Bearzot infuriato con l’arbitro
Gen 2, 2024

Una delle sconfitte più ricordate della Nazionale italiana è quella del 3 gennaio 1981, contro l’Uruguay nel cosiddetto Mundialito (Copa de Oro de Campeones Mundiales il nome originale), un torneo a sei squadre a inviti, dove le invitate erano le sei che fino a quelle data avevano vinto il Mondiale: Uruguay, Italia, Germania Ovest, Brasile Inghilterra e Argentina. L’Inghilterra rispose di no, perché il suo massimo campionato (all’epoca la First Division) non faceva soste natalizie e soprattutto perché non credeva nel futuro del torneo, così fu sostituita dall’Olanda che nelle precedenti due edizioni della Coppa del Mondo era stata finalista, per sua sfortuna sempre contro la nazionale ospitante.

Marco Tardelli e Rubén Paz

Ma dicevamo dell’Italia, che Bearzot portò a Montevideo con qualche nome semi-nuovo. Bordon al posto di Zoff, poi Ancelotti, Vierchowod, Bagni, Bruno Conti, Altobelli, Pruzzo….

Uruguay-Italia, alcune fasi di gioco

Tutta gente giovane ma in qualche modo già nel giro, che però faceva fatica ed emergere in una squadra che era fondata sul blocco della Juventus e che tale sarebbe rimasta fino al Mondiale. Gli azzurri furono sorteggiati, con un sorteggio probabilmente pilotato, nel girone di Uruguay e Olanda: la prima classificata fra le tre sarebbe andata in finale, molto semplice. E l’esordio fu proprio contro i padroni di casa, che quattro giorni prima avevano battuto 2-0 gli olandesi.

Gentile all’inseguimento di Victorino
Bruno Conti e Julio Morales

L’Italia era schierata con una formazione comunque credibile (Bordon, Oriali, Cabrini, Marini, Gentile, Scirea, Conti, Tardelli, Graziani, Antognoni, Altobelli) e molto simile a quella del giorno dei giorni, il 5 luglio 1982: uniche differenze Zoff per Bordon, Collovati per Marini con Oriali a prendere il posto di Marini a centrocampo e ovviamente Rossi per Altobelli, visto che Rossi in quel 1981 era squalificato per il calcioscommesse. Insomma, era un’Italia con qualche inserimento nuovo ma tutt’altro che sperimentale, come venne invece definita. E poco sperimentali furono anche i falli degli uruguayani, uniti al rigore inventato dall’arbitro spagnolo Guruceta al 21’ del secondo tempo, per un presunto fallo di Marini su Martinez: tiro di Morales e gol, con raddoppio poi di Victorino. Prima, durante e dopo i gol tante botte, con tre espulsi (Cabrini e Tardelli per l’Italia) e trecento provocazioni.

Il contestato arbitro Guruceta Muru 

Mai nella sua carriera azzurra avremmo visto Bearzot così infuriato con l’arbitro, per un torneo che oltretutto valeva poco anche se aveva partecipanti di prestigio. Con Gentile e Graziani infortunati e mezza squadra contusa, il commissario tecnico disse che l’Inghilterra aveva fatto bene a non venire.

Ma al di là delle botte e degli errori, gli azzurri trovarono inaccettabile il comportamento di Guruceta, che per tutta la partita li avrebbe insultati. Comunque il Mundialito dell’Italia finì lì, l’1-1 con l’Olanda sarebbe stato inutile. Con il senno di poi si può dire che Uruguay-Italia fu una di quelle partite che creano il vissuto di una squadra, che nei momenti decisivi delle partite decisive può fare la differenza fra la gloria eterna e l’oblio.

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