Trentasei annifa. Eppure non sono ricordi arrugginiti. Tutt’altro. Forse perché la prima volta non si scorda mai. E quella fu proprio la prima volta del Napoli in Champions. Quando si chiamava ancora Coppa dei Campioni perché poteva giocarci solo chi vinceva il campionato.
Era in ritiro, il Napoli di Maradona, quando dal sorteggio venne fuori quell’accoppiamento. Al Napoli verginello toccò subito l’avversario che tutti volevano scansare: il Real di Chendo e di Sanchis, di Michel e Butragueño, di Gallego, Vázqueze Santillana.
Roba fine per quel tempo in cui il Real era già il Real. Un attimo di sguardi non proprio felici, un paio di chiare imprecazioni, poi i big presero la squadra per il bavero e le diedero coraggio. “Ragazzi, Real oppure no, ce la giocheremo. E vedremo se davvero sono più forti loro”: urlò Salvatore Bagni alla squadra raccolta per la cena.
L’appuntamento al Bernabeu il 16 settembre di quel 1987. Strane sensazioni. Mentre Napoli ribolliva d’attesa e di passione, a Madrid c’era silenzio. Partita a porte chiuse, infatti. Real castigato per degli incidenti di qualche giorno prima. Cosicché il tifo madrilista restò fuori. Numeroso e rumoroso trasformò in stadio l’antistadio all’angolo di Avenida Concha Espina.
Maradona in azione contro il Real Madrid
“Prendemmo due gol e il secondo avremmo dovuto evitarlo. Nel finale forse ci chiudemmo troppo. Che ricordo ho di quella gara? Il ricordo – racconta Salvatore Bagni – di un Real che nonostante tutto ci temeva. E per questo provò ad innervosirci. Anzi: ad intimorirci. Non l’ho mai detto prima: ogni trenta secondi qualcuno bussava forte alla porta del nostro spogliatoio. Venite fuori, urlavano. E quando uscimmo, nel corridoio che porta al campo, con loro ci fu un ruvido scambio di sguardi feroci, più d’una parolaccia e ci furono spintoni”.
La squadra madrilena si impone per 2-0, grazie alle reti di Michel e Tendillo.
Nella partita di ritorno, un Napoli coraggioso riesce a rimediare addirittura un pareggio (1-1 reti di Francini e Butragueño) che sembra quasi un’impresa ma che purtroppo non riesce ad impedire l’eliminazione dei partenopei dalla competizione continentale.