Il 23 giugno 1929 si giocò la prima finale della Divisione nazionale italiana tra Bologna e Torino. In casa il Bologna vinse 3-1, mentre il 30 giugno a Torino vinsero i granata 1-0 con rete di Julio Libonatti. Il 7 luglio era prevista la bella a Roma. In una lotta intensa, il Bologna ottenne la consacrazione con Muzzioli all’82’.
Quattro giorni dopo, entrambe le squadre intraprendono un tour ambizioso in cui avrebbero girato il Sud America. Hanno programmato partite in Argentina, Brasile e Uruguay. Il piroscafo Conte Rosso della compagnia italiana Lloyd Sabaudo salpa dal porto di Genova diretto in Brasile. Dopo 11 giorni (23 luglio) arriveranno a Rio de Janeiro, dove sbarcherà il Bologna. La delegazione torinese invece visita la città di Rio, fa un’escursione al Club Vasco da Gama dove viene accolta con entusiasmo, e poi si imbarca nuovamente sul Conte Rosso che la portò a Buenos Aires. Secondo gli storici del Torino quella trasferta condivisa dai campioni d’Italia e vicecampioni fu una festa. Non attirò l’attenzione di nessuno il fatto che, dopo un campionato impegnativo come quello del 1928-‘29, nessuna delle due squadre si distinse in America.
Il Bologna convocò 17 giocatori, 10 propri e 7 di rinforzo provenienti da altri club: Gianni, Monzeglio, Gasperi, Genovesi, Baldi, Pitto, Martelli, Schiavio, Busini, Muzzioli (Bologna); Compiani, Tansini (Milan); Dugoni (Modena) Ferrari e Banchero (Alessandria), Magnozzi (Livorno), Costantino (Bari). Della delegazione facevano parte anche l’allenatore austriaco Hermann Felsner.
Salirono a bordo in smoking, ma la pausa sarebbe stata solo per il fine settimana. Lunedì 15 luglio, una routine di esercizi fisici e un leggero lavoro di preparazione atletica attendevano i giocatori a bordo. Vale anche la pena dire che entrambe le delegazioni hanno lasciato il vecchio continente con l’entusiasmo e l’energia dedicata all’impresa sportiva. Poco prima di salpare dal porto di Genova, la squadra del Bologna ha inviato un telegramma di auguri ai tifosi e alle autorità dello sport italiano, che venne pubblicato sul quotidiano “Il Littoriale”. Il testo recitava così: “Il vostro giornale presto potrà raccontarvi delle nostre vittorie nella terra latina d’oltreoceano. Salpiamo ora inviando un reverente saluto all’amato Duce, ai presidenti del CONI e alla Federcalcio, agli Stati federali, al Collegio arbitrale, al nostro presidente e a tutta la stampa; e un caro saluto alle nostre famiglie, ai tesserati e ai tifosi rossoblù”. Si legge ancora nell’articolo: “Questo telegramma riflette lo spirito di giovani generosi che hanno saputo proprio con la forza della loro volontà e il loro spirito di solidarietà conquistare gli allori più ambiti”.
Il tour è stato un premio per la squadra che ha appena conquistato il suo secondo titolo italiano. Sul Conte Rosso i giocatori vivono bei momenti, tra ballerine e champagne. Si parla già dello “squadrone che scuote il mondo” e la fama dei bolognesi ha già varcato i confini. Tutti vogliono vedere questo Bologna all’opera e in segreteria (dalla vecchia sede di via Giude iil club si è trasferito alla Casa del Fascio, in via Manzoni 4) fioccano gli inviti. Ma il presidente Gianni Bonaveri vuole anche premiare la squadra e quindi la manda all’estero, in Sudamerica, dove combina una tournée di 15 partite tra Brasile, Uruguay e Argentina.
Queste le gare del tour:
Rio de Janeiro, 25 luglio 1929: Rappresentativa Carioca – Bologna 3-1
San Paolo, 28 luglio 1929: Rappresentativa Paulista – Bologna 6-4
San Paolo, 30 luglio 1929: Corinthians – Bologna 6-1
Montevideo, 10 agosto 1929: Bologna-Uruguay 1-0
Buenos Aires, 15 agosto 1929: Argentina – Bologna 3-1
Buenos Aires, 18 agosto 1929: Argentina B – Bologna 0-0
Rosario, 21 agosto 1929; Newell’s Old Boys-Bologna 2-1
Buenos Aires, 24 agosto 1929: Huracàn – Bologna 2-1
Bahia Blanca, 25 agosto 1929: Bologna – Rappresentativa Argentina del Sud 2-1
Buenos Aires, 27 agosto 1929: Boca Juniors-Bologna 1-0
La Plata, 30 agosto 1929: Estudiantes de La Plata – Bologna 3-3
Santa Fè, 1 settembre 1929: Rappresentativa Santa Fé – Bologna 3-0
San Paolo, 8 settembre 1929: Palestra Italia – Bologna 4-4
San Paolo, 10 settembre 1929: Bologna – Rappresentativa Paulista 3-1
Rio de Janeiro, 14 settembre 1929: Rappresentativa Carioca – Bologna 3-1.
Il Bologna ha affrontato nel vecchio stadio dell’Huracán la squadra dell’Associazione Dilettanti Argentina. Con una doppietta di Evaristo e una di Cherro i locali vincono 3 a 1. Magnozzi segna per il Bologna a partita ormai finita
Tre giorni dopo arriva al leggendario stadio del Club Atlético Independiente. Questa volta affronterà una squadra inferiore dell’Associazione Dilettanti Argentina. Quel giorno la lotta fu più equilibrata e gli italiani arrivarono allo 0 a 0. Per alcuni giornali dell’epoca, queste partite erano insignificanti e potevano addirittura provocare l’ira di alcuni giornalisti.
La tappa successiva del tour fu la città di Rosario. Gli italiani arrivano nel momento peggiore che si possa immaginare.
Mercoledì 21 agosto il Bologna disputò la partita in programma contro i gloriosi Newell’s Old Boys. Noioso viaggio in treno da Buenos Aires. È durato più di dieci ore. A ciò si aggiungono i giorni di agitazione e turbolenza vissuti a Rosario. Sciopero generale, cessazione delle attività, limitazione dei trasporti, solidarietà sindacale e guardie con Mauser a guardia dei tram. In questo contesto, i Lebbrosi sono arrivati allo stadio Parque per affrontare i campioni italiani.
Quel giorno Newell’s giocò con: Geronimo Díaz; Navas, Lecea; Chabrolín, Spitale e Sosa; Agustín Peruch, Haumuller, Luna, García e Cagnani.
Il Bologna rispose con: Compiani; Schenoni, Gasperi; Duggoni, Baldi e Pitto; Costantino, Banchero, Magnozzi (Fuggini), Ferrari e Muzzioli.
Il Newell’s vince 2 a 1, con gol di Cagnani a 7’, Peruch al 29’ e Muzzioli al 58’ per gli italiani. La gara venne diretta dall’ arbitro Teodoro Biener.
In sole quattro giornate di differenza, i gloriosi Newell’s Old Boys hanno affrontato i campioni italiani e i secondi classificati. Squadre potenti che in quella stagione, 1928-‘29, segnarono 205 gol (117 il Torino e 88 il il Bologna). Contro entrambe le compagini italiane il Newell’s Old Boys dimostrò la sua forza, caratteristica di quel periodo.
Mario Bocchio