Il 19 settembre 2013, la leggenda dell’Ajax Gerrie Mühren se n’è andata, lasciandoci in eredità una gloriosa carriera con l’Ajax, costellata di 12 trofei, tra cui tre Coppe dei Campioni, e un momento personale di notevole spessore, che è impresso a fuoco nella storia dei Lancieri.
Esattamente 40 anni e circa 4 mesi prima che Mühren ci lasciasse, l’olandese dai capelli lunghi vinse due volte al Bernabeu in pochi minuti, producendo probabilmente il momento più decisivo e impareggiabile nella stagione d’oro dell’Ajax. Era, che incarnava il nuovo spirito che animava la terribile squadra olandese.
Era una serata fresca e tiepida quella del 25 aprile 1973, un gradito cambiamento rispetto a quella precedente, al solito soporifero caldo ormai estivo spagnolo. Era la semifinale di ritorno della Coppa dei Campioni incontro tra la squadra di casa che era rimasta al vertice in Europa negli ultimi dieci anni, e una giovane compagine che aveva costruito un’ascesa in Europa rivoluzionando lo sport con il loro Totaalvoetbal, il calcio totale, che comprendeva la miscela perfetta di giochi di collegamento, brillantezza tattica e giocatori meravigliosamente astuti, l’uno come l’altro, che avevano una coerenza come squadra.
Mühren in azione nell’Ajax
Il primo tempo, iniziato tra il fischio dell’arbitro belga e il clamore della folla appassionata di fedelissimi del Real Madrid, aveva visto persistere una situazione di stallo, con alcuni scambi di calcio impressionanti tra le due squadre. Pochi minuti dopo l’inizio del secondo tempo, il terzino olandese Suurbier effettua un passaggio aereo che attraversa il campo verso il numero 9 in agguato, leggermente a sinistra del cerchio centrale, con disinvoltura.
C’erano tre giocatori del Real Madrid in prossimità di Mühren in quel momento, Tourino, Amaro e Benito che si sono guardati come per un cenno d’intesa. Con gli occhi sempre puntati sulla palla, Mühren ha arretrato per darsi una posizione in cui la palla di Suurbier avrebbe trovato il suo piede, senza sbagliare. Poi, con lo spazio a disposizione, il centrocampista nato a Volendam ha trovato un tocco di prima squisito per dominare la palla, ancora con acri di erba del Berbaube, ricoperta di rugiada, stesi davanti a lui.
Avrebbe potuto sfondare lungo il fianco, ma ovviamente non lo ha fatto. Mühren era sempre stato un giocatore estremamente fiducioso in sé stesso, occasionalmente anche arrogante quando dava il meglio di sé, ma chi non lo era occasionalmente arrogante in quell’Ajax vincente?
Il momento era propizio, in quella che può essere percepita come audacia, l’intrepida e allampanata figura del numero 9 dell’Ajax emerge mentre destreggia la palla tra i suoi piedi. Dopo cinque tocchi, diventa oggetto di un’ovazione sorprendente ma comprensibile da parte delle migliaia di fedeli del Bernabeu.
Era un’affermazione, così semplice. Eccolo lì, sul maestoso campo del Bernabeu che aveva accarezzato i piedi di Puskás, di Di Stéfano, Kopa e Gento. Il campo che aveva visto il Real Madrid elevarsi al di sopra degli altri fino al trono inviolabile e implacabile e dominare l’intero continente. E contro la stessa squadra che era stata una forza così sfrenata, Mühren aveva eseguito con disinvoltura una prelibatezza per diversi secondi, comunemente osservata negli allenamenti di squadra e non nelle partite.
Soprattutto non contro uno dei club più magnifici d’Europa, in semifinale della Coppa dei Campioni.
Stava toccando la palla con i piedi, come faceva in allenamento e con questo gesto Mühren ha lanciato una sfida ai giocatori del Real Madrid. Prendetemi la palla, se ci risucite!. Comprensibilmente nessuno si avvicinò a lui; Tourino è arrivato solo dopo che Mühren aveva giocato la palla in avanti al terzino esterno Ruud Krol sulla sovrapposizione. Amaro era il centrocampista più vicino all’olandese, eppure ha virato verso di lui solo dopo che la sua sequenza di uppy era stata completata e spolverata.
Lo ha annunciato l’intrepido Mühren, rappresentante dell’Ajax. In quel momento, Mühren aveva indottrinato con enfasi la Spagna, l’Europa e forse il mondo, che l’equilibrio al potere era stato interrotto: non era più il Real Madrid, Re d’Europa, era l’Ajax. La riluttanza di qualsiasi giocatore ad avvicinarsi a lui, gli applausi di un pubblico come quello dei madridisti, tutto risuonava della stessa dichiarazione. La pura essenza del momento definiva l’Ajax in quel momento intrepido, magistrale e con una dissolutezza di talento calcistico senza eguali. Ci sono stati molti momenti nell’era dell’Ajax di dominio europeo assoluto, eppure nessuno ha esemplificato l’ascesa come questa azione.
Lo stesso Mühren ha parlato del momento all’Ajax, dicendo: “Quello è stato il momento in cui Ajax e Real Madrid si sono scambiati di posizione. Prima c’erano sempre il grande Real Madrid e il piccolo Ajax. Quando mi hanno visto fare così, gli equilibri sono cambiati”. Dire che non lo fosse sarebbe un giudizio inadeguato sulla circostanza.
In seguito Mühren ha segnato il gol vincente, un bellissimo tiro di prima favorito da un rinvio corto di testa di Tourino, lanciando la palla a sfrecciare oltre García Remón, annidandosi in fondo alla rete. Aveva superato il Bernabeu a livello personale con la sua genialità individuale, e ora aveva confezionato la vittoria dell’Ajax a Madrid.
Gerardus Mühren aveva vinto due volte al Bernabeu nel giro di pochi minuti.
Se decidessimo di basare il nostro giudizio sul punteggio, 0-1, la vittoria non sarebbe considerata un’umiliazione, ma in tutti gli altri sensi sicuramente lo è stata. La sfrontatezza dell’Ajax, la sfrontatezza dell’azione di Mühren hanno esorcizzato la paura che il nome del Real Madrid evocava in tutti gli avversari.
C’è una citazione molto abusata, scritta da William Shakespeare, che parla di come alcuni nascono grandi, alcuni raggiungono la grandezza e ad altri la grandezza viene imposta su di loro. Mühren appartiene a una quarta categoria, un mix di tutte e tre, composta da persone che incidono profondamente i loro nomi nella storia attraverso un momento supportato da anni di lavoro e abilità naturali, date da Dio.
Da quel momento in cui ha rivendicato la prerogativa di annunciare la supremazia dell’Ajax, in cui si è sepolto in un sacro sarcofago calcistico, avremmo potuto pronosticare che Gerrie Mühren sopravviverà ai suoi tempi, resistendo nella memoria di ogni appassionato di calcio che ha visto il suo imperterrito genio all’opera.
Mario Bocchio