L’8 ottobre 1922 a Valdemarsvik in Svezia nasce Nils Liedholm. Uno dei più grandi giocatori del dopoguerra (distillò la sua classe purissima in campo addirittura sino al 1961 alla soglia dei quarant’anni) e – soprattutto – l’allenatore di riferimento per competenza, stile, humor, maestria tecnica e sagacia tattica dei mitici anni ’80.
Scudetto della Stella con il Milan nel 1979, storico tricolore con la Roma nel 1983, memorabile cammino in Coppa dei Campioni (fino alla finale persa ai calci di rigore) con i giallorossi nel 1984. Pagine leggendarie del calcio italiano …. Eppure … Nel 2004 il Barone riavvolse il nastro della sua inarrivabile carriera in una intervista concessa ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera e …. Boom: “La mia vera impresa storica in panchina fu la salvezza con il Monza 1968-‘69, la squadra più debole di tutti i tempi. I tifosi ci fischiavano già all’ingresso in campo prima di iocare (quante volte in tv lo abbiamo sentito dire proprio iocare senza la g … NdR). Li presi a novembre eravamo ultimissimi, finimmo undicesimi e restammo in Serie B salvandoci addirittura con una giornata di anticipo”. Certo, il gusto dell’iperbole non è mai mancato al tecnico svedese (indimenticabile il suo “In 10 si ioca meglio perché la squadra che resta con l’uomo in più si rilassa e concede larghi spazi per il contropiede”) ma effettivamente quel Monza era messo davvero maluccio quando il presidente Enzo Redaelli esonerò mister Dazzi (amatissimo bomber della prima promozione in B nel 1951) per affidarsi a Liedholm, che pochi mesi prima aveva condotto il Verona nella massima divisione.
Lavorando tanto sulla tecnica individuale e su pochi ma precisi concetti tattici, Nils rigenerò gli sfiduciati ragazzi biancorossi, che chiusero l’andata con la miseria di 15 punti (allora la vittoria ne valeva 2). Nel girone di ritorno il Monza divenne “squadra” nel vero senso del termine e rimontò parecchie posizioni.
Non mancarono pericolose ricadute: la doppia sconfitta esterna (sempre per 2-1) di Livorno e Lecco sembrava aver compromesso le speranze anche per il difficilissimo calendario. Ed invece la calma e la tranquillità di Liedholm fecero il miracolo. Pari senza reti in casa con il quotato Genoa, due pareggi d’oro (1-1 e 0-0) in altrettante trasferte infuocate a Foggia e Catania e salvezza “timbrata” ufficialmente nel vecchio e sempre gremito Sada regolando di misura (1-0 gol di Prato) la già promossa Lazio.
Ininfluente lo 0-0 ancora casalingo dell’ultimo turno con il Bari che, a sua volta, festeggiò in Brianza l’approdo in Serie A. Nei tre turni conclusivi a mantenere inviolata la porta biancorossa un certo Luciano Castellini … Del quale anni dopo Liedholm dirà: “E’ il portiere più spettacolare ed esplosivo che abbia mai allenato”.
Nils amava le esagerazioni ma quando parlava di singoli giocatori era sempre sincero. E le parate del Giaguaro, cresciuto in biancorosso, lo confermano alla grande.