Nel 1916 nacque un simbolo del calcio di Bucarest, che oggi, purtroppo, è passato all’anonimato. La squadra di Regie, quartiere nella parte occidentale di Bucarest, Sportul Studențesc, non rappresenta più la “Crazy Gang” che si esibiva nel massimo campionato della Romania. Sfortunatamente, rispetto alle tradizionali squadre di calcio rumene che si sono sciolte e sono rinate come Pasărea Phoenix, come Poli Timișoara, UTA, Petrolul o “U” Cluj, per lo Sportul non c’è stato scampo, lo Sportul è stato sciolto nel 2017.
“Rose” storiche dello Sportul Studențesc
La società sportiva più antica della Capitale, prima della sua morte fisica, era scesa negli inferi del calcio dilettantistico. L’arena dove hanno indossato la maglia bianconera tanti grandi nomi della storia del calcio rumeno è quasi caduta in rovina. Sono finiti i tempi in cui Hagi o Vaișcovici entravano nel prato accompagnati dal “Gaudeamus igitur”, l’inno internazionale della gogliardia. C’è un vuoto enorme nel centro di Bucarest da quando questa squadra è scomparsa. L’atmosfera folle che metteva in moto tutto il quartiere non esiste più. Adesso a Regie c’è silenzio e il calcio è morto. La squadretta del Viitorul Domnești si è allenata ancora allo stadio, ma le partite ufficiali non si giocano più nell’arena situata ai margini dei dormitori studenteschi. Dietro il secondo prato è stata realizzata una piscina, grazie alla quale si ricorda l’esistenza del centro di allenamento..
Il debutto europeo del club di Regie ebbe luogo nel 1976. Lo Sportul giocò in Coppa UEFA contro i greci dell’Olympiakos Pireo nel primo turno della competizione. Con “Rică” Răducanu in porta e con Paul Cazan, Petre Grosu, Adalbert Kassai e Dumitru Manea (padre della giocatrice di pallamano Oana Manea) in campo, gli “studenti” si qualificarono senza problemi al secondo turno della competizione europea. Poi si imbatterono nello Schalke 04, che passò il turno con un 5-0 complessivo.
Il derby con la Dinamo Bucarest
Più tardi iniziarono ad apparire Mircea Sandu, Gino Iorgulescu e Gică Hagi. I tre erano in campo nel 1984, quando lo Sportul vinse 1-0 allo Stadio “23 Agosto”, contro l’Inter. Mircea Sandu ha segnato il gol della vittoria all’84’, ma i nerazzurri si qualificarono al ritorno dopo una vittoria per 2-0 a “San Siro”. Karl-Heinz Rummenigge segnò il gol decisivo all’85’.
Nel periodo successivo al 1990, lo Sportul iniziò a proporre un’altra generazione per il calcio rumeno. Răzvan Lucescu, Cătălin Necula, Marius Șumudică, Gabriel Vochin, Eduard Stăncioiu, Laurențiu Diniță, Bogdan Pătrașcu, Florentin Dumitru e Romulus Buia facevano parte della squadra di Bucarest in quel momento, seppur non tutti contemporaneamente.
È stato poi presidente della federazione calcistica della Romania dal 1990 al 2024
Oltre a Gică Hagi, l’unico giocatore rumeno nella storia del Real Madrid, ha giocato a Regie anche Dorin Mateuț, vincitore della Scarpa d’Oro nel 1989. Solo tre calciatori rumeni hanno ricevuto questo riconoscimento: Dudu Georgescu (1975 e 1977), Rodion Cămătaru (1987) e Dorin Mateuț. Tutti e tre sono stati premiati come giocatori della Dinamo Bucarest. Dorin Mateuț ha concluso la sua carriera allo Sportul nel 1996, dopo aver giiocato anche in Italia nel Brescia e nella Reggiana.
A Bucarest contro l’Inter
Pensando al calcio, non allo stipendio, alle scommesse o all’intrattenimento, i calciatori di Regie sono riusciti a farsi un nome nel calcio e diventare tentazioni per i grandi club. Molti di loro sono arrivati in Nazionale, altri hanno indossato le maglie di importanti club stranieri.
Negli anni Duemila lo Sportul ha continuato a schierare giocatori di alta qualità. Costin Lazăr, Ionuț Mazilu, George Galamaz, Tibi Bălan, Stelian Stancu, Dacian Varga, Gigel Bucur, Sorin Rădoi, Viorel Ferfelea e Costin Curelea sono solo alcuni dei nomi che hanno portato avanti la storia di questo club molto particolare. Alcuni di loro sono stati testimoni del fallimento, avvenuto nel 2013. Alcuni di loro hanno anche dato il loro contributo alla super stagione del 2006, quando la squadra finì al quarto posto, Ionuț Mazilu fu il capocannoniere della squadra, ma la banda allenata da Gheorghe Mulțescu venne retrocessa a causa di problemi finanziari, più precisamente per un debito di 1,26 milioni di RON verso lo Stato.
Contro la Steaua
“Non eravamo solo compagni di squadra, eravamo amici anche fuori dal campo. Molte volte uscivamo tutti insieme a bere una birra, eravamo un gruppo molto unito. Per noi è stato un vero onore giocare per la squadra in cui aveva giocato anche Gică Hagi” sono praticamente concordi i calciatori di quel periodo.
Lo Sportul Studențesc nelle Coppe europee
Nel corso del tempo lo sportul non ha avuto solo giocatori di talento, ma anche allenatori con un nome nel calcio rumeno. Tra i tecnici che hanno guidato la “Crazy Gang” ci sono: Angelo Niculescu, Ion Voica, Traian Ionescu, Viorel Moldovan, Dan Petrescu, Ioan Andone, Daniel Isăilă, Tibor Selymes, Gheorghe Mulțescu e Gabi Balint.
Da sinistra: Andrei Speriatu, Gino Iorgulescu, ancora Cazan e Răzvan Lucescu (portiere, figlio di Mircea)
“Le strade del quartiere erano piene di gente che andava alla partita, c’era una bellissima atmosfera. Alle partite con Steaua, Dinamo e Rapid molti erano in ritardo e non riuscivano a procurarsi il biglietto. Altri hanno tentato di sgattaiolare attraverso la recinzione, ma sono stati inseguiti dai gendarmi. Vedendo lo stadio ogni giorno, ho sentito che qualcosa ci legava alla squadra. Eravamo tutti sostenitori dello Sportul. Eravamo molto appassionati. Quando eravamo ragazzini di calcio, dedicavamo tanto tempo alla palla, i giocatori avversari ci insultavano. La nostra era una delle poche accademie in cui qualcuno si preoccupava davvero dei ragazzi. Il tempo che abbiamo trascorso qui ci ha disciplinato molto. Se dallo Sportul non sei uscito calciatore, almeno sei uscito uomo. Abbiamo solo parole di elogio per allenatori come Duras, Jurcă o Andronache. Le persone stavano facendo un ottimo lavoro allo Sportul, anche se non erano state pagate per mesi. L’unica cosa difficile da junior qui erano i costi. Dalle palle ai cerchi ai tornei di allenamento, abbiamo pagato tutto. Non ricevevo nulla gratis. Da quando la squadra è scomparsa, l’atmosfera intorno allo stadio è morta. Ci resta solo il ricordo dei bei tempi del calcio rumeno”, hanno detto Tudor, Adi, Răzvan e Tavi, quattro ex giovanili e tifosi del club di Regie.
Immagini di gioco. Da sinistra: contro il Bacău e l’Universitatea Craiova
Nel 2013, nella fabbrica dei talenti di Bucarest, si sono verificati scandali a cascata. Resta famosa la lotta tra Dacian Varga e Vasile Șiman, nel cortile della Federcalcio rumena. Il proprietario della squadra ha iniziato a ridere del calciatore dopo aver fabbricato un contratto per un altro anno, anche se la squadra era sull’orlo dell’estinzione. Varga non ha resistito e gli è saltato al collo.
Mario Bocchio