Romania. Per far posto alla Steaua, prima squadra dell’Est a vincere la Coppa dei Campioni nel 1986, i comunisti hanno sciolto la squadra dell’industriale delle scarpe Mociorniță.
Quella che vi stiamo per raccontare è la storia poco nota della squadra Carmen, sciolta nell’estate del 1947, per far posto al club dell’Esercito.
Sulle circostanze in cui la squadra Carmen è stata sciolta, nell’estate del 1947, una settimana prima dell’inizio del campionato, è difficile trovare informazioni oggettive, il comunismo ha distrutto, per quanto poteva, questa nebulosa origine del club Steaua (poi ASA), che ha preso il posto del Carmen. La squadra era stata fondata dal noto industriale Dumitru Mociorniță, uno dei più ricchi e discreti romeni di quei tempi. L’aveva chiamata così in onore della moglie.
Per scoprire cosa è successo successo allora, ma anche come appariva e si comportava un mecenate con una squadra cresciuta nello spirito della vecchia democrazia rumena, ProSport si era affidato ad Angelo Niculescu, l’ex ct della Nazionale, che era tra i calciatori della Carmen nella stagione 1946-‘47, quando era stata vicecampione della Romania dietro all’ITA Arad.
“La squadra aveva appena preso forma, si profilava come la prossima candidata al titolo. Avevamo infatti chiuso secondi, dopo l’ITA, che aveva una squadra fortissima. Noi avevamo un ottimo allenatore, Steinbach, che veniva dall’Unirea Tricolor. Era professionale. Prima che venisse da noi, era stato mandato a perfezionarsi in Inghilterra, all’Arsenal, e da lì è ritornato con nuovi metodi tecnico-tattici, non presenti in Romania”.
Il capo Mociorniță era coinvolto nella squadra?
“Ionel, il figlio di Dumitru Mociorniță, il proprietario, si è preso cura di noi. Era un ragazzo molto educato, che aveva terminato la facoltà di Giurisprudenza. Ha anche giocato e per questo si è occupato dell’addestramento tecnico fino al conferimento dell’incarico a Steinbach. Quando sono arrivato, la squadra era già nella prima divisione… Il capo invece si occupava dei suoi affari e noi ci occupavamo del calcio”.
7 giugno 1947, nasce l’ASA, che nel 1961 diventa Steaua
Influenzava l’allenatore?
“Era molto discreto, visitava raramente la squadra. Nello spogliatoio è entrato solo poche volte, e poi solo per incoraggiarci in momenti molto difficili”.
Qual è in realtà la storia dello scioglimento della squadra Carmen?
“Tutto è successo dopo una partita contro il Ciocanul (la futura Dinamo, NdR). C’è stata una partita allo stadio di Giulesti, che abbiamo vinto 6-0. È stato uno spettacolo totale! I giornali giorno dopo, invece di annunciare il grande successo, hanno denunciato la morte della squadra Carmen Bucarest! La decisione aveva comunque sconvolto alcuni personaggi politici”.
Poi?
“Il giorno dopo, Raul Vizante, un factotum del club, ci ha convocati in una riunione presso la sede della squadra per comunicarci che eravamo liberi, che i contratti erano stati sciolti. Ce lo disse senza ulteriori indugi… Certo la prima reazione è stata quella di chiedergli: ‘Va bene, ma noi che facciamo adesso?’. Ci è stato detto di andare dove volevamo…”.
E…
“Alcuni di noi si sono ritirati nelle città da cui provenivano, come a Iosif Covaci, che è andato a Timișoara. Bazil
Marian è andato al Rapid, circa due o tre si sono ritirati dall’ attività”.
Niculescu è finito al Ciocanul.
“Sì, sono stato trasferito lì. Non ero l’unico nel gruppo dei giocatori della Carmen arrivati al Ciocanul”.
È vero che la squadra Carmen è stata sciolta are spazio alla nuova squadra dell’Esercito, il CCA?
“Così era conosciuta a quei tempi la Steaua. Noi giocatori non abbiamo avuto modo di saperlo con certezza, perché queste cose erano fatte ad altissimo livello e con grande discrezione”.
Nella primavera del 1948, il 28 marzo, si svolsero le più scandalose elezioni nella storia della Romania. Il Fronte Democrazia Populare (FDP), alleanza guidata dal Partito dei lavoratori rumeni (il futuro Partito Comunista), formazione sostenuta dalle truppesovietiche di occupazione, venne dichiarato vincitore, con il 97,83%deii voti.
Le elezioni non furono solo truccate, ma anche organizzate in un clima di terrore, con tutti i leader politici liberali e contadini rumeni esiliati, imprigionati o addirittura uccisi.
Di questa sinistra farsa, il Rapid, il club dei ferrovieri, era tra le squadre che fecero propaganda per l’alleanza bolscevica, giocando anche con un sole gigante (simbolo elettorale del FDP) sul petto.
Anche l’istituzione del Rapid non è esente da polemiche.Lo storico Mihai Alex Stoenescu scrive, in “Storia degli scioperi di stato dalla Romania”, che l’unione dei ceferisti della stazione Atelierele Grivița, che fondò il Rapidu, si era trasformata durante il periodo tra le due guerre, in un focolaio di agenti bolscevichi pagati o infiltrato dall’URSS con l’obiettivo di destabilizzare l’ordine sociale in Romania. Nel contesto, il Rapid è apparso come un gruppo che stava combattendo, in nome dei proletari oppressi, contro le squadre “capitaliste”.
Dal Carmen al grande calcio europeo. Da sinistra: Nikolae Simatok (Barcellona), Josif Fabijan (Sporting Lisbona) e Norbert Hofling (Lazio)
Questa versione può anche essere una spiegazione del fatto che il Rapid è sopravvissuto dopo la guerra, in un momento in cui le nuove autorità hanno cancellato tutte le squadre più significative tra le due guerre, come Venus, Carmen, Unirea Tricolor e Club Atletic Oradea.
L’esclusione sui giornali dell’epoca
Vale la pena ricordare che la Carmen aveva disputato un’amichevole contro la Dinamo Tblisi, e il governo romeno consigliò di perdere, per di dimostrare la superiorità dell’organizzazione sovietica. Mociorniță, che era anche un parlamentare del partito liberale, non seguì il suggerimento e la sua squadra vinse facendo infuriare il ministro degli esteri, Ana Pauker. La squadra venne ritenuta un covo di borghesi reazionari e venne soppressa, mentre Mociorniță venne accusato di essere fascista e incarcerato.
Mario Bocchio