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Si affrontarono in una sorta di duello il 17 maggio del 1942 nel match fra Napoli e Modena. Quel famoso calcio di rigore diventò leggenda restando a lungo nella memoria collettiva degli appassionati del gioco.
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Il 17 maggio 1942 presso lo stadio Ascarelli – intitolato alla memoria dell’ex presidente Giorgio Ascarelli – andò in scena il derby dei fratelli Sentimenti in occasione della partita Napoli-Modena. Era la 26° giornata ed entrambe le compagini erano in lotta per non scendere di categoria (alla fine del campionato retrocedettero entrambe). Pur essendo di modesta caratura tecnica – come racconta il Guerin Sportivo – le due formazioni potevano vantare due ottimi numeri uno. Da una parte Arnaldo, meglio noto come Sentimenti II, dall’altra Lucidio, conosciuto come Sentimenti IV, oppure “Cochi”. Il match si svolse a mezzogiorno. Sotto una calura infernale la squadra partenopea stava conducendo per due reti a zero, quando all’85’ il direttore di gara fischiò un penalty a favore del Modena. Arnaldo era un grande para rigori – al termine della sua carriera se ne contarono circa 32 neutralizzati – e leggenda narra che in quella stagione ne avesse già respinti almeno una decina. Nessuno dei “canarini” voleva prendersi quella responsabilità finché dalla porta si sentì un urlo: “Tiro io”. Quelle parole uscirono dalla bocca di Cochi. Il numero uno azzurro, abituato a ben altri tiratori, infilò un sorriso beffardo e si sistemò tra i pali, convinto che avrebbe respinto anche quel tiro. Ma Sentimenti IV, con la sua incoscienza (era sei anni più giovane del fratello) tirò una botta forte e angolata e nonostante l’intuizione del “para rigori” la palla si infilò nel sacco. Sempre stando ai racconti del tempo Arnaldo inseguì il fratello per tutto il campo, arrabbiatissimo per lo smacco ricevuto. I due per molto tempo non si parlarono a causa di quel tiro dagli 11 metri.
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Sentimenti II, prima di approdare al Napoli, militò nel Crevalcore e nell’Urbino. L’estremo arrivò nella città Campana, grazie all’allora allenatore inglese William Garbutt, che lo notò e gli fece sostenere un provino. Con la maglia azzurra giocò in due diversi periodi della carriera: il primo dal 1934 al 1943, quando dopo un’iniziale alternanza con Giuseppe Cavanna, ne prese il posto e negli anni riuscì a diventare una vera colonna di quella compagine. Dopo una brevissima esperienza a Carpi, tornò in azzurro e nel torneo 1945-‘46 riuscì a mantenere la porta inviolata per circa 800 minuti (il Napoli militava allora nel Campionato A-B Centro-Sud). Chiuse la sua vita calcistica tra Palermo e Modena.
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Cochi, invece, trascorsi quattro anni nel Modena a inizio carriera, nel 1942 venne acquistato dalla Juventus. In quegli anni si impose anche in Nazionale.
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Rimase iconica la partita contro l’Ungheria dell’11 maggio 1947, in cui Sentimenti IV fu l’unico titolare nell’undici azzurro a non essere parte del Grande Torino. Nel 1949 venne ceduto alla Lazio, pensando che fosse arrivato a fine corsa, e invece l’anno dopo partecipò allo sfortunato Mondiale brasiliano e con l’aquila sul petto mise insieme 170 incontri, con altri 3 gol su rigore.
Nel 1954 passò al L.R. Vicenza, dove si tolse la soddisfazione di vincere il suo unico trofeo: la Serie B 1954-‘55. Con i colori bianco-rossi disputò tre stagioni. Cochi diventò famoso grazie alla sua personale uscita bassa, denominata: “uscita di piede”: si buttava con coraggio sugli attaccanti con il corpo all’indietro e le gambe protese avanti. L’8 settembre 2011 fu il più anziano calciatore in vita a ricevere la gloria della stella celebrativa nella Walk of Fame dello Juventus Stadium nel giorno della sua inaugurazione.