Anche il Chelsea ha reso omaggio al suo ex giocatore e allenatore Gianluca Vialli dopo la sua morte all’età di 58 anni. Vialli, arrivato al Chelsea nel 1996, ha contribuito a vincere la FA Cup alla fine della sua prima stagione prima di guidare il club londinese alla gloria sia in Coppa di Lega che in Coppa delle Coppe come giocatore-allenatore.
“Mancherai a tanti. Una leggenda per noi e per tutto il calcio. Riposa in pace, Gianluca Vialli”, si legge in un tweet del Chelsea dopo che la notizia della sua morte era stata confermata dalla Federcalcio italiana. I tifosi sui social hanno descritto Vialli come un “pilastro fondamentale” per inaugurare un’era carica di trofei allo Stamford Bridge.
Vialli ha iniziato la sua carriera alla Cremonese, club della sua città natale, prima giocare in Serie A per Sampdoria e Juventus, e ha concluso la sua carriera da calciatore al Chelsea prima di passare nel ruolo di tecnico. Ha segnato 16 gol in 59 presenze con l’Italia e ha partecipato alle Coppe del Mondo del 1986 e del 1990.
Al Chelsea era arrivato dopo la Juventus, una militanza che potremmo dire a due facce. La prima sotto la guida di Giovanni Trapattoni, dove pur vincendo la Coppa UEFA 1992-‘93 manifesta più di un problema di ambientamento e non trova con Roberto Baggio lo stesso affiatamento avuto alla Sampdoria con Mancini. A rilanciarlo è Marcello Lippi, che riesce a creare quel trio offensivo vincente con Del Piero e Ravanelli capace di portare a Torino la Champions League.
A Londra trovò come compagni gli italiani Roberto Di Matteo e Gianfranco Zola ed ebbe pessimi rapporti con il player manager Ruud Gullit, che poi sostituì nel ruolo.
Nelle ultime settimane era stato annunciato che Vialli si sarebbe allontanato dal suo ruolo di capo delegazione con la nazionale italiana per concentrarsi sul suo trattamento per il cancro al pancreas. Si era riunito infatti nella nazionale italiana con il cittì Roberto Mancini, il suo ex compagno d’attacco della Sampdoria.
Vialli aveva annunciato di essersi sottoposto a radioterapia e chemioterapia nel novembre 2018, essendogli stato diagnosticato un cancro un anno prima. Inizialmente gli era stata comunicata la regressione del male nell’aprile 2020, ma nel dicembre 2021 la malattia era tornata.
Spiegando la decisione di sospendere il suo impegno con l’Italia, Vialli aveva dichiarato il 14 dicembre: “L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le mie energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, per poter affrontare nuove avventure non appena possibile e condividerle con tutti voi”.
La Samp ha scritto un commovente messaggio: “Ci hai dato tanto, ti abbiamo dato tanto: sì, è stato amore, reciproco, infinito. Un amore che non morirà oggi con te. Continueremo ad amarti e ad adorarti perché – come ben sai – sei meglio di Pelé. E perché, nonostante tutto, la nostra bella stagione è destinata a non finire mai”.
E ha aggiunto: “Ti ricorderemo ragazzo e centravanti implacabile, perché gli eroi sono tutti giovani e belli e tu, da quell’estate del 1984, sei stato il nostro eroe. Forte e bello, con quel 9 stampato sulla schiena e la bandiera italiana cucita sul cuore”.
Graeme Souness, che ha giocato al fianco di Vialli nella Sampdoria, gli ha reso omaggio su Sky Sport. Un Souness visibilmente emozionato ha detto: “Non posso dire quanto fosse bravo. Dimenticate il calcio, era solo un’anima meravigliosa. Era solo un essere umano davvero gentile. Era un ragazzo così amante del divertimento, pieno di malizia, un calciatore meraviglioso e un essere umano caloroso. La gente dirà cose sulla sua magnifica abilità calcistica, ed è giusto”.
Mario Bocchio