Il Fanfulla è la squadra di Lodi dai colori bianconeri che nel passato ha recitato più volte il ruolo di protagonista nel calcio italiano, sia al tempo dei pionieri quanto fino agli anni ’60 navigando tra Serie B e Serie C. Vi sono squadre che per motivi diversi – antiche rivalità (Genoa, Entella, Vado), storiche vittorie (Como nell’anno della promozione, Genoa e Samp in Serie B), misteri insoluti (Modena, la partita che valeva la promozione in Serie A, secondo testimonianze mai confermate, al cinema Reposi), dolorose sconfitte (Catania nell’anno della retrocessione dalla cadetteria), Aosta (la nascita del mito dei Cicerin Boys, la squadra allievi mandata in campo al posto dei titolari cacciati per aver scioperato) – si legano e si legheranno per sempre alla storia del Savona Fbc. Il Fanfulla, è tra queste.
Anche il Fanfulla, approdato alla Serie B a spese del Savona, nel corso dei decenni aveva perso via via l’antico splendore, fino a ritrovarsi, come è accaduto anche ai biancoblu, ahinoi, tra i dilettanti. Dopo il fallimento registrato nel 2015 (storie comuni a tante altre gloriose società) per sopravvivere, almeno nominalmente, il Fanfulla aveva dovuto associarsi al Cavenago, società di Cavenago d’Adda paese a 7 km da Lodi, che ne aveva rilevato il titolo sportivo: era però scomparso il simbolo del guerriero, reso celebre dal romanzo di Massimo d’Azeglio sulla disfida di Barletta, e il fatto era stato davvero mal digerito dai tifosi.
Finalmente vinto il campionato di Eccellenza 2017 – ’18 il presidente Barbati ha mantenuto la promessa e il Fanfulla è ritornato tale, a nuova vita.
Serie B. Se non fosse stato per quel punto, le strisce anziché bianconere avrebbero potuto tramutarsi in quelle biancoblu del Savona
L’accesa rivalità tra Fanfulla e Savona si è sempre manifestata nel corso di tanti anni.
Non la rievochiamo nei dettagli, ma riprendiamo il punto più alto di quella rivalità, per un ricordo per i savonesi doloroso ancora a distanza di tanti anni utile però per rievocare due squadre meravigliose, composto da giocatori e uomini di alto livello nello sport come nella vita. Ritorniamo, insomma, al campionato di Serie C 1948 – ’49, quello del “Per un punto Martin perse la cappa”.
Stagione 1948 – ’49: tutti ricordano quell’annata calcistica perché, proprio in fin di stagione, il calcio italiano fu colpito dall’enorme tragedia della scomparsa in blocco dei giocatori e dei tecnici della sua squadra ormai da cinque anni egemone, il Grande Torino. In questa occasione però non rievochiamo quel dramma, già tante volte evocato anche nel corso di questo nostro stesso lavoro, ma esaminiamo le vicende di quei campionati da un altro punto di vista.
L’annata 1948 – ’49, infatti, fu quella in cui si compì l’iter della ricostruzione della struttura del calcio italiano dopo i disastri provocati dalla guerra. Per tre stagioni, infatti, l’organizzazione dei campionati aveva risentito della condizione materiale del Paese uscito a pezzi dal conflitto, soprattutto strade e ferrovie risultavano quasi impraticabili e le trasferte per le squadre di calcio assunsero, in quel periodo, l’aspetto di faticosissime avventure. Le squadre si spostavano con i mezzi a disposizione, su strade completamente dissestate e ferrovie interrotte, in particolare nei punti nevralgici della comunicazione tra il Nord e il Sud.
Per fare un solo esempio, il Savona affrontò quel frangente grazie allo sportività di due ufficiali dell’esercito, Salvi e Madini, fortissimi legami con i colori biancoblu, che misero a disposizione un camion preso dall’Autocentro che aveva sede nella caserma Bligny di Legino.
Foto a fianco: il lodigiano Antozzi in una figurina “Lavazza”: le “Panini” erano ancora lontane
Nella domeniche di trasferta sul camion veniva collocate le sedie del Bar Splendid, in allora sede sociale, legate sul pianale, e giocatori e dirigenti vi prendevano posto per effettuare il viaggio, tra traversie inenarrabili: nell’occasione di una trasferta a Cuneo la comitiva biancoblu, capitanata da Stefano Del Buono, fu sorpresa da una nevicata mentre il camion stava superando il Montezemolo. Bloccato dalla neve il mezzo fu spinto a forza di braccia da giocatori e dirigenti e, alla fine, superato il valico, la squadra giunse a Cuneo in tempo per vincere 4-3. Epico.
Riprendendo il filo del discorso è necessario ricordare, allora, che per le stagioni 1945-’46, 1946-’47, 1947-’48 la Serie B fu organizzata su più gironi (mentre la Serie A tornò al girone unico fin dal campionato 1946-47, mentre il torneo 1945-’46 era stato giocato su due “poule” con girone finale) e la Serie C strutturata su di una molteplicità di gironi interregionali utilizzata al fine di realizzare una selezione utile per quando il campionato sarebbe tornato a dimensione nazionale.
