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Regolarmente ogni estate tornava a Palmanova assieme alla moglie Franca, per trascorrervi alcune settimane, ritrovarsi a fare una partita a carte con gli amici e, spesso, a festeggiare il proprio compleanno. Renzo Burini era nato nel 1927, nell’immediato dopoguerra, iniziò a giocare nel Milan, debuttando in serie A nel gennaio del 1948. Con il Diavolo realizzò 87 goal e visse l’emozione dello scudetto al quale contribuì con 12 reti nel campionato 1950-‘51.
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Burini nel Milan
Nel 1953 passò alla Lazio nelle cui fila giocò per sei stagioni e vinse nel 1958 la Coppa Italia. Chiuse la sua carriera come calciatore dopo due anni di militanza con il Cesena e con la stessa società iniziò quella di allenatore. Tra le squadre da lui guidate il Forlì, la Pro Patria, l’Omegna e il Monza.
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Burini, che agli esordi nel 1948 fece anche parte della delegazione italiana presente alle Olimpiadi di Londra, vestì per quattro volte anche la maglia della nazionale tra il 1951 e il 1955, segnando un goal al Portogallo.
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Gli amici lo ricordano come una persona che non amava la luce dei riflettori e viveva con umiltà, serietà e professionalità la propria passione per il calcio, ma sapeva essere espansivo e trainante nella compagnia di amici.
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Nella storia calcistica di Burini memorabile è soprattutto la sua avventura professionale al Milan. Burini infatti era uno dei componenti dell’attacco della storica formazione meneghina del Gre-No-Li (Gren, Nordahl, Liedholm).
Con Candiani, completava il reparto offensivo nella stagione di grazia 1950-‘51, in cui arrivò il tricolore che segnò la resurrezione rossonera.
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Dello scudetto del Gre-No-Li spesso si ricordano i 34 gol del Pompierone svedese, Gunnar Nordahl, ma furono importanti anche i 16 gol di Carlo Annovazzi, i 16 del Barone Liedholm e i 12 di Renzo Burini. Che timbò il cartellino anche in occasione del clamoroso 7-1 inflitto alla Juventus.