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È morto, all’età di 88 anni, Jorge Bernardo Griffa, storico allenatore di diverse generazioni di calciatori del Newell’s Old Boys. Il club di Rosario ha dato il triste annuncio sui propri social: “Siamo profondamente dispiaciuti per la scomparsa di Jorge Bernardo Griffa. Il Maestro, simbolo indiscusso del Newell’s. La tua eredità farà sempre parte della nostra storia”.
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Durante la sua carriera da calciatore, il centrale, nato a Casilda il 7 maggio 1935, ha debuttato nel Newell’s 1954 e in seguito ha avuto una lunga carriera in Spagna. Nel 1959 firmò per l’Atlético Madrid, andò ad affiancare affiancare Feliciano Rivilla e Alberto Callejo, rimase nelle fila del club iberico a lungo, partecipando a tre vittorie in Coppa del Re e alla Coppa delle Coppe 1961-‘62. È ad oggi il terzo straniero con più presenze con la maglia dei Colchoneros. Lasciò il club nel giugno del 1969, chiudendo la carriera nella stagione 1970-‘71 nell’Espanyol di Barcellona. Tecnicamente risaltò per la sua abilità nei contrasti e nella marcatura.
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In Spagna nell’Atlético Madrid (a sinistra) e nell’Espanyol
Iniziò poo come allenatore al Newell’s, anche se presto scoprì che invece che in Prima Divisione si sentiva più a suo agio nelle serie inferiori. Ha diretto e allenato un gran numero di calciatori che poi si sono distinti professionalmente. L’elenco è molto lungo e comprende, tra gli altri, Jorge Valdano, Rubén Gallego, Ricardo Giusti, Gabriel Batistuta, Roberto Sensini, Juan Simón, Fernando Gamboa, Mauricio Pochettino, Gerardo Martino, Walter Samuel, Maximiliano Rodríguez, Gabriel Heinze e Lionel Scaloni. Anni dopo il centro di formazione Bella Vista prese il nome di Jorge Bernardo Griffa in riconoscimento del suo lavoro.
Si ricorda un aneddoto con Marcelo Bielsa, ripensando a quando Griffa tornò dalla Spagna per andare ad allenare il Newell’s. Dopo una breve carriera da calciatore, Bielsa si è dedicato alla direzione tecnica – guidando, tra le altre, le Nazionali di Argentina, Cile e Uruguay (attualmente) -: lo ha guardato attentamente durante diversi allenamenti, finché a un certo punto lo ha avvicinato e gli disse: “Sei tornato dall’Europa per allenare in Argentina. Sei matto”. Proprio con il passare degli anni, quello conosciuto come Loco sarà proprio Bielsa…
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Battezzato il Maestro, ha poi lavorato nelle giovanili del Boca Juniors – Fernando Gago, Carlos Tevez, Sebastián Battaglia e Guillermo Pol Fernández sono stati alcuni dei ragazzi che ha aiutato a crescere -, della Nazionale messicana, del Necaxa, dell’Independiente Rivadavia e dell’Independiente.
Griffa, campione con la nazionale argentina della Copa América del 1959, una volta indicò Bielsa come “il suo miglior allievo”.
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“Mi riempie davvero di orgoglio che stia facendo bene e che oggi tutto il mondo del calcio parli del successo di Bielsa con il Leeds in Inghilterra. Se lo merita in ogni modo. Già da ragazzino, quando toccava a me allenarlo, sembrava capace di essere un grande allenatore. Avevo tante preoccupazioni e dico sempre che per realizzare le cose bisogna avere capacità, opportunismo e fortuna. E Bielsa li ha. Ogni volta che guida una squadra cerca di far coincidere queste tre parole. Ecco perché se lo merita, tutto ciò che provoca è il prodotto di anni di lavoro e di apprendimento”, ha detto il Maestro a Ovación nel luglio 2020.
Durante i suoi dieci anni consecutivi da difensore dell’Atlético Madrid, Jorge Bernardo Griffa ebbe la rudezza di Clint Eastwood nella Trilogia del Dollaro. Con Luis Aragonés strinse un patto – “tu gestisci la squadra da centrocampo in su e io da centrocampo in basso” -, mentre con Alfredo Di Stéfano ebbe un fedele rapporto di amicizia e di rivalità: “ è stato il miglior giocatore che ho dovuto affrontare”. Ma nella sua vita spagnola c’è stato un episodio che non ha mai dimenticato: “Franco è venuto a trovarmi al campo per conoscermi… ‘Mi hanno parlato così tanto di te. Mi hanno detto che sei un calciatore medio e un assassino’. Si mise a ridere. ‘Sì’ risposi, ‘ho qualcosa del genere’. Don Fernando Fuertes de Villavicencio, che era l’assistente di Franco nel governo spagnolo, era dell’Atlético. E fu lui a dirmi ‘il leader vuole vederti’”.
Mario Bocchio