La storia di Diego Armando Maradona e del San Lorenzo, il club del quale è tifoso Papa Franvesco, è quella di due innamorati che si sono amati per tutta la vita, ma a causa di diversi colpi di scena, e nonostante siano stati vicini più volte, non hanno mai finito per camminare mano nella mano.

Dieguito era vicino a indossarne la maglia da giocatore. Nel 1993, dopo aver lasciato il Siviglia e con la decisione di tornare a giocare in Argentina, incontrò a casa sua Bambino Veira e Fernando Miele. Anni dopo, nel programma Jamón del Medio, ammise che quella notte andò a dormire come giocatore del Ciclón. Ma il giorno dopo Miele puntò i piedi, cambiò le condizioni del contratto e Diego si allontanò dal Newell’s. Qualche tempo dopo arrivò un altro giocatore che più o meno giocò, il brasiliano Paulo Silas.

Nonostante i disaccordi, l’affetto è continuato negli anni e in più di un’occasione Diego ha reso pubblica la sua ammirazione per i tifosi del San Lorenzo.

È diventato virale un video, condiviso dall’account ufficiale del club, in cui Maradona racconta di quando si innamorò dei tifosi del Ciclón. Era il 1982, quando la squadra era in B e sconvolse il calcio nazionale con una mirabile performance.

Nel video, dell’inizio degli anni ’90, el Diez afferma: “Mi sembra molto bello quello che ha fatto il San Lorenzo in Primera B, lo dico e mi fa venire la pelle d’oca, lo giuro”.

Poi, ha aggiunto: “Quando vado a vedere il San Lorenzo mi sembra che abbia la seconda tifoseria del Paese. Come gente e come fantasia probabilmente è la prima, eh…”.

Poco prima dello stop del calcio a causa dell’epidemia di coronavirus, la gente del Ciclón era in attesa perché quel fine settimana il Gimnasia di Maradona avrebbe visitato il Nuevo Gasómetro. Ci si aspettava un’accoglienza coerente con il suo affetto e anche questa volta non ha potuto esserlo. La gara, amichevole, venne giocata senza pubblico. Forse c’entrano le parole del cantante Joaquín Sabina: “Non esiste una sola storia d’amore che abbia un lieto fine. Se è amore, non avrà fine. E se lo avrà, non sarà felice”.

Mario Bocchio