Il 31 luglio 1988 è una giornata calda a Panama, e d’altra parte non potrebbe essere altrimenti. All’ Estadio de la Revolucion, davanti a 26.000 spettatori, va in scena un match valido per il primo turno di qualificazione ai mondiali che si disputeranno due anni più tardi in Italia: i padroni di casa ospitano i vicini della Costa Rica. La partita d’andata è terminata 1-1 e dunque i costaricani sono obbligati a vincere. Ed è proprio quello che accade: prima Juan Cayasso porta in vantaggio gli ospiti, poi Hernan Medford chiude i conti e la Costa Rica passa il turno. Medford è il calciatore più talentuoso della piccola nazionale centroamericana: 20 anni compiuti da poco, milita nel Saprissa e qualche anno prima, nei campionati del mondo under 16, ha realizzato il primo gol nella storia della Costa Rica in una competizione mondiale. La sua storia va di pari passo con quella della sua nazionale.
A questo punto la Costa Rica ha un colpo di fortuna: il Messico, suo rivale nel secondo turno di qualificazione, viene squalificato per aver schierato dei giocatori fuori quota in una competizione giovanile. I costaricani si ritrovano così direttamente nel girone finale, dove affrontano – e superano – Stati Uniti, Trinidad e Tobago, Guatemala ed El Salvador, chiudendo al primo posto e qualificandosi per la prima volta alla fase finale dei mondiali. Medford non segna neppure una rete e alla fine risultano determinanti le marcature di Coronado, Flores e Cayasso.
Nel sorteggio di Roma la sorte presenta il conto alla Costa Rica, destinando loro Scozia, Svezia e il temutissimo Brasile. Il match d’esordio, invece, è l’inizio della favola: un gol del solito Cayasso al 49′ consegna una vittoria storica ai centroamericani contro una incredula Scozia. Nel secondo incontro arriva una prevedibile sconfitta col Brasile e così tutto si decide a Genova, il 20 giugno 1990, nella partita contro la Svezia. Gli scandinavi passano in vantaggio con l’ex-empolese Ekström nel primo tempo, poi Flores pareggia di testa a un quarto d’ora dal termine. All’88’, con la Svezia tutta protesa in avanti, Medford viene lanciato in contropiede: il “Pellicano” parte da metà campo, arriva solo davanti al portiere Ravelli e lo batte, sancendo l’impensabile qualificazione dei centroamericani al secondo turno! La Costa Rica diventa, insieme al Camerun di Roger Milla, la squadra-simpatia del torneo e poco importa che negli ottavi arrivi una netta sconfitta (4-1) ad opera della Cecoslovacchia: Hernan Medford è ormai un eroe nazionale e viene ingaggiato dalla Dinamo Zagabria, poi passa al Rapid Vienna e al Rayo Vallecano. Nell’estate 1992 il trasferimento al Foggia dei miracoli di Zdenek Zeman: ma mentre i ragazzi semisconosciuti guidati dal tecnico boemo centrano una insperata salvezza, il protagonista della Costa Rica non riesce a trovare spazio, totalizzando solo 12 presenze e 1 rete, peraltro inutile, in una sconfitta 4-1 a Brescia, disputata su un terreno di gioco ai limiti della praticabilità.
Nel 2002 la Costa Rica si qualifica nuovamente ai mondiali e ancora una volta pesca il girone del Brasile. I centroamericani disputano anche in questa occasione tre grandi partite: sconfiggono la Cina, pareggiano con la Turchia e perdono dai futuri campioni del mondo verdeoro; vengono eliminati solo per la differenza reti a favore dei turchi, che poi chiuderanno il mondiale con un sorprendente terzo posto. Sostituendo Rolando Fonseca al 57′ del match contro la Cina, Hernan Medford diventa il primo calciatore costaricano a disputare due Campionati del Mondo.
Al Delle Alpi di Torino, contro il Brasile, la Costa Rica giocò con una insolita maglia a strisce bianconere. A spiegare il motivo, anni dopo, è stato l’allora Ct serbo, il giramondo Bora Milutinovic: “Allenavo il Costa Rica. Io sono tifoso del Partizan di Belgrado e volevo giocare il Mondiale con le maglie bianconere, ma non sapevo come fare. Eravamo in ritiro a Mondovì, così chiamai Montezemolo, che mi diede il numero di Boniperti: lui mi fece arrivare 44 maglie. Quando entrammo in campo contro il Brasile tutto lo stadio era con noi. Prendemmo solo un gol e con la Svezia vincemmo. Contro il Brasile perdemmo 1-0, autorete di Montero. Fecero 22 tiri in porta, noi zero. Quando entrammo nello stadio ci fu un boato, tutti a urlare ‘Juve Juve’ e i miei si montarono la testa. Però siamo andati lo stesso in pellegrinaggio a Superga, il Grande Torino doveva essere onorato”.