Quando si parla di sport a Canicattì alla maggior parte dei canicattinesi riaffiorano alla mente i ricordi dei tempi d’oro del calcio locale, a questa disciplina sono legati i ricordi più belli e nostalgici che hanno fatto sognare migliaia di tifosi biancorossi. Tutti gli appassionati, ricordano le infuocate trasferte dei campionati dell’Interregionale e della C2, anni bellissimi per la dirigenza, per i tifosi e per la città intera.
La promozione nel campionato di Serie C2 ha rappresentato una sorta di riscatto sociale di questa cittadina del profondo sud d’Italia, che con le glorie sportive ha voluto scrollarsi di dosso un retaggio di ataviche aspirazioni non esaudite. E’ stata la conferma di una città e di una società sana che ha avuto la caparbietà di cambiare in meglio.
Avere una squadra in Serie C ti riempie di orgoglio, la promozione in C2 ha rappresentato il fattore trainante per ambiti traguardi anche in altre sfere di attività sociali. Lo sport , infatti, è un fattore sociale ed economico , una manifestazione di massa e della città tutta.
Sono stati anni stupendi, il calore dei tifosi, galvanizzava i calciatori a tal punto che in campo davamo sempre il massimo. La formazione biancorossa, era un avversario temuto, ed in qualunque campo si recasse era sempre guardata con rispetto riverenziale.
Alcuni ex calciatori biancorossi, con un pizzico di nostalgia, ci descrivono alcune curiosità di quegli anni. “Pensate che in una partita di Interregionale dei primi anni ottanta, a Sciacca – ci dice Paolo Moncado – fui molto impressionato dalla direzione della gara che fini 0 a 0 di un arbitro molto bravo. Si chiamava, pensate un po’, Pierluigi Collina. Quando entrò negli spogliatoi, l’arbitro più famoso d’Italia, mi colpì molto il fatto che ricordasse a memoria i nomi di tutti i calciatori senza leggere la distinta”.
Già da allora l’arbitro Collina dimostrava di essere fortemente predisposto alla folgorante carriera che poi ha realizzato. A poco a poco riaffiorano nella mente dell’attaccante biancorosso volti lontani nel tempo: “Voglio ricordare un gruppo di amici che hanno fatto la storia del calcio a Canicattì: Angelo La Mattina, Michele Insalaco, Lillo Coniglio, Renato Traina, grande libero, morto prematuramente. Con loro ho condiviso momenti bellissimi.
Ricordo anche una delle partite più belle del Canicattì. Fu un due a zero al Bordonaro contro il Licata. C’era l’allenatore dei gialloblù che a fine partita si lamentò per presunte irregolarità. La partita la vincemmo con grande merito. Il tecnico si chiamava “Zeman”.
Come non ricordare, inoltre, il mitico allenatore Angelo Busetta, che costruì un Canicattì straordinario, infarcito di giocatori che giocavano a meraviglia. Tra i pali c’era l’indimenticato, Angelo Bellavia. Plasmò una squadra che l’anno seguente sotto la guida di un altro allenatore conquistò la C2.
Non va dimenticato, inoltre, “il sergente di ferro” del Canicattì, il tecnico Alvaro Biagini, ammirevole per la sua serietà e la sua professionalità. Molti lo ricordano anche come ottimo centrocampista del Catania di Di Bella e del Palermo e trainer di altre prestigiose compagini.
Ma le curiosità legate al Canicattì, non finiscono qui. Nella stagione calcistica 1955-’56 tra le fila del Canicattì vi era il papà della popolare show girls, Luisa Corna, che militò nella formazione biancorossa per diverse stagioni.
Adesso del Canicattì rimane poco, a parte qualche foto ingiallita e la voglia di onorare tutti coloro che sono stati gli artefici di quei bei momenti. Un’ iniziativa molto lodevole è proprio il calendario calcistico, con le formazioni biancorosse dal 1975 al 1992 che è stato realizzato , quanlche anno addietro, da Francesco Ferraro, segretario del Canicattì calcio.
“Con questa iniziativa, ho voluto rievocare i tempi d’oro del calcio canicattinese – ci dice Ferraro – quando lo stadio Carlotta Bordonaro faceva registrare il tutto esaurito e quando le vittorie biancorosse erano festeggiate per le vie del paese. Il Canicattì calcio ha rappresentato degnamente tutta la città ed è per questo che non poteva essere trascurato”.
Davide Difazio