Che Vialli dovesse andare alla Juve, prima o poi, era destino. Non si spiegherebbe altrimenti la più colossale bufala della storia del mercato, andata in scena il 4 luglio 1989, quando un titolo a scatola della Gazzetta dello Sport annunciava: «Vialli Mancini Vierchowod tutti alla Juve! Mantovani vende la Samp a un petroliere per 50 miliardi».
Detto oggi, nell’era in cui le bufale a caratteri cubitali stanno al mercato come il sole all’estate, non fa molto effetto. Ma allora si trattò di una bomba, soprattutto perché ad avallarla era nientemeno che il direttore, l’autorevolissimo Candido Cannavo, che annunciava in anticipo un affare destinato a cambiare la storia del calcio italiano. In realtà, non se ne fece niente e il direttore tenne per sè la fonte di una simile cantonata (pare fosse nientemeno che Cesare Romiti, allora braccio destro di Gianni Agnelli). Qualche anno più tardi, però, l’affare – almeno in parte – andò in porto.
È la primavera del 1992, Vialli ha 28 anni, ha giocato otto stagioni in blucerchiato, vincendo uno scudetto, una Coppa delle Coppe, tre Coppe Italia e una Supercoppa italiana. A Natale ha espresso al presidente Mantovani, “papà Paolo”, il desiderio di vivere un’avventura all’estero, Real Madrid o Barcellona. Un’assurdità, all’epoca, e infatti il presidente lo dissuase subito, non potendo ricevere in tale caso una adeguata contropartita tecnica. Il tarlo però continua a lavorare nella mente del creatore della Grande Sampdoria, che alla fine raggiunge una convinzione: cedendo uno dei suoi gioielli, il più appetito, potrebbe rifondare la squadra con un gruppo di giovani e avviare un nuovo ciclo.
Il contatto con Gianni Agnelli viene portato avanti in quei mesi con discrezione, ma le voci filtrano ugualmente. L’evento che fa precipitare la situazione è la finale di Coppa dei Campioni, a Wembley contro il Barcellona, cui la Samp giunge con i nervi tesi anche, e soprattutto, per via delle voci di mercato. Il 20 maggio 1992 il sogno europeo svanisce per un tiraccio di Koeman nei supplementari: a quel punto, la Samp di Vialli, Mancini, Vierchowod e compagnia è al capolinea.
Due giorni dopo, Vialli sottoscrive il nuovo contratto con la Juventus. Alla Sampdoria va una contropartita colossale: 10 miliardi in contanti più Corini, Bertarelli, Michele Serena e Zanini.
Cioè quattro giovani promettentissimi (destinati peraltro per svariate ragioni a deludere), valutabili in tutto non meno di 12 miliardi. E i tifosi? La reazione è nello stile dell’era Mantovani. Il presidentissimo spiega tutto in conferenza stampa:
«L’iniziativa di cedere Gianluca alla Juventus è partita dalla società ed era implicito nella proposta il desiderio che venisse accettala».
Accanto a lui, Vialli conferma:
«Abbiamo convenuto che era meglio mantenere in A la Sampdoria senza Vialli piuttosto che ritrovarla tra qualche anno con Vialli in Serie B».
I tifosi in lacrime salutano applaudendo sia l’eroe che se ne va che il presidente impegnato a costruire una nuova grande Samp. Peccato che il destino gli impedisca poi di realizzarla. E, piccola parentesi, dopo qualche che anno la Sampdoria finirà davvero in B.