C’è un gesto che accomuna Diego Armando Maradona e Silvio Piola. Lo ha raccontato Raffaella Lanza su La Stampa, edizioni di Novara. Un gol di mano realizzato, in epoche diverse, da entrambi contro l’Inghilterra. Maradona segnò con la mano de Dios ai Mondiali in Messico nel 1986, ai quarti di finale, a inizio ripresa quando la sfida era sullo 0-0: su un pallone alto staccò in anticipo e con la mano confusa tra i riccioli scuri spedì la palla in porta. All’epoca non c’era il var e per l’arbitro fu tutto regolare: “È stata semplicemente la mano di Dio”, confessò a fine gara Maradona dopo aver segnato anche il 2-0.
Silvio Piola beffò gli inglesi nel 1939 in un’amichevole a Milano. Una rovesciata, il tocco di mano, la palla in rete. Piola ci mise però anni a confessare quel gesto: “E lo fece in un’intervista a Sandro Ciotti – racconta la figlia Paola -. A quel tempo pareggiare con l’Inghilterra era un risultato importante, anche se era solo un’amichevole. Il tocco di mano durò un istante, ma mio papà, in quell’intervista, lo descrisse con minuzia. Un gesto dilatato nel tempo. Lo ha frazionato, raccontato fotogramma dopo fotogramma. Quando ascolto quelle parole resto incantata dalla sua capacità di vedere in campo tutte le componenti che lo circondavano”.
Piola non ha confessato subito il tocco di mano: “A dire il vero anche gli inglesi, leggendo le cronache, in quel momento non hanno protestato. Credo che nessuno si sia accorto del tocco – continua Paola Piola -. Papà ha capito che aveva fatto qualcosa che non doveva, ma quel gesto non credo sia stato effettuato per fregare qualcuno, ma perché c’era voglia di buttarla dentro. Un gesto istintivo. Credo che i gesti insoliti appartengano allo stato di grazia di atleti eccellenti. Papà “studiava” diversivi, la rovesciata è un esempio, per andare a rete, per superare il portiere avversario”.
Tocchi di mano per far gol che nascono istintivi. “Fa parte del gioco. Oggi si cerca di controllare ogni errore: dell’arbitro, del calciatore. Ma a volte anche con il var si sbaglia”. Silvio Piola è stato il calciatore più forte di tutti i tempi. Ha scritto pagine importanti del calcio italiano e mondiale. Una carriera costellata di record: “Che oggi tanti cercano di superare – dice Paola Piola -. Quindici giorni fa Ibrahimovic è diventato il giocatore più vecchio della storia in grado di segnare almeno 10 gol nelle prime 8 giornate di A; il precedente primato apparteneva a mio papà. Ora c’è Immobile che tallona”. Il bomber della Lazio con i suoi 133 gol segnati con la maglia biancoceleste insegue Piola, primo a quota 149 gol, cui vanno aggiunte le 10 marcature, oggi non conteggiate, siglate nella Coppa Europa Centrale 1937 in cui la Lazio fu vice-campione. Paola Piola fa il tifo per il papà: “Quando mi chiedono se son contenta che i suoi record vengano superati dico di no. Mi piacerebbe che lui rimanesse imbattuto per sempre. Ma anche papà ha inseguito record e ne ha scritti di nuovi: è bello che ci sia sempre un apripista e che i campioni si ispirino a qualcuno, cercando di migliorarsi ogni giorno”.