Il 25 febbraio è una data storica per la città di Amsterdam. In questo giorno, nel 1941 prese vita il februaristaking, ovvero lo sciopero generale messo in atto durante la Seconda guerra mondiale per contestare le misure antisemite e in generale contro l’occupazione nazista. Un atto rimasto nella storia come il primo dissenso eseguito da non ebrei in Europa contro gli uomini di Hitler, il cui regime, proprio in Olanda, colpì non solo una popolazione, ma anche il calcio, in particolare la squadra più rappresentativa: l’Ajax.
Durante la Seconda guerra mondiale, i Paesi Bassi sono stati falcidiati dai nazisti tant’è che 3/4 degli ebrei olandesi sparirono nei campi di concentramento. In un recente libro dello storico dello sport Simon Kuper, “Ajax, la squadra del ghetto“, si racconta di come il calcio “è stato il luogo dove l’Olocausto e la vita quotidiana si sono incontrati” e di come l’Ajax fosse popolare ai tempi dell’occupazione perché il tram che portava i venditori di stoffe ed i mercanti di diamanti allo stadio passava direttamente nel ghetto ebraico. Il mito era il newyorkese Eddie Hamel, un’ala destra che poi morì ad Auschwitz insieme ai suoi tifosi il 30 aprile del 1943.
Il radiocronista dell’Ajax, il primo del paese, era Han Hollander. Anche lui ebreo, anche lui deportato, anche lui ucciso nei campi di concentramento. Moltissimi sono i nomi dei calciatori dell’Ajax nelle tabelle naziste che figuravano come ebrei, altrettanti sono quelli che simpatizzavano per il partito nazista e che andavano alle porte di quegli stessi tifosi che li osannavano ogni domenica, ma lo facevano per prendere tutti i beni e deportarli.
Fonte: “Sport e Shoah”