Ciò avvenne con la stagione 1948-’49, allorquando la ricostruzione delle infrastrutture stradali e ferroviarie era già stata avviata compiendo veri e propri miracoli di sacrificio da parte dell’intera popolazione di un’Italia impoverita e alle prese con una difficile riconversione dell’economia.
La stagione 1948-’49 dunque registrò il ritorno della Serie B a girone unico e della Serie C a dimensione nazionale, organizzata su 4 gironi: la stessa struttura che, negli anni ’30, aveva segnato il momento di maggior sviluppo del calcio italiano accompagnando anche i grandi successi della squadra Nazionale, guidata da Vittorio Pozzo, capace di vincere i Mondiali del 1934 e del 1938 e l’Olimpiade di Berlino del 1936, dopo aver conquistato la medaglia di bronzo a quelle del 1928 disputate ad Amsterdam.
Entriamo così nel dettaglio degli esiti sportivi di quell’annata.
CLASSIFICA DELLA SERIE C GIRONE A: Fanfulla 56, Savona 55, Mortara 53, Sanremese 51, Casale 48, Vogherese 48, Pro Vercelli 47, Gallaratese 47, Biellese 47, Varese 44, Crema 42, Monza 42, Fossanese 41, Pro Lissone 39, Asti 36, Parabiago 36, Vita Nova Ponte San Pietro 36, Sestrese 35, Piacenza 35, Vigevano 34, Sestri Levante 30, Magenta 21.
Il campionato è dominato dall’aspra rivalità tra Fanfulla e Savona che si giocano fino all’ultima giornata il primato. Alla fine per un punto (il Calcio Illustrato titolò: “Per un punto Martin perse la cappa”) prevalsero i bianconeri lodigiani capaci alla 42° giornata di vincere in trasferta ad Asti per 3-1 (“galletti” rassegnati, va ricordato) mentre gli striscioni erano fermati sullo 0-0 a Gallarate contro un avversario motivatissimo. Eppure il Savona aveva dominato i confronti diretti: a Lodi la squadra di Bertolotto si era imposta 3-2 al termine di una partita particolarmente burrascosa, mentre in Corso Ricci, in una splendida giornata di sole, il Fanfulla fu schiantato per 4-2 da un Savona che, in quell’occasione, disputò senz’altro una delle migliori partite dei suoi oltre 110 anni di storia. Non fu sufficiente però e la Serie B sfuggì ancora una volta, per riacciuffarla ci sarebbe voluti ancora 17 anni.
Ed ecco i tabellini delle due fatidiche gare.
Lodi: 9 gennaio 1949 diciottesima giornata
FANFULLA – SAVONA 2-3
Reti: 20’ Re Dionigi, 57’ Re Dionigi, 63’ Goldaniga su rigore, 69’ Goldaniga su rigore, 80′ Re Dionigi.
Una vittoria non facile i un campo caldissimo al punto di condizionare il direttore di gara. Al secondo rigore assegnato ai padroni di cass, l’allenatore savonese “Gustin” Bertolotto entrò in campo per protestare. L’arbitro esclamò: “Mi capisca: ho da fare i conti con questi”, indicando il pubblico lodigiano rumoreggiante. Bertolotto, che era omone grande e grosso ex-difensore, replicò: “Stia attento: altrimenti dovrà fare i conti direttamente con me”. L’arbitro di Legnano, particolare non secondario, comprese l’antifona e la già corposa serie di penalty a favore del Fanfulla fu bruscamente interrotta. Da rimarcare la tripletta di Re Dionigi.
Fanfulla: Servidati, Antozzi, Peruzzi, Galbiati, Burini, Sichel, Capra (ex – milanista e nazionale), Barnini, Dal Cerri, Bandirali, Goldaniga.
Savona: Castagno, Melandri, Vignolo, Ighina, Molinari, Longoni, Zilli, Cappelli, Re Dionigi, Semoli, Dreossi.
Arbitro: De Gregori di Legnano.
SAVONA-FANFULLA 4-2
Savona 12 giugno 1949, trentaquattresima giornata (il girone era a 22 squadre). Una splendida giornata di sole che abbiamo ancora negli occhi, come il lungo corteo di tifosi che aveva invaso corso Ricci da Santa Rita a Lavagnola. Una crescente marea di passione, entusiasmo e partecipazione per assistere a quella che si può definire senza possibilità di essere smentiti la miglior partita giocata dal Savona sul terreno di corso Ricci in trent’anni di storia tra il 1927 e il 1959. Indimenticabile.
Reti: 1’ Vignolo, 6’ Re Dionigi, 14’ Capra, 44’ Cappelli, 52’ Galliani, 84’ Cappelli.
Savona: Castagno, Melandri, Vignolo, Semoli, Molinari, Longoni, Frumento, Cappelli, Re Dionigi, Siccardi, Zilli.
Fanfulla: Servidati, Antozzi, Burini, Galliani, Taiana, Teruzzi, Cesari, Sichel I, Dalcerri, Sichel III, Capra (i fratelli Sichel, formidabili picchiatori).
Arbitro: Tassini di Verona.
Franco Astengo