Nel corso del suo libro – Io, Giorgio -, uscito nel 2020, Chiellini ha parlato anche della sua esperienza da giocatore della Fiorentina. Ecco il suo racconto.
“Dopo quel famoso ritiro andai alle Olimpiadi ad Atene e quando tornai, lo ricordo come fosse ieri, mi dissero: ‘Guarda, ti hanno dato alla Fiorentina’. Ma sapevo che sarei stato certamente riscattato dalla Juventus, e del resto non mi sentivo ancora pronto per una squadra del genere. Firenze mi servì tantissimo, a novembre debuttai in Nazionale dopo neanche dieci partite in Serie A, ma ancora più importanti furono i momenti difficili vissuti in casacca viola.
Anche se alla fine giocai 37 partite su 38 partendo alla grande, nel girone di ritorno commisi parecchi errori, rischiammo di retrocedere e, del resto, si sapeva che sarei tornato alla Juve, come la società bianconera non mancava mai di ricordare; insomma, negli ultimi mesi furono fischi e contestazioni, i tifosi me la fecero pagare nonostante avessi anche segnato un gol a Buffon, non so se mi spiego, e avessi festeggiato di gusto. Ci furono critiche per tutti, Maresca e Miccoli dissero che sarebbero comunque rimasti a Firenze, ma io no. Così imparai a uscire da certi momentacci in un anno in cui cambiammo tre allenatori, Mondonico, Buso e Zoff.
E come secondo di Buso e Zoff c’era Bisoli: ecco, il Bisolone mi ha fatto il pieno d’energia, era un altro un po’ morboso per il calcio, di quelli che a un tipo come me tirano fuori tutto. Suo figlio adesso gioca nel Brescia, prima o poi me lo ritroverò contro. Del resto, Buffon l’anno scorso ha affrontato il figlio di Thuram, e quello di Birindelli gioca nel Pisa e già ha sfidato la Under 23 bianconera, prima o poi magari lo incrocio. È il tempo che passa. Quando giocavo nella Fiorentina, tra i miei compagni c’era Delli Carri e oggi io mi alleno con suo figlio che fa parte della Under 23 bianconera: è una ruota che gira”.