Da sempre gli inglesi si sono considerati, non lesinando il proverbiale senso di superiorità, gli unici e autentici maestri del calcio. La presenza nella Nazionale italiana di campioni come Giuseppe Meazza, Angelo Schiavio, Giovanni Ferrari, Raimundo Orsi, e l’indiscusso carisma del Ct Vittorio Pozzo garantiscono che la vittoria nel Mondiale del 1934 non resti un episodio isolato ma sia la consacrazione di un ciclo appena inaugurato e destinato a raccogliere successi per quasi un decennio.
Anche una sconfitta, come il 3 a 2 maturato, proprio contro gli inglesi il 14 novembre 1934, passa alla storia come una prova di formidabile coraggio e determinazione agonisti. Tanto che la partita è passata alla storia come la battaglia dei leoni nello stadio di Highbury. Il 16 maggio 1948 è la data che segna il definitivo tramonto della stagione di Pozzo: a Torino, l’ennesima sfida contro l’Inghilterra è persa con l’umiliante risultato di 0 a 4. È in questa occasione che nasce il cosiddetto gol alla Mortensen: l’interno di Sua Maestà scivola sul fondo mortificando Grezar e da lì sembra inviare un cross per Lawton e Finney a centroarea, ne esce invece un tiro arcuato che si infila sotto la traversa, appena toccato dalle mani protese del portiere Bacigalupo.
1973, declina la Nazionale degli azzurri “messicani”, giunti secondi a Città del Messico dietro il Brasile di Pelé. Una intera generazione di campioni si avvia al declino, quando, nuovamente per celebrare la ricorrenza dei 75 anni della nostra Federcalcio, viene organizzata una doppia amichevole di lusso, con Brasile prima e Inghilterra poi nei panni degli ospiti d’onore. Una franca vittoria sui campioni del mondo cinque giorni prima ha preparato la partita coi Maestri. Il pomeriggio del 14 giugno, al Comunale di Torino, vede gli inglesi attaccare nel caldo opprimente e gli italiani colpire con freddezza, al culmine di giocate di alta qualità. Un’invenzione di Rivera per Pulici, sostituto di Riva, porta al primo gol: fulmineo guizzo di Anastasi a ribattere in rete la respinta del portiere. Nel secondo tempo, una stangata di Capello su assist di testa di Pulici confeziona il raddoppio, poi Rivera coglie l’incrocio dei pali con un gran destro in corsa e Shilton deve superarsi su Anastasi. A ottenere la storica prima vittoria sugli inglesi è una squadra perfetta sintesi tra le ragioni dell’esperienza dei senatori (Burgnich, Facchetti, Mazzola e Rivera) e la freschezza di importanti forze nuove (Bellugi, Anastasi, Pulici e il giovane Causio, irresistibile nel finale).
Restava un ultimo complesso, la vittoria sul suolo degli eterni avversari. I quali scelsero come data per l’amichevole il 14 novembre sempre del 1973, trentanovesimo anniversario della battaglia di Highbury. Si giocò nel tempio di Wembley, questa volta, e tu il trionfo del calcio all’italiana. Sotto una pioggerellina fastidiosa, gli inglesi attaccarono per tutta la partita. Avevano definito la Nazionale azzurra “una squadra di camerieri” e il trasparente riferimento al passato di Chinaglia in Inghilterra fornì al nostro centravanti un formidabile propellente psicologico. Il Ct Valcareggi teneva i suoi arroccati in difesa, con licenza di liberare ogni tanto il contropiede che la serata di grazia di Rivera trasformava in arma affilatissima: Shilton si superò su Riva e Chinaglia, Zoff dall’altra parte dovette lavorare di quantità e qualità. Poi, a quattro dalla fine, la beffa: Capello lancia Chinaglia che fugge sul fondo liberandosi di Mc Farland e scucchiaiando un rasoterra su cui lo stesso Capello tocca un attimo prima dell’arrivo in tuffo di Shilton. Lo stadio ammutolì: il leone inglese si era afflosciato, i “camerieri” lo avevano domato con astuzia pari alla superiorità tecnica.
Non abbiamo nemmeno dimenticato l’attaccante dell’Italia, Roberto Bettega realizzare di testa il gol del 2-0 contro l’Inghilterra, a Roma il 17 novembre 1976, in una sfida valida per le qualificazioni al Mundial del 1978 in Argentina. 1980, gli Azzurri di Enzo Bearzot perdono Paolo Rossi e Bruno Giordano alla vigilia della fase finale per le note vicende del calcioscommesse: la Nazionale spuntata si smarrisce e chiude l’Europeo “made in Italy” al quarto posto, impreziosito però dalla vittoria sull’Inghilterra per 1-0 a Torino, grazie alla rete di Marco Tardelli.
Il 7 luglio 1990 a Bari si gioca la finale per il terzo e quarto posto dei Mondiali organizzati proprio dall’Italia. Dopo la beffa di Napoli ai rigori contro l’Argentina, gli Azzurri di Azeglio Vicini si rifanno nella finale di consolazione battendo per 2-1 gli inglesi: Baggio e Schillaci. Tutto il resto è storia recente: Inghilterra-Italia 2-4 dopo i calci di rigore a Kiev all’Europeo 2012 : dominio italiano sin dal primo minuto. Infine Manaus, all’ultimo Mondiale, quello brasiliano. Inghilterra-Italia 1-2: Balotelli ci mette la testa, Tre Leoni al tappeto.
La vittoria dell’Europeo, ottenuta contro l’undici d’Albione nel tempio di Wembley, è storia recente.