Oscurate dai due club piu blasonati della città, le terze squadre calcistiche hanno sempre dovuto combattere per conquistare un po’ di gloria nel tempo. Di esempi in giro per l’Europa ce ne sono tanti: dal Rayo Vallecano, con una forte connotazione popolare e proletaria che si contende con il Getafe il ruolo di terzo club di Madrid, fino al curioso caso del Football Club United of Manchester, squadra dell’omonima città gestita direttamente dai suoi tifosi e diretta espressione di un calcio lontano anni luce dal business e dalle pay tv.
Molto diversa la situazione a Roma, dove attualmente lo scenario è molto confuso e non c’è una vera e propria squadra capace di salire sul gradino piú basso del podio capitolino. Per un lungo periodo di tempo c’è stato un club piccolo e silenzioso che è arrivato, per un momento, a togliere quel monopolio di attenzione alle due squadre più blasonate della capitale arrivando ad un passo dalla gloria.
Stiamo parlando della Lodigiani, forse l’unica società che è riuscita a conquistare il “titolo” di terzo polo calcistico di Roma (almeno negli anni del calcio moderno).
Uno stadio, il mitico Flaminio, capace di riunire 1500-2000 romani che ogni sabato, in attesa della partita della domenica della propria squadra del cuore, andavano a sostenere con passione i propri beniamini.
Un club che univa calciatori esperti come Matticari e Baglieri e giovani promettenti che hanno poi avuto una buona carriera negli anni successivi come Di Michele e Toni.
La storia della Lodigiani iniziò nel 1972 come squadra della Lodigiani Costruzioni, potente società edilizia degli anni settanta. Nei primi anni ottanta iniziò la scalata alla Serie C sotto la guida del tecnico abruzzese Guido Attardi. Al termine della stagione 1982-’83, mentre una parte di Roma festeggiava la conquista del secondo scudetto giallorosso, arrivò la promozione in Serie C2.
La squadra era giovane, inesperta, pochi sostenitori ma calorosi. Nella metà degli anni 80′, con il declino della Lodigiani Costruzioni, i dirigenti del club decisero di puntare sui giovani del vivaio biancorosso (tra di loro anche un certo Francesco Totti inserito nella categoria esordienti).
Nella stagione 1991-’92, con l’arrivo in panchina dell’esperto tecnico Specchia, la squadra conquistò la tanto attesa promozione grazie al secondo posto in campionato. Dopo un primo anno di ambientamento, con il ritorno di Attardi l’anno successivo la Lodigiani giocò un grandissimo campionato arrivando fino ai playoff. Il momento piú alto della storia dei biancorossi fu proprio il 5 giugno 1994, quando allo Stadio Olimpico la Lodigiani giocò lo spareggio per la promozione in Serie B contro la Salernitana, terminato amaramente con il passaggio del turno dei campani grazie ad una netta vittoria nella gara di ritorno per 4-0.
L’anno successivo, i biancorossi non riuscirono a ripetere la stagione quasi perfetta dell’anno precedente e Attardi fu sostituito da Viscidi. Nel 1996-’97 ci fu un’altra grande annata della squadra romana che, anche grazie ad un calcio spettacolare, arrivò ad un passo dai playoff per l’accesso alla Serie B. Da lí un lento e inesorabile declino, che culminò con la retrocessione in Serie C2 nel 2002.
La fusione con la società dillettantistica Cisco e la successiva cessione del marchio all’Atletico Roma (squadra che sfiorò a sua volta la promozione in B nel 2011) segnarono la fine della Lodigiani, tornata attiva a partire dal 2012 solo con il settore giovanile.
Negli ultimi anni tante squadre hanno provato ad essere la terza squadra della capitale: dalla Lupa Roma (Lupa Frascati fino al 2013) al Racing Roma (ex Lupa Castelli Romani), senza però riuscire a scaldare gli animi dei tifosi come faceva invece la Lodigiani, forse anche complici le loro radici fuori dalla città.
La prima infatti gioca le sue partite casalinghe a Tivoli, mentre la seconda a Rieti. Tra le squadre che si stanno facendo largo nel panorama calcistico odierno c’è sicuramente il Trastevere, attualmente in Serie D. Fondato nel 1909, il club solo dal 2012 con il presidente Pier Luigi Betturri è riuscito a trovare quella stabilità societaria che gli ha permesso di avvicinarsi pian piano nel calcio che conta dopo anni molto travagliati.
https://youtu.be/m2OHlx0C6UE
In breve tempo, la squadra romana è riuscita a creare un certo entusiasmo intorno a sè, anche grazie ai risultati sportivi e alla cura del settore giovanile. Per molti è proprio il Trastevere la società più accreditata a dare alla città di Roma una terza squadra in grado di scaldare il cuore di una parte degli appassionati di calcio, magari proprio dentro il Flamino che tante soddisfazioni ha regalato loro in un tempo non troppo lontano.
Andrea Celesti