Txuri-urdin
Lug 11, 2023

I due scudetti sono stati i momenti più belli della storia della Real Sociedad, uno dei club più antichi e che, dopo essere stata considerata una squadra ascensore, negli ultimi tempi è diventata degna di essere stabile nella Liga. Celayeta, Gorriz, Kortabarria, Olaizola, Diego, Alonso, Zamora, Idigoras, Satrustegui e López Ufarte. Con in panchina il sempre ricordato Alberto Ormaetxea, quel baffuto Real degli anni ’80 riuscì a vincere due titoli consecutivi, quasi tre, e una Supercoppa. Una Coppa del Re, con il promettente allenatore John Toshack all’inizio della sua carriera, rallegra la vetrina txuri – urdin. A quei calciatori seguiranno poi altri come Bakero e Beguiristain, De Pedro e Aranzabal, Xabi Alonso e Aranburu, Xabi Prieto e Agirretxe, Griezmann e Illarramendi e tante altre generazioni di una delle migliori scuole, rivelatesi tali fin dagli anni ’90, per alleviare la partenza di alcuni di loro, di giocatori stranieri che hanno segnato l’epoca, da John Aldridge a Martin Odegaard, passando per Meho Kodro, Darko Kovacevic , Valeri Karpin, Nihat Kahveci o Carlos Vela, tra gli altri.

Il famoso portiere Luis Arconada

La spiaggia di Ondarreta era il luogo in cui vennero dati i primi calci alla palla in maniera quasi professionale, quando nel 1903 apparve il Recreation Club de Tenis, la cui prima maglia era a strisce verdi e gialle e che giocava le sue partite la domenica. Pochi anni dopo, il nome divenne San Sebastián Recreation Club, e una scissione da esso sarebbe stata chiamata San Sebastián Foot-ball Club. Il 22 marzo 1908, quest’ultima squadra debuttò con la sua divisa, già con i colori bianco e blu.

L’11 aprile 1909, sempre con un cambio di nome , la squadra divenne Cycling Club, fu proclamata campione della Copa del Rey, con McGuiness, uno dei suoi primi stranieri, come grande star. Infine, la Sociedad de Fútbol fu formata pochi mesi dopo, l’11 febbraio 1910 ottenne il titolo di Real. Il 4 ottobre 1913 si compie un ulteriore passo avanti con il trasferimento nel nuovo campo di Atocha, che per ottant’anni anni sarà la sede della squadra txuri – urdin, durante i quali si sposterà tra Prima e Seconda Divisione, tanto che negli anni ’40 venne chiamata la squadra dell’ascensore.

La Real Sociedad posa a Puertollano

Nell’aprile 1967 la gara contro il Puertollano, segnò il definitivo insediamento della Real Sociedad nella massima categoria. I giocatori guidati da Andoni Elizondo riuscirono a   tornare in Prima Divisione. Zubiarrain, Gorriti, Martínez, Iguaran, Lasa, Lema, Urreisti, Arzac, Arregui, Arambarri e Boronat furono alcuni dei primi a scrivere i loro nomi in lettere d’oro nel libro della storia del club, che sarebbe stato presieduto da quel momento in poi da José Luis Orbegozo. Con la creazione della città sportiva di Zubieta, con Javier Expósito al timone, avrebbe dato i suoi frutti in pochi anni con l’epoca d’oro della squadra gipuzkoana. Il preludio fu la prima qualificazione a una competizione europea, giocando la Coppa UEFA nell’anno 1974-‘75.

La gioia della squadra basca dopo l’impresa di Puertollano

Il grande lavoro svolto sotto il mandato di Orbegozo e il lavoro a Zubieta, con Alberto Ormaetxea già alla guida della squadra, rischiarono di raggiungere la gloria nella stagione 1979-‘80, quando dopo 32 partite senza sconfitte, record di imbattibilità, caddero al Pizjuán di Siviglia, perdendo la possibilità di fregiarsi dello scudetto. Arconada, Zamora, Satrustegui, López Ufarte e compagnia si sarebbero vendicati un anno dopo, con quel pareggio in extremis a El Molinón con cui l’entità txuri-urdin ha toccato la gloria, vincendo il suo primo  campionato.

Il tecnico Andoni Elizondo portato in trionfo

Con 2-1 sul tabellone e pochissimo  tempo da giocare, sembrava che il successo stesse per sfuggire ancora una volta alla Real Sociedad, ma all’ultimo minuto è arrivato l’indimenticabile gol di Zamora che ha generato il tripudio totale delle migliaia di tifosi accorsi a Gijón e dell’intera provincia di Guipuzkoa, che scese in piazza per ricevere gli eroi, omaggiati in quasi tutte le città.

L’undici della Real Sociedad che ha vinto il primo campionato della sua storia

La Real Sociedad campione  saprà realizzare l’evento più difficile e riconvaliderà il titolo nel campionato successivo, conquistando la squadra spagnola che ha partecipato ai ai Mondiali dell’82 (in Spagna)  facendo diventare seguaci realistici molti giovani di quelle generazioni, indipendentemente da dove sono nati.

Il tifo della Real Sociedad negli anni Sessanta

La Real Sociedad fu sul punto di scrivere anche la storia in Coppa dei Campioni la stagione successiva, ma un controverso arbitraggio nella gara di ritorno delle semifinali, ad Amburgo, impedì a Ormaetxea di raggiungere la finale.

La sfida contro l’Amburgo in Coppa dei Campioni

La Real ha disputato un grande cammino nella massima competizione continentale, riuscendo a pareggiare un gol, opera di Gajate, contro i campioni tedeschi dell’ Amburgo, nella partita giocata ad Atocha. Al ritorno, i tedeschi si portarono in vantaggio per 1-0, ma Diego li intimorì con il suo pareggio a 10 minuti dalla fine. Poi Von Heesen, in netto fuorigioco, ricevette palla e infilò Arconada, evitando sorprese. Curiosamente, il guardalinee aveva sostituito all’intervallo l’infortunato designato dall’ Uefa.

Il tecnico gallese John Toshack

Quello che ottenne quella stagione fu il primo titolo di Supercoppa, battendo il Real Madrid ai supplementari nella gara di ritorno ad Atocha, 4-1, dopo il pareggio all’andata al Bernabéu. Un altro successo per una generazione senza eguali.

John Aldridge

La partenza di Alberto Ormaetxea, il ritiro di alcuni giocatori storici come Satrustegui, Diego o Olaizola, e la cessione di altri come Periko Alonso o Idigoras sembravano indicare la fine di un grande ciclo, ma i veterani Arconada, López Ufarte, Gorriz o Zamora, e promesse come Bakero, López Rekarte o Begiristain hanno messo insieme una nuova squadra di alto livello, tanto da riuscire a vincere il suo primo titolo di Copa del Rey, nel 1987.

La squadra era guidata da John Toshack , un giovane tecnico britannico sbarcato poco prima a San Sebastián, che stava introducendo alcuni concetti tattici un tempo rivoluzionari in un nuovo progetto in cui Zubieta era ancora una volta la base.

Mario Bocchio

Condividi su